Il dibattito sul documento preliminare al Piano integrato sociale si è concluso con l’approvazione di due atti votati dalla maggioranza di centrosinistra e da Rifondazione: un ordine del giorno presentato dal Prc (primo firmatario, Monica Sgherri) e una mozione presentata dal centrosinistra (prima firmataria, Rosanna Pugnalini). Respinta dall’aula, invece, la mozione presentata dalla Casa delle Libertà.
L’ordine del giorno impegna la Giunta ad assumere, nella redazione del Piano integrato sociale, di criteri quali la centralità dei diritti individuali “considerati concretamente esigibili”; e le politiche pubbliche di sostegno alla famiglia e alle altre forme di convivenza, con interventi che tengano conto di “nuove problematiche della società toscana come: precarizzazione del lavoro, disagio abitativo; disuguaglianza di genere; necessità di attivare politiche di pari opportunità”.
L’ordine del giorno, ancora, chiede al governo regionale “una profonda democratizzazione del sistema…, rafforzando in questo quadro il ruolo degli enti locali nella programmazione”; quindi una precisa definizione dei “livelli essenziali delle prestazioni sociali”, con politiche finanziarie e strumenti attuativi che ne garantiscano la “concreta esigibilità”.
La mozione votata, che richiama l’ordine del giorno approvato dall’aula consiliare il 18 gennaio 2006 in occasione della comunicazione sul welfare resa dall’assessore Salvadori , esprime alcune linee di indirizzo, a cominciare dalla ricerca di una “forte integrazione” delle politiche sociali negli strumenti di programmazione generale della Regione.
Nel riaffermare il modello del welfare toscano “solidaristico e universale”, la mozione indica tra le priorità l’esigenza di coniugare la responsabilità pubblica con la “valorizzazione del ruolo del terzo settore e della società civile”, riconfermando la valorizzazione degli enti locali “nel quadro di una forte programmazione regionale che garantisca omogeneità nei livelli di prestazione”
Interventi a favore di famiglie, giovani e nuove coppie. Politiche per il rilancio della natalità e sul disagio abitativo.
Promozione delle pari opportunità e integrazione degli immigrati. Assistenza ai disabili e a chi non è autosufficiente. Contrasto alle povertà e qualificazione della rete dei servizi. Saranno queste le priorità del nuovo Piano integrato sociale 2006-2010, delineate dall'assessore Gianni Salvadori, che ha illustrato in Consiglio regionale il documento preliminare al piano stesso. Si tratta di un passaggio istituzionale previsto dal nuovo Statuto, prima dell'apertura delle consultazioni formali da parte della Giunta.
"Il nuovo Piano sarà caratterizzato da un'ampia condivisione e partecipazione - ha assicurato l'assessore - Gli enti locali avranno un ruolo determinante non solo nella programmazione, ma anche nella gestione".
L'obbiettivo è la costruzione di un "welfare di comunità", a carattere universalistico, nel quale siano proprio le comunità a 'prendersi cura' delle persone che soffrono o vivono in condizioni di disagio, grazie anche alle organizzazioni di volontariato. Si tratta, in altri termini, di realizzare un "welfare municipale", con Comuni, Comunità montane e Province con un ruolo da protagonista.
Salvadori ha assicurato che sarà compito del nuovo Piano integrato sociale definire anche i livelli essenziali di assistenza, "un nodo strategico", e promuovere l'integrazione socio-sanitaria, grazie ad un unico documento di programmazione, elaborato in stretto rapporto con il Piano regionale si sviluppo, ed allo sviluppo delle Società della salute. Resta aperto il problema delle risorse. L'assessore ha ricordato che lo scorso anno ha registrato un pesante taglio dei trasferimenti dal Fondo nazionale per le politiche sociali, quasi dimezzati.
Un taglio che in termini assoluti supera i 30 milioni di euro. La Regione, all'inizio dell'anno, ha deciso di 'anticipare' risorse regionali per far fronte alle necessità. "La finanzibilità del piano 2006 - ha dichiarato Salvadori - è però subordinata agli esiti di una nuova intesa tra Governo ed enti locali, su cui sapremo qualcosa di più solo tra qualche mese".
Tra le linee di indirizzo votate nella mozione approvata da maggioranza e Prc (primo firmatario, la diessina Rosanna Pugnalini), c’è poi l’indicazione di “piani di azione specifici” nei principali settori di intervento (nei quali inserire gli anziani), e lo sviluppo di politiche sul versante delle pari opportunità, in termini di prevenzione e contrasto alla violenza, nonché di superamento delle discriminazioni di genere.
Chiesti alla Giunta anche il rafforzamento dell’impegno sulla disabilità, la promozione per “l’accoglienza solidale” delle persone immigrate, il rafforzamento delle politiche a sostegno di “famiglie, giovani coppie ed altre forme di convivenza”, con particolare sostegno alle politiche per la casa, alla natalità e all’infanzia.
Tra gli indirizzi votati nel documento, infine, la costituzione di un fondo per la non autosufficienza per fronteggiare gli effetti sociali dell’invecchiamento della popolazione, e l’individuazione di misure specifiche per il contrasto alla povertà, “quali il reddito minimo di inserimento, promuovendo in proposito una specifica azione nei confronti dello Stato” per garantirne la sostenibilità finanziaria.