Firenze, 11 Agosto 2005- E' la richiesta contenuta in una mozione presentata dal capogruppo dello SDI Alessandro Falciani «Lo prevede un'apposita legge del 2004 - ha spiegato Falciani - tale norma, però è rimasta inapplicata perché mancava il regolamento attuativo. Quest'ultimo, però, è stato approvato pochi giorni fa e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: ora i Comuni hanno 12 mesi di tempo per adeguarsi. Secondo una recente stima, i disabili adulti a Firenze sono quasi 10.000, e nel nostro paese i diversamente abili sono circa 3 milioni di persone, oltre il 5% della popolazione».
«L'obbligo di legge non riguarda i privati - ha aggiunto il capogruppo dello SDI - ma occorrerà prevedere un'iniziativa del Comune capace di mettere in condizioni le associazioni di volontariato esistenti nel nostro territorio e i più rilevanti siti privati, come quello della Camera di Commercio, ad adeguarsi alla norma, prevedendo anche forme di incentivazione economica e sinergie con altri soggetti». «Da una ricerca che risale allo scorso dicembre - ha ricordato - risulta che nessun comune della provincia di Firenze ha creato siti consultabili da disabili.
Il progetto di adeguamento dei siti informatici potrà essere realizzato utilizzando cooperative sociali composte da persone con disabilità fisiche, già qualificate per il ruolo di webmaster, che siano in grado di operare sull'accessibilità del web, di svolgere attività di consulenza e di realizzare siti privi di "barriere virtuali". E' il caso del "Progetto Fidia (Formazione di Impresa a persone Disabili sul tema dell'accessibilità del Web)" finanziato da fondi europei e dalla Regione Toscana, che ha avuto come partner l'Anci Toscana ed il Cesvot».
«D'altra parte - ha concluso Falciani - le oltre trenta associazioni presenti nel nostro comune che si occupano di disabilità, stanno a dimostrare che il problema è sentito e diffuso. Tra queste la UILDM ( Lotta alla distrofia muscolare) l'ATISB (Associazione idrocefalo e spina bifida), l'OAMI (l'Opera Assistenza Malati Impediti) la l'Univoc (Unione Nazionale Volontari pro cechi). E' una questione di coerenza con il nuovo statuto della Regione Toscana, che all'articolo 4 sottolinea come "la Regione Toscana persegue il diritto delle persone con disabilità ad interventi intesi a garantirne la vita indipendente e la cittadinanza attiva".
E' una questione di civiltà, poiché i disabili rappresentano una rilevante componente della nostra società, che deve avere pari dignità e opportunità. Negare il diritto all'accesso ai disabili crea un deficit sociale perché non integrare qualsiasi categoria debole crea emarginazione e un deficit democratico perché non partecipare significa negare la piena cittadinanza».