PISTOIA, 3 marzo 2005- “La figura femminile sta nella nostra natura. E’ come uno che cerca il sole, è la stessa cosa”. Così scriveva Marino Marini a proposito di uno dei soggetti preferiti delle sue opere. E proprio “Marino Marini e il nudo” è il titolo della mostra realizzata dal Comune di Pistoia e dalla Fondazione Marino Marini. E’ allestita da domani, 4 giugno, al 31 dicembre prossimo, nelle sale espositive del museo monografico dell’artista, che si trova a Pistoia, sua città natale.
Composta da quattordici sculture, venti dipinti e undici disegni per un totale di 45 opere, la rassegna è un arricchimento temporaneo della collezione permanente del museo. In questa occasione sono visibili molte delle opere solitamente conservate nei depositi, alcune delle quali non vengono esposte da oltre dieci anni.
“Pistoia città d’arte – afferma il sindaco, Renzo Berti – con questa mostra rende omaggio ad uno dei suoi artisti maggiori. Gli estimatori di Marino troveranno opere straordinarie e l’esposizione rappresenta l’occasione per conoscere il museo che gli abbiamo dedicato, ma anche le bellezze della nostra città”.
La rassegna è il terzo progetto di un programma che mira a sviluppare la conoscenza di alcuni temi fondamentali della ricerca artistica di Marino Marini, protagonista indiscusso dell’arte del Novecento. Insieme al cavallo e cavaliere ed ai ritratti, sia la Pomona che il nudo rappresentano infatti una delle tematiche principali dell’artista, da sempre affrontata, ma mai indagata organicamente. “A partire dal 2003 – spiega l’assessore alla cultura, Giovanni Capecchi - l’Amministrazione comunale ha promosso, annualmente, una mostra tematica dedicata a Marino, allestita nel museo a lui dedicato.
In questo modo vogliamo valorizzare il Centro Marini e i dati di questi ultimi due anni ci confortano: la mostra “Marino e il teatro” ha fatto raddoppiare i visitatori del museo, un dato che è ulteriormente migliorato con la mostra dello scorso anno su “Marino e il ritratto”.
Il tema del nudo viene declinato da Marino quasi esclusivamente al femminile: i suoi nudi di donna sono solidi e abbondanti, le superfici levigate e sensuali. Tutta l’essenza della femminilità e della vita è racchiusa e significata nelle Veneri e nelle Pomone, tratte direttamente da un lontano passato, così lontano da affondare le proprie radici nel mito mediterraneo e solare della classicità.
I corpi di queste creature, torniti come frutti maturi, restano immuni dalla tragedia incombente sul mondo, che l’artista esprime pienamente con le sue figure equestri, specchio del suo crescente pessimismo per il destino dell’uomo. La Pomona, in piena antitesi con le opere che simboleggiano la tragicità della storia, resta sospesa nella sfera dell’arte, simbolo incarnato di fecondità e vita. La postura dei nudi è sempre molto armonica, solidamente ancorata alla terra da cui questi corpi sembrano sbocciare.
L’equilibrio è perfettamente calibrato, non si avvertono incertezze, l’antica ninfa dei boschi esiste naturalmente quale sopravvissuto reperto di un’età dell’oro che con placida armonia di grande madre, illumina il presente. La mostra “Marino Marini e il nudo” è curata da Maria Teresa Tosi. (tc/mp)