Apprezzato in tutto il mondo e particolarmente legato all’Italia, proprio a Firenze la sua ultima mostra ancora in corso, l’artista belga era da tempo malato di leucemia. Un uomo dall’animo nobile oltre che artistico, profondamente sensibile ai temi culturali ed educativi, da sempre impegnato nelle battaglie civili, specialmente in difesa dell’ambiente e della natura, schierato in politica a sostegno della pace e promotore della non violenza e della tolleranza. Nel 1986 Amnesty international gli ha proposto di illustrare la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, pubblicata in un milione di copie nelle sei lingue ufficiali dell’Onu.
Il manifesto dell’Ulivo per le elezioni politiche del 2001 porta la sua firma; da ricordare infine il suo impegno per la campagna di sensibilizzazione per la Fao promossa dal Comune di Roma. In gioventù abbandona l’architettura e Bruxelles per dedicarsi al disegno e trasferirsi a Parigi, dove conosce Ricasso e l’esperienza surrealista. I suoi disegni fanno successo soprattutto oltre oceano. Pubblicati su “The New Yorker”, gli garantiscono una brillante carriera di illustratore. Si dedica anche a manifesti pubblicitari, locandine teatrali, al mondo della scultura e cinematografico.
Nel giro di poco tempo sa farsi conoscere e amare, le sue mostre hanno toccato le principali città europee e americane. Famosi soprattutto i suoi acquarelli. Qui colori dolci, l’atmosfera sfumata, i toni slavati aprono una spiraglio sul nostro inconscio, mettono a nudo i nostri sogni, la debolezza e le insicurezze di tanti piccoli uomini goffi e disorientati nel grande oceano della vita. Molto presente in Italia e grande amante della Toscana, tanto da dedicarle nel 1980 un acquarello, intitolato appunto “La Toscana”, il mese scorso ha donato un suo autoritratto alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
Il consiglio regionale della Toscana gli ha reso merito conferendogli un gonfalone d’argento per i suoi meriti artistici e umani. Proprio a Firenze è in corso fino alla fine di ottobre la sua ultima grande mostra, allestita nella suggestiva cornice del Forte Belvedere e presso la Sala d’arme di Palazzo Vecchio.
Sara Montesi