Com’è tradizione ormai da alcuni anni, la stagione di prosa del Teatro della Pergola si apre con uno spettacolo internazionale che l’Ente Teatrale Italiano ha voluto selezionare tra le tante proposte che giungono dall’estero. È un grande amico della Pergola, e un maestro della regia contemporanea, a segnare questa apertura: Jacques Lassalle, dopo il Misantropo presentato nella stagione 1999/2000, porta a Firenze il suo adattamento della Scuola delle mogli. Un progetto nel segno del grande attore, e nel ricordo di Louis Jouvet, indimenticato maestro del teatro francese, grande interprete dei testi di Molière.
Questa messinscena nasce da un idea di Patrice Martinet, direttore del Théâtre Athénée, che per celebrare il cinquantenario della morte di Jouvet (che dell’Athénée fu direttore per tredici anni) nel 2000/2001 allestì una stagione composta da opere rappresentate da Jouvet all’epoca della su direzione, durata fino al 1951. Logico chiedere a Lassalle una Scuola delle mogli, che di Molière è testo rivelatore per eccellenza.
La foto è di M. Palazon
E Lassalle riflette sul potenziale di scandalo e sovversione che quest’opera, delineatasi fin dal suo primo apparire il 26 dicembre 1662 come il più grande successo della carriera del drammaturgo, possiede ancora oggi.
La scuola delle mogli ruota intorno a un'ossessione, un'idea fissa: il tradimento. E pare che il matrimonio che Molière contrasse nel 1662 con Armande Béjart, più giovane di ventitré anni, possa essere considerato la vera "fonte" privata dalla quale la commedia ha avuto origine. Da questo probabile e mai confessato spunto, Moliére seppe dar vita a personaggi e sentimenti universali e fece del protagonista Arnolfo, uomo così possessivo e geloso da allevare nell'ignoranza del mondo la sua futura giovane moglie, sperando così di preservarsi dal tradimento, uno dei caratteri più straordinari della storia del teatro.
Dello stesso allestimento, questa volta recitato in italiano, sarà protagonista dal 20 gennaio al 1°febbraio prossimi Giulio Bosetti, con la Compagnia del Teatro Carcano
Giovedì 9 ottobre alle ore 17.00 Jacques Lassalle incontrerà il pubblico presso il Saloncino del Teatro della Pergola. Partecipano il professor Cesare Molinari e Jerome Bloch, direttore dell’Istituto Francese. L’ingresso è libero.
Incontro con Jacques Lassalle giovedì 9 ottobre - ore 17
Un colloquio a più voci sul fare teatro e sulla "memoria" dello spettatore darà il via alla ricca, multiforme stagione dedicata dall'Eti all'internazionalità, e presentata come ogni anno sui palcoscenici del Teatro della Pergola a Firenze, del Duse a Bologna e del Valle a Roma.
Ritorni, eventi, presenze eccezionali che parlano gli idiomi d'Europa e della contemporaneità, per scardinare attraverso la scena classificazioni e convenzioni a favore di nuovi incontri e consonanze.
Lassalle era stato chiamato da Martinet a partecipare con un suo spettacolo al cartellone dell'Athénée tutto dedicato a Louis Jouvet, nel cinquantenario della morte. Al regista francese era stato affidato l'allestimento de La scuola delle mogli, ispirato all'innovativo impianto scenico ideato da Christian Bérard per la storica messinscena di Jouvet del '36.
E così il dodicesimo Molière affrontato da Lassalle è diventato un lavoro speciale, incentrato non solo su un testo ma sulle tracce di una delle sue più memorabili rappresentazioni. Bosetti ha scelto poi la regia sobria, misurata del regista francese per una parallela versione italiana dello spettacolo, esaltando il gioco tra esterni ed interni con il suo Arnolfo sottile ed ambiguo.
A Firenze Lassalle ritorna - dopo Le Misanthrope ospitato nel '99 per i Percorsi internazionali - con entrambe le versioni: quella francese il 9 e 10 ottobre con l'Arnolfo di Olivier Perrier, e quella italiana con l'interpretazione di Bosetti dal 28 gennaio al 1° febbraio.
Proprio quest'ultima arricchirà anche le proposte del Teatro Valle, dal 3 al 15 febbraio, sintetizzando la linea della stagione della sala romana che mette insieme presenze internazionali e artisti italiani.
A Roma tornerà anche Alfredo Arias con Concha Bonita, composto a quattro mani con Nicola Piovani, che apre un dicembre "in musica" completato dall'opera rock Carmen, diretta da Ivo Van Hove e dalle note del fado di Misia, che presenterà il suo nuovo lavoro discografico Canto anche al Duse di Bologna.
Non solo musica ma anche la danza - tutta al femminile - sui palcoscenici dell'Eti, con le coreografie rarefatte di Luna firmate da Ginette Laurin che dal Canada arrivano a Bologna e lo stile surreale dell'israeliana Inbal Pinto che presenta a Firenze Oyster.
Sarà ancora il corpo a guidare gli interventi internazionali a Roma, con Patrice Chéreau per la prima volta in città, come il giovane Stephan Kimmig ancora sconosciuto in Italia.
A segnare questo percorso, il ritorno di due grandi registi e l'arrivo di un leggendario maestro della scena: di nuovo Declan Donnellan e i suoi moderni Shakespeare, e dalla Russia la scuola di Lev Dodin, che riconosce la tradizione insita della lezione di Piotr Fomenko.