Si è svolta venerdì 28 Aprile, presso la Sala rossa di Villa Ruspoli, la presentazione di “A onor del vero”, ultimo libro di Patrizia Bellucci, docente di sociolinguistica all’Università di Firenze e dirigente del Laboratorio di Linguistica Giudiziaria presso il Dipartimento di Linguistica dello stesso Ateneo.
Alberto Nocentini ha aperto la 2377° seduta del Centro Linguistico Fiorentino, sottolineando come l’interesse per il campo linguistico sia rimasto vivo nel tempo.
L’evento è stato presentato inoltre da Alfredo Corpaci, Preside della Facoltà di Giurisprudenza di Firenze, che ha mostrato come questo itinerario linguistico sia interessante anche per coloro che gli si avvicinino per la prima volta.
Corpaci si è inoltre soffermato su come l’autrice tratti la spinosa questione del rapporto tra la stampa e le fonti giudiziarie. “Sarebbe bene”, ha concluso, “che anche gli studenti di giurisprudenza leggessero questo libro, visto che prende in esame anche l’interpretazione delle intercettazioni ambientali”.
Nicola Palazzolo, Direttore dell'ITTIG (Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica), si è soffermato soprattutto su come, nelle trascrizioni ufficiali, siano escluse annotazioni su gesti ed intonazione della voce dei dichiaranti, e su quanto questo possa trarre in inganno nell’interpretazione di un verbale.
Nicoletta Maraschio, Professore ordinario di Storia della lingua italiana, Vicepresidente dell'Accademia della Crusca e moderatrice dell’incontro, ha invitato infine Patrizia Bellucci a concludere la presentazione.
La Professoressa ha dunque evidenziato l’importanza della collaborazione tra gli esponenti del settore giuridico e linguistico nella stesura della sua opera, caratterizzata proprio dalla “fiorentinità” di questo tipo di interazioni.
Alla presentazione del volume erano presenti anche diversi rappresentanti del corpo accademico, tra cui giuristi ed esperti di linguistica e dialettologia.
Unanime il loro accordo con l’autrice sulla volontà che il libro costituisca un’apertura al dialogo costante tra i diversi settori presi in esame poiché “la giustizia è uno dei campi più importanti e delicati della repubblica. Non è possibile che, nel terzo millennio, un settore di così grande valore abbia un linguaggio così approssimativo”.
Andrea Veronese