Cantieri Alta Velocità a Firenze: qualcuno sa quanto dureranno?

Redazione Nove da Firenze
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21 giugno 2005 14:17
Cantieri Alta Velocità a Firenze: qualcuno sa quanto dureranno?

"Siamo ormai vicini al completamento della più grande opera ferroviaria realizzata dal dopoguerra ad oggi. Ci siamo riusciti nonostante le tante difficoltà incontrate. Ci siamo riusciti grazie alla positiva collaborazione tra istituzioni e imprese e, soprattutto, grazie alle forti innovazioni sul piano tecnico, della sicurezza dei cantieri e della tutela e ripristino ambientale”. E' questo il commento di Claudio Martini in occasione del varo del ponte sulla Sieve. Il presidente della Regione Toscana, pur essendo impossibilitato ad essere presente a causa di un"improvvisa influenza, ha voluto comunque far pervenire un suo messaggio al direttore della Tav, ai lavoratori dei cantieri e a tutti gli invitati presenti alla cerimonia.

“Chiediamo senso di responsabilità”, scrive l’associazione ecologista Idra in una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Il riferimento è al nodo ferroviario dell’Alta Velocità a Firenze: per sbloccarlo, Claudio Martini, presidente della giunta regionale toscana, e Leonardo Domenici, sindaco di Firenze, hanno indirizzato la scorsa settimana un appello al premier. Eppure, scrive Idra a Berlusconi allegando una recente nota del Difensore Civico del Comune di Firenze, la durata dei lavori, comunque ciclopici, risulta ignota all’Amministrazione locale che più dovrebbe essere sollecita a conoscerla, e questo proprio nel momento in cui Comune e Regione premono per lo sblocco del progetto.



Ma cosa c’è scritto nella lettera che il dr. Francesco Lococciolo ha inviato il 7 giugno scorso a Idra?
L’associazione ecologista fiorentina aveva chiesto al sindaco Domenici, a gennaio del 2004, di poter vedere il cronogramma dei lavori per l’Alta Velocità: non sembravano convincenti infatti le dichiarazioni-stampa di Palazzo Vecchio secondo le quali “il passante e la stazione dell'Alta velocità entreranno in funzione entro dicembre 2010”.
Il sindaco non aveva mai fornito questo cronogramma, né a Idra né al Difensore civico, interpellato dall’Associazione al riguardo.

Idra e il Difensore Civico però hanno insistito: la goccia scava la roccia...
Adesso è ufficiale: l’Amministrazione comunale di Firenze annuncia nei suoi comunicati tempi e scadenze che in realtà risulterebbe ignorare. “Nell’informarLa di aver richiesto alla Direzione Nuove Infrastrutture ogni informazione utile – scrive infatti il dr. Lococciolo al presidente di Idra Girolamo Dell’Olio - si comunica che il Servizio “Controllo attuazione accordi di programma con T.A.V., Società Autostrade e Tranvia” non dispone di alcun cronoprogramma, essendo – ivi – depositato un mero estratto del progetto approvato dalla Conferenza di servizi che, però, non comprende tale elaborato”.

Non solo. Palazzo Vecchio a quanto pare non è più il referente per chi abita a Firenze e ha bisogno di notizie sui grandi cantieri della sua città. Infatti, fa sapere il Difensore civico, il Servizio “Controllo attuazione accordi di programma con T.A.V., Società Autostrade e Tranvia” “ritiene che, per reperire i documenti in questione, sarebbe (forse) meglio rivolgersi alla R.F.I. [Rete Ferroviaria Italiana, ndr] od al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che li detengono ufficialmente”.

Che qualità di informazione! Che livelli di trasparenza!

Ecco perché Idra ha scritto a Berlusconi, chiedendogli senso di responsabilità, anche alla luce dell’avvio della procedura europea per deficit eccessivo derivante dal debito TAV SpA. Idra paventa la sciagurata ipotesi che le procedure di appalto per la cantierizzazione del sottoattraversamento AV di Firenze vengano avviate in assenza delle più complete garanzie di copertura finanziaria. “I rischi legati all’incertezza dei finanziamenti e della tempistica del progetto di sottoattraversamento AV – osserva l’associazione nella nota al premier - attengono evidentemente non solo alla tutela dei valori artistici, architettonici e paesaggistici di Firenze (già fortemente compromessi da scelte amministrative assai miopi e solo in parte emendate, come il mostruoso parcheggio a ridosso delle mura del Sangallo della Fortezza Medicea di S.

Giovanni), ma anche alla accessibilità e al pieno godimento dei beni che la città racchiude. Crediamo che debbano essere messi nel conto i gravi contraccolpi che deriverebbero all’economia dell’area - in cui il turismo rappresenta un’importantissima voce attiva - da una massiccia cantierizzazione a tempo indeterminato”. E ricorda che esistono altre soluzioni possibili al nodo ferroviario fiorentino, assai più economiche e di rapida attuazione.

Il presidente Claudio Martini definisce i lavori della TAV 'un modello operativo di efficienza e rispetto per ambiente e sicurezza? "Purtroppo i fatti testimoniano esattamente il contrario -ribatte Idra- da programma, i treni TAV avrebbero dovuto cominciare a correre nel 2003, e invece la “grande opera” è ancora ben lontana dalla fine (Martini promette il 2008: staremo a vedere...).
Ambiente: almeno 90 milioni di metri cubi di buona acqua di montagna intercettati, decine di sorgenti, torrenti e pozzi essiccati, corsi d’acqua, falde e terreni inquinati, danni all’economia agricola e zootecnica, dall’Appennino fino a Monte Morello e alla piana di Sesto Fiorentino (Martini dimentica che CAVET è alla sbarra a un mega-processo penale in corso presso il Tribunale di Firenze?).
Sicurezza: per 60 km la galleria fra Firenze e Bologna è priva del tunnel di soccorso; quantità industriali di infortuni, alcuni dei quali mortali, si sono registrati in un contesto di condizioni di “sicurezza” e di “salubrità” ambientale e sociale che converrebbe controllare nei rapporti di ASL e ARPAT prima di fare certe affermazioni.
Martini farebbe bene inoltre a non dimenticare il gigantesco danno erariale causato dalla TAV, che l’Europa finalmente ci segnala e ci rimprovera: fra Sesto F.no e Bologna stiamo pagando con oltre 10.000 miliardi di vecchie lire, interamente pubblici, un’opera che doveva costarne 2.100 (al 60% privati).

E che non è finita. Sempre con denaro pubblico, per giunta, stiamo pagando persino gli improbabili ripristini ambientali. Sarebbe più saggio che Martini non insistesse col faraonico sottoattraversamento di Firenze, adesso che il buco nero finanziario della TAV è sotto gli occhi di tutti".

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