FIRENZE - Il bilancio dell'Unione europea post 2020 non può essere visto al ribasso: sarebbe un pessimo segnale da trasmettere ai cittadini. Così il presidente della Toscana Enrico Rossi si dice d'accordo con il rapporto di Jan Mariam Olbrycht, parlamentare europeo polacco che, da vice presidente della commissione per lo sviluppo regionale, chiede agli stati membri di portare il tetto di spesa all'1,3 per cento del Pil, finalizzato alle politiche di coesione. Oggi è lo 0,9.
"Ma le nuove sfide europee richiedono non solo più risorse – ribadisce Rossi – ma anche nuove entrate". "Ed allora – propone - sarebbe il caso di prendere in esame la Tobin tax, ovvero una tassa sulle transazioni finanziarie, oppure una sulla plastica o anche una tassa sulle grandi piattaforme digitali e grandi multinazionali del settore digitale, che potrebbe essere qualcosa in più del 3 per cento del fatturato e potrebbe garantire risorse consistenti: entrate che non graverebbero né sugli Stati membri né sui consumatori".
Rossi lo ha sottolineato intervenendo stamani durante i lavori della sessione plenaria, la 128^, del Comitato delle Regioni a Bruxelles, ovvero l'organo consultivo creato nel 1994 dopo Maastrich e che raggruppa i rappresentanti delle autorità regionali e locali dell'Unione europea. Anche ieri Rossi era intervenuto in aula, sul potenziamento di Fesr e Fse per tradurre sui territori le politiche di integrazione dei migranti e denunciando il rischio di una nazionalizzazione del Fse o addirittura di tagli a entrambi i fondi.
Non è la prima volta che il presidente della Toscana rilancia l'idea di una Tobin Tax. L'esigenza di nuove entrate è del resto una idea già da tempo su tavoli dell'Unione. Suggerita in passato dal gruppo di Mario Monti e lo scorso ottobre da un rapporto dello stesso Comitato delle Regioni, è stata confermata da un recentissimo parere del Parlamento europeo.
"Con politiche al ribasso – spiega a margine Rossi – si alimentano solo i populismi, dando ancora più strumenti in mano ai partiti euroscettici, che vanno invece contrastati con argomenti convincenti e fatti concreti. E non trascuriamo i vantaggi collettivi dell'appartenenza al più grande mercato unico del mondo, forte di 500 milioni di consumatori".