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Nuove norme, ma soprattutto un iter complicato e costi maggiori per i produttori d’imballaggi in legno e le imprese d’import-export

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 dicembre 2005 11:47

Firenze, 7 dicembre 2005- Le nuove norme riguardano tutti coloro che utilizzano contenitori lignei per commerciare con Usa, Canada, Messico, Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Perù, Venezuela, Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, India, Singapore, Norvegia, Svizzera, Turchia, Ue, Australia, Nuova Zelanda, Nigeria e Sudafrica.

Entro giugno 2006, infatti, tutte le aziende del settore che vorranno rimanere sul mercato dovranno obbligatoriamente dotarsi del marchio fitosanitario Fitok rilasciato dal neonato “Consorzio Servizi Legno Sughero”: l’unico soggetto autorizzato per legge (Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) a certificare l’adeguamento alla direttiva Fao ISPM-15 che detta le caratteristiche degli imballaggi comunemente usati per il commercio estero, onde evitare l’introduzione e la diffusione di parassiti forestali nei diversi paesi del globo.

“Accogliamo benevolmente la normativa ministeriale, che peraltro le nostre aziende rispettano dal 2002 (anno della sua entrata in vigore), ma siamo preoccupati per il surplus d’operazioni che comporta rispetto alle semplici, ma non per questo meno sicure, modalità di certificazione fino ad ora richieste dalle locali Agenzie Regionali per l’Ambiente che hanno vigilato sul rispetto della normativa Fao” spiega Andrea Pieri, VicePresidente Vicario di Confartigianato Imprese Firenze e Toscana.

“Operazioni aggiuntive che inevitabilmente si tradurranno in un aumento di costi rilevanti, se non per le aziende industriali, sicuramente per quelle a dimensione artigianale che rappresentano la spina dorsale del settore occupando il 67% dell’intero mercato italiano e il 76% di quello Toscano che impiega 449 addetti in 108 imprese.

Dopo essere riusciti ad ottenere dal Consorzio costi più bassi per i nostri associati cerchiamo adesso di far ridurre ulteriormente gli oneri per tutte le imprese, puntando anche al coinvolgimento a livello Toscano dell’Arpat cui potrebbero essere riaffidate parte delle procedure che ha finora gestito” conclude Pieri.

Dello stesso parere gli oltre cento imprenditori provenienti da tutte le province della Toscana che hanno partecipato al convegno organizzato ieri a Firenze da Confartigianato per dar loro voce e metterli faccia a faccia con i vertici del Consorzio ed esperti del settore tra cui Michele Ballardini, Coordinatore Consorzio Servizi Legno Sughero; Maura Capponi, Comitato Tecnico Consorzio Servizi Legno Sughero; Marco Filindassi, Responsabile Ufficio Agroecosistemi Arpat; Marco Frigerio e Gianluca Sanvito, Confartigianato Legno Arredo.

“Un confronto serrato, ma speriamo proficuo, in cui siamo tornati a chiedere la modifica del Decreto Ministeriale per uno snellimento delle procedure da seguire (al momento c’è l’obbligo di conservare perfino gli scarti) ed una riduzione dei costi di concessione del marchio.

Assolutamente indispensabile poi, considerati i tempi legislativi e l’imminente scadenza (29 gennaio 2006) dei marchi d’idoneità rilasciati dalle Agenzie Regionali per l’Ambiente, è la disponibilità del Consorzio nell’affidare loro, almeno fino all’entrata in vigore del Decreto bis, la facoltà di certificazione in modo che imprese, già provate dalla difficile situazione economica, possano continuare a lavorare non essendo gravate da improvvisi e pesanti costi aggiuntivi” dichiara Fabio Masini, Coordinatore Categorie Confartigianato Imprese Firenze.

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