8 maggio 2006- Annata positiva, quella 2005, per la Banca del Chianti Fiorentino, che ha visto aumentare l'utile netto (+21%) e il patrimonio (+18,1%). A dirlo sono i numeri del bilancio con risultati record che i 1.900 soci (cresciuti anche loro di circa 300 unità) dell'istituto chiantigiano hanno approvato nel corso dell'assemblea generale che si è tenuta domenica presso l'auditorium della sede centrale di San Casciano Val di Pesa (Fi).
Nel 2005 la Bcf ha visto crescere il totale dell'attivo, che è passato da 440,8 a 481,3 milioni d euro (+9,2%).
In forte crescita è stato anche il patrimonio aziendale, salito del 18,1% nel corso dell'ultimo anno, tanto da superare i 64,8 milioni di euro contro i 54,6 del passato bilancio (anche il patrimonio di vigilanza sale a 64,6 milioni con un +19,4%).
«L'andamento delle poste patrimoniali – sottolinea il direttore generale della Bcf, Andrea Bianchi – testimonia il progresso dell'attività della banca sul territorio. Innanzitutto va evidenziata la rilevante crescita della raccolta diretta, che ha superato 405 milioni di euro (+8,8%).
Inoltre i crediti a clientela ordinaria ammontano a 323,6 milioni di euro con un incremento annuo del 9,2% (27,3 milioni in più)».
Il portafoglio titoli è composto prevalentemente (90%) da titoli di Stato italiani, per il 9% corporate e l'1% da titoli azionari e quote di fondi comuni o Sicav.
Il portafoglio impieghi si compone del 58,3% di prestiti a medio lungo termine e di un 41,7% di prestiti a breve.
Alle famiglie viene destinato il 40,1% del credito totale utilizzato.
Tra gli impieghi il 12% va all'edilizia, il 7,5% al commercio, il 5,7% all'agricoltura, il 3,8% ai prodotti industriali. Un considerevole 12,6% va agli altri servizi destinati alla vendita.
«I dati sul credito – spiega Bianchi – mostrano un rapporto fra sofferenze nette e impieghi in diminuzione dall'1,36% del 2004 allo 0,9% del 2005».
Se si passa al conto economico, il margine di interesse è aumentato del 6,7% (12,985 milioni), gli utili da operazioni finanziarie sono in calo contenuto (-93mila euro rispetto al 2004), mentre sono in buon aumento i ricavi netti da servizi (+11,9%) rispetto al 2004.
Da questo il margine di intermediazione si attesta a 18,282 milioni di euro (+7,5%) e il risultato lordo di gestione sale da 7,012 a 8,050 milioni di euro (+13,6%). Da tutto questo l'utile netto è pari a 6.549.795 con un significativo aumento del 21% rispetto al 2004 pari a 1,137 milioni di euro.
Tra gli altri indicatori della gestione, spiccano il cost-income ratio, che definisce il livello di efficienza, pari al 56% contro un valore medio del 64,1% delle altre banche di credito cooperativo toscane (più è bassa la percentuale, maggiore è l’efficienza della banca), il montante che è pari a 8,144 milioni di euro contro i 6,850 milioni delle altre bcc, il margine di intermediazione, pari a 203 mila euro contro una media di 181mila euro, il rapporto tra crediti con andamento anomalo e totale impieghi, che è al 3,2% quando il valore medio in Toscana è del 5,8% e, infine, i ricavi netti da servizi, che rappresentano il 94,4% dei costi del personale quando nelle bcc toscane il rapporto in media è pari all'89,2%.
«Si può senz'altro dire – continua il direttore generale Andrea Bianchi – che il 2005 ha evidenziato risultati record con una crescita costante dei valori intermediati, con utili che si sviluppano strutturalmente e con un patrimonio aziendale che è raddoppiato nel giro di pochi anni».
«La rilevante crescita del credito – spiega – non ha inficiato la qualità degli attivi in un momento particolarmente difficile e il rapporto tra sofferenze nette e impieghi, al di sotto dell’1%, rappresenta l’indicatore più significativo della salute aziendale».
La sfida, dunque, che la banca ha lanciato è quella di stimolare e rilanciare lo sviluppo del territorio. Una sfida che sarà l’obiettivo delle prossime politiche creditizie e di interventi economici previsti a favore del territorio.
«Voglio alla fine – conclude Bianchi – ringraziare i soci e i clienti per l’attaccamento dimostrato alla banca ed all’alto valore dell’indipendenza aziendale, garanzia per una gestione sana e prudente, e che permette di mantenere i preziosi valori della democrazia economica e della solidarietà sociale al centro dei nostri interessi».