Per la prima volta in Italia le rappresentanze delle istituzioni hanno firmato un protocollo per impegnarsi sul fronte della stabilizzazione del lavoro atipico. Oggi in Palazzo Bastogi a Firenze i rappresentanti delle associazioni degli enti locali - l'Anci Toscana (Comuni), l'Urpt (Province) e l'Uncem (Comunità Montane) – hanno sottoscritto con la Regione un documento che fissa l’obiettivo della riduzione del ricorso alle forme di lavoro atipico con uno stop a contratti di collaborazione ed assunzioni a tempo determinato.
“Il nostro obiettivo – spiega Alessandro Lo Presti, coordinatore per la materia dell’Unione regionale delle Province toscane e assessore al personale della Provincia di Firenze – è da un lato favorire il percorso verso il cambiamento della legislazione sul lavoro atipico e dall’altro arrivare ad una progressiva stabilizzazioe degli atipici ed al superamento delle forme di lavoro precario nelle pubbliche amministrazioni. Ci facciamo carico in questo – prosegue Lo Presti – di trovare comunque il modo di dare risposte positive ai lavoratori nell’ambito dei vincoli imposti dalla legge Finanziaria voluta del Governo del Centrodestra”. Regione ed enti locali hanno messo nero su bianco, per l'immediato, due principi.
Il primo impegno è la garanzia di maggiori tutele, assimilabili a quelle dei lavoratori dipendenti, per chi svolge un lavoro atipico nella pubblica amministrazione, estendendo a chi ancora non le ha sottoscritte buone pratiche e protocolli d'intesa con le organizzazioni sindacali che sono già state adottate da diverse amministrazioni locali. La seconda azione è invece la costituzione di una "borsa telematica del lavoro atipico", una banca dati on line con tutti gli incarichi professionali e le collaborazioni coordinate e continuative che gli enti si impegnano ad alimentare e che gli stessi potranno consultare nel momento in cui avranno bisogno di particolari professionalità.
Ulteriore questione è quella della formazione. Ed anche di questa si parla nel protocollo firmato oggi, con un'attenzione particolare a chi non si è visto rinnovare il contratto e che con l'aggiornamento professionale potrà accrescere le proprie competenze e riproporsi poi ad altri enti od aziende. Il protocollo lancia anche progetti di "telelavoro" - ovvero lavoro a distanza in grado di permettere al lavoratore di un ente di prestare la propria attività, con postazioni apposite, anche per un altro - ed istituisce un coordinamento permanente, tra i dirigenti ma anche tra i rappresentanti e gli amministratori dei vari enti.
Prossimo appuntamento, prima della pausa estiva, è quello con le organizzazioni sindacali alle quali sarà chiesto di condividere e migliorare il percorso intrapreso.(mr)