PISA - "Poche settimane dopo la liberazione mi affacciai al balcone della mia casa di Parco Grifeo, e detti uno sguardo al panorama di questa città martoriata: allora mi venne in mente in embrione la commedia e la scrissi tutta d'un fiato, come un lungo articolo di guerra e sulle sue deleterie conseguenze". Così il grande Eduardo racconta la genesi di uno dei suoi capolavori più emozionanti e coinvolgenti, quella Napoli Milionaria! che, scritta agli inizi del 1945 e andata in scena per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli il 25 marzo dello stesso anno, segnò l'inizio del neorealismo teatrale e l'ingresso del suo autore nel novero dei massimi drammaturghi del Novecento.
Testo capace di raccontare, e restituire nel suo dolore più compiuto, il disfacimento morale e la disgregazione sociale di un popolo, rendendo chiarissimo come il crollo morale e etico sia naturale conseguenza degli orrori della guerra, e come a questo sia necessario opporre valori fondanti ed essenziali come l'onestà, l'amore, la solidarietà, la giustizia, Napoli Milionaria! non tramonta mai di attualità, ed anzi proprio nei tormentati, drammatici giorni nostri riluce ancora una volta del suo significato più profondo.
Non è certo un caso, quindi, se lo scorso anno Luca De Filippo ha deciso di riallestire il capolavoro paterno, affidandone la regia a Francesco Rosi, intellettuale di spessore, regista cinematografico dal rigoroso impegno civile e morale, napoletano che ha vissuto in prima persona quegli anni, gli umori della guerra e del dopoguerra nella sua città.
Lo spettacolo, andato in scena nella scorsa stagione, ha avuto un successo eccezionale battendo tutti i record al botteghino; ripreso quest'anno, ora sta affrontando una nuova, lunga tournée che fa tappa anche a Pisa, al Teatro Verdi, questo fine settimana (ven 7 e sab 8 gennaio ore 21, dom 9 gennaio ore 17).
La storia si svolge fra il 1943 e il 1945 in una Napoli stremata dalla fame e devastata dai bombardamenti.
E' in questo scenario che palpita la vicenda amara di Gennaro Jovine, di sua moglie Amalia, dei loro figli Amedeo, Maria Rosaria, Rituccia e di tutto un microcosmo di contrabbandieri, piccolo borghesi, ladruncoli, povera gente, uomini d’ordine, che animano la città. Gennaro, onesto e bonario tranviere, è testimone, quasi impotente, dei piccoli traffici di borsa nera organizzati dalla moglie per sostentare la famiglia. Dopo una serie di peripezie, l'uomo scomparirà, catturato dai tedeschi e deportato all'estero, dove toccherà con mano tutto l'orrore e la follia della guerra.
Al suo ritorno, il poveretto troverà la propria casa trasformata, i suoi familiari e i suoi amici tutti presi dalla frenesia dei cambiamenti dell'immediato dopoguerra, la moglie ormai ricca e priva di scrupoli, il figlio dedito ai furti d'auto, la figlia più grande incinta di un soldato americano, la più piccola gravemente malata. Gennaro capirà allora la necessità di reagire: "La guerra non è fernuta", occorre fare qualcosa per impedire questo degrado... Con pazienza e tanta umanità, riuscirà a salvare i suoi dalla rovina, aprendo la strada ad una nuova speranza, perché "Ha da passà 'a nuttata"...
Accanto a Luca De Filippo, magnifico nel ruolo protagonista che già fu di suo padre, recitano un'ammirevole Mariangela D'Abbraccio, bravissima nel restituire l'energia e l'inquietudine di Amalia, e una ricca compagnia composta da attori eredi della grande tradizione napoletana, fra i quali Gigi Savoia, Tullio Del Matto e Isabella Salvato. Le scene e i costumi sono firmati da Enrico Job.
Uno spettacolo da non perdere, che non cessa mai di far breccia nella mente e nel cuore.
Pochissimi i biglietti rimasti disponibili.
Per informazioni tel 050 941111