Vola in Africa il giovane capovaccaio nato in cattività al centro di riproduzione di Semproniano (Grosseto)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 settembre 2004 18:13
Vola in Africa il giovane capovaccaio nato in cattività al centro di riproduzione di Semproniano (Grosseto)

Ai primi di agosto un giovane capovaccaio, una specie a rischio di estinzione, nato in cattività al centro di riproduzione di Semproniano, è stato liberato con successo in Puglia. Il progetto è nato quando la Provincia di Grosseto ha aderito alla richiesta della Regione Puglia di liberare alla Gravina di Laterza in provincia di Taranto (si tratta di un'area protetta gestita dalla LIPU nella quale è in corso un Progetto POR-Puglia, denominato \"Piano d\'azione per la conservazione del Capovaccaio nella ZPS-pSic Area delle Gravine\", curato dal locale Comune) l'ultimo capovaccaio nato a Semproniano, nel centro gestito dal WWF Toscana per conto della Provincia di Grosseto.
Il primo passo verso la liberazione di Laerte, questo è il nome del capovaccaio, è stato il suo trasferimento, a circa due mesi di età, da Semproniano a Laterza, effettuato dal direttore del Centro di Semproniano, Guido Ceccolini, dopo che i ricercatori dell'Istituto Nazionale di Fauna Selvatica avevano applicato al capovaccaio gli anelli di riconoscimento.

Nella Gravina di Laterza tutto era stato predisposto dal responsabile dell'Oasi LIPU, Vittorio Giacoia, dal responsabile del Progetto POR Capovaccaio, Filippo Bellini, e dall'ornitologo consulente della Regione Puglia, Tonio Sigismondi, che insieme a due speleologi avevano preparato un nido in una cavità rocciosa ed individuato le aree di alimentazione e di controllo. Il giovane Laerte è stato messo nel nido, dove è rimasto per circa una settimana, rifornito di cibo ed acqua grazie ad un sistema che ha evitato il contatto dell'animale con gli esseri umani, e controllato da una piccola telecamera.

Questo periodo di ambientamento nel nido è risultato fondamentale perché l'animale memorizzasse l'area circostante e la riconoscesse come luogo di nascita per tornarvi a nidificare in futuro, come accade per i giovani capovaccai nati in libertà.
Durante tutto il periodo di ambientamento uno staff di ricercatori, composto da Guido Ceccolini, Anna Cenerini del WWF, Vittorio Giacoia e Filippo Bellini della LIPU, Tonio Sigismondi e il documentarista Giovanni Zaccaria, hanno assistito Laerte e seguito ogni suo movimento, ricavando una notevole mole di dati e immagini, utili per futuri rilasci previsti nel sud d'Italia ed in Toscana meridionale.

Il 7 agosto Laerte ha finalmente compiuto il suo primo volo sotto lo sguardo discreto delle persone coinvolte nell'operazione. Nei giorni seguenti ha via via aumentato la durata dei propri voli e la distanza percorsa, pur tornando nell'area del nido per alimentarsi e riposare, a riprova che il metodo di rilascio (Hacking) aveva raggiunto il suo scopo. Interessante l'interazione con i numerosi rapaci presenti, ma soprattutto con un adulto di capovaccaio che ogni giorno andava a trovarlo, compiendo con lui voli acrobatici.
Il 22 agosto Laerte e il capovaccaio adulto anno lasciato la Gravina di Laterza per iniziare un lungo ed avventuroso volo migratorio verso l'Africa subsahariana.

Con una fortuna davvero insperata l'ornitologo Fabio Mastropasqua ha avvistato Laerte il 2 settembre all'Isola di Marettimo, di fronte alla Tunisia, mentre stava migrando in compagnia di alcuni adulti verso la Tunisia: una straordinaria conferma che l'azione è pienamente riuscita. Laerte è stato riconosciuto con certezza per l'anello applicato alla zampa sinistra e tre penne remiganti decolorate sull'ala sinistra.
"La riproduzione in cattività del capovaccaio - commenta l'assessore alla Conservazione della Natura, Giancarlo Bastianini - è estremamente difficile e richiede tempi lunghissimi, come avvenne nei primi anni della reintroduzione dell'avvoltoio gipeto nelle Alpi, ma rappresenta una delle strade da percorrere per evitare l'estinzione della residua popolazione meridionale, ormai ridotta a circa quindici coppie, e per ricostituire la popolazione della Toscana meridionale, scomparsa attorno al 1970".

Collegamenti
In evidenza