PRATO – Studi di settore, suona un nuovo campanello di allarme per le imprese artigiane. Nel mirino di Confartigianato Prato finisce la dichiarazione dei redditi che gli artigiani si accingono a presentare proprio in questi giorni e che, presumibilmente, non terrà conto delle modifiche previste dalla revisione dei 52 studi di settore (tra cui anche l’SD14 per il settore tessile).
Revisione che non potrà essere applicata in sede di Unico 2006 se il decreto legge per l’approvazione delle modifiche non sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 2 maggio.
“In questa situazione d’incertezza – chiede il vicepresidente di Confartigianato Imprese Prato, Luca Giusti - è da auspicare un rapido via libera al decreto, altrimenti il rischio è di presentare la dichiarazione dei redditi utilizzando una ‘fotografia’ distorta della ricchezza prodotta dalle imprese artigiane, come quella scattata fino a questo momento dagli studi di settore”.
Ma cosa succederebbe se gli studi di settore revisionati non venissero approvati in tempo? “In questo caso – torna a dire Giusti – bisognerebbe prevedere opportuni correttivi per quelle categorie alle prese con situazione di crisi o difficoltà economiche, ne sono un esempio le imprese del settore tessile, ma non dimentichiamoci degli autotrasportatori che stanno attraversando un momento delicato a causa dei rincari del prezzo del gasolio subiti nel periodo 2004 – 2005”.
Basterebbe dunque una firma sul provvedimento fermo nel cassetto del ministero dell’Economia per dare così un concreto risvolto al lavoro compiuto da Confartigianato negli ultimi mesi per rivedere la problematica gli studi di settore, in rapporto a una situazione di crisi che, nel distretto pratese, altera profondamente il quadro fiscale delle imprese sulla base della loro reale ricchezza prodotta.