Ci mancava anche questa dopo le intercettazioni telefoniche pubblicate sui giornali. Adesso è la volta delle e-mail ricattatorie.
La storia comincia con un'ingenua sessione di chat in siti poco autorevoli (d'altra parte per visitatori occasionali non più facile accedere alle chat accreditate come qualche anno fa). L'utente sprovveduto già al primo colpo comincia a chattare con una ragazza dell'est europeo. La ragazza maneggia con una certa padronanza l'italiano ed è sia spigliata che disinibita.
Si intreccia così una relazione on line e a un certo punto, dopo che il malcapitato ha ricevuto pure le foto e si è invaghito della ragazza, comincia a ricevere e-mail che gli intimano di inviare denaro al sedicente marito della donna, che sarebbe stato all'oscuro di tutto sinché la ragazza non ha confessato. In cambio dell'invio di denaro il mittente rinuncerà a pubblicare il listato integrale della chat tra i due, denso di particolari piccanti e pruriginosi, che certo spiacerebbero molto alla moglie dell'italiano fedifrago.
Se alla prima il destinatario non abbocca, cominciano a partire e-mail circolari ad un indirizzario che mescola caselle di posta tratte presumibilmente dalla rubrica del ricattato e recapiti dei giornali on line italiani, nella speranza che le redazioni superficialmente tentate dallo scoop si prestino a fare da sponda al ricatto.
Così anche alle e-mail di Nove da Firenze hanno preso ad arrivare da qualche tempo queste odiose forme di reato elettronico, complete di nome e cognome e professione delle vittime (generalmente toscani, o fiorentini), che talvolta si spingono a contattarci per scongiurarci di non pubblicare il materiale.
Per parte nostra spieghiamo con cortesia che mai consentiremmo un abuso delittuoso della nostra testata, ma è con grande amarezza che ci troviamo coinvolti in un uso criminale di uno strumento, Internet, nel quale abbiamo sempre creduto e per valorizzare il quale ci impegnamo da anni quotidianamente.
Nicola Novelli