Nata su iniziativa di Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie (Presses Universitaires de France, 2003), si celebra il 17 maggio di quest’anno la seconda Giornata Mondiale contro l’omofobia.
Sono più di trenta le nazioni che hanno aderito con varie iniziative alla giornata dello scorso anno, e quest’anno il supporto è arrivato anche dal Parlamento europeo, con una Risoluzione sull’omofobia in Europa.
In occasione della ricorrenza 17 maggio 2006 un evento culturale senza precedenti, patrocinato dal Comune di Firenze e dal Comune di Scandicci: Eldorado Nuova Apertura – Un simbolo di libertà contro il pregiudizio, la mostra fotografica del noto scrittore e sceneggiatore milanese Roberto Malini e del giovanissimo talento peruviano Steed Gamero.
Alle ore 18,30, presso lo storico caffè letterario Bizzeffe di via Panicale 61r – ex sede della tipografia fiorentina Vallecchi –, si svolgerà il vernissage e la conferenza stampa, alla presenza degli autori e di esponenti delle amministrazioni pubbliche.
La Berlino di Weimar ci ha consegnato molti luoghi e volti della memoria, ma anche simboli inimitabili di libertà, contro la discriminazione e la repressione omofobica. Il percorso concettuale della mostra Eldorado Nuova Apertura propone un percorso artistico e culturale ben preciso e completo, che passa attraverso la storia omosessuale contemporanea: dal mattino dorato di Weimar al crepuscolo della persecuzione, fino alle notte nera dell’Olocausto, culmine sanguinario dell’intolleranza, il cui doloroso emblema è “il ragazzo di Pierre Seel”.
Le foto di Malini e Gamero presentano un omaggio al locale berlinese Eldorado, chiuso dai nazisti dopo la promulgazione del Paragraph 175 e dove il confine fra “maschio” e “femmina”, fra “omo” ed “etero”, era così tenue da ingannare anche la sensibilità e l’occhio più acuti.
L’Eldorado riapre dunque – seppure idealmente – le serrande, come paradigma del diritto all’omosessualità e modello simbolico dell’uguaglianza fra i sessi. Emblemi di questa nuova età dell’oro, il genio innocente e polimorfe, grande interprete di cabaret, Paul O’Montis – spesso esibitosi all’Eldorado, ispirò Marlène Dietrich e fu lui stesso vittima dell’Olocausto, costretto a suicidarsi a Sachsenhausen nel 1940 – e gli straordinari “ritratti berlinesi” di Eva Robin’s, meravigliosa creatura androgina che definisce se stessa “paladina dei comportamenti sessuali” e che il pubblico dell’Eldorado avrebbe amata perdutamente.
“Eva ha un volto espressivo e bellissimo” ha detto il giovane fotografo Steed Gamero “che mostra emozioni dolci o drammatiche. Abbiamo cercato di ritrarre le luci e le ombre del suo mondo interiore”. Roberto Malini tiene a precisare: “Il simbolismo storico alla base del nostro lavoro artistico non è mai costruito con la tecnica del fotomontaggio, perché i soggetti – spesso installazioni materiche – sono posti su sfondi virtuali che riproducono immagini d’epoca”.
Luoghi e volti della memoria, dunque, dalle valenze etiche e culturali universali, che invitano l’uomo del nostro tempo – attraverso luci, ombre foschie e riflessi di un mondo perduto – a superare le barriere dell’odio e del pregiudizio, della paura per dialogare con la parte “diversa” di un mondo di uguali.
La mostra rimarrà aperta al pubblico al Bizzeffe di Firenze anche il 18 e 19 maggio, e nel corso delle due giornate vi saranno una serie di interventi sull’omofobia sociale, organizzati dal Comitato Provinciale Fiorentino “Il Giglio Rosa” e curati da professionisti del settore socio-culturale.
Per informazioni: 340 8135204