Stop al criterio del massimo ribasso nelle gare, stop ai subappalti a cascata, estensione delle tutele dei cantieri pubblici a quelli privati, più formazione, inasprimento delle pene e una sorta di ‘patente a punti’ per chi sgarra. Questi alcuni dei punti toccati dal sindaco Dario Nardella in consiglio comunale dove ha svolto una comunicazione sul grave incidente sul lavoro avvenuto giovedì scorso in via Mariti. Il sindaco ha anche lanciato un appello ad Esselunga, proprietaria del cantiere, perché completi, nei tempi e nelle regole previste, i lavori pubblici previsti dal piano di urbanizzazione dell’ex Panificio militare.
“Stiamo vivendo una situazione drammatica che chiama tutti noi a una responsabilità forte - ha dichiarato il sindaco -. Ci sono stati 1041 incidenti mortali nel 2023, 145 nel 2024, tre morti al giorno, un vero e proprio bollettino di guerra. Nell’anno 2023 a seguito delle ispezioni effettuate vi è stato un aumento del 44% delle situazioni irregolari registrate. C’è dunque un sistema diffuso, capillare, di violazione sistematica delle regole sulla sicurezza. E nell’edilizia la situazione è ancora peggiore, anche dal punto di vista delle paghe. Una situazione che può essere invertita se c’è un impegno reale. Le parole ormai non bastano. Occorre una risposta dura e giudico positivamente la disponibilità delle opposizioni a lavorare a un decreto legge”.
“Il Comune di Firenze ha attualmente in corso oltre 400 cantieri e ha già adottato accordi, protocolli e procedure per favorire la sicurezza nei luoghi di lavoro - ha continuato Nardella -. Con l’applicazione del nuovo codice dei contratti il Comune di Firenze, nei propri appalti, ad esempio nella riqualificazione dello stadio, impone alle imprese il contratto di lavoro da utilizzare individuandolo tra quelli sottoscritti dalle principali organizzazioni sindacali e applicando il contratto di lavoro prevalente rispetto alle attività che si svolgono.
Il Comune di Firenze ha sottoscritto poi con le organizzazioni sindacali e l’Azienda sanitaria di Firenze protocolli per l’obbligo di dotare tutti i lavoratori di tessera personale di riconoscimento con procedura di rilevamento elettronico monitorando quotidianamente presenze, orario di lavoro e formazione. E se con l’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti sono decadute per legge i limiti percentuali sulle attività subappaltabili e sul subappalto a cascata demandando alle stazioni appaltanti le valutazioni opera per opera, l’amministrazione Comunale ha ritenuto comunque, ad esempio nell’appalto della riqualificazione dello stadio, di limitare le possibilità di subappalto e di vietare il subappalto a cascata per garantire le migliori condizioni di sicurezza in cantiere.
Infine il Comune di Firenze nella quasi totalità degli appalti non utilizza per l’aggiudicazione il criterio del massimo ribasso bensì quello della offerta economicamente più vantaggiosa attribuendo al parametro prezzo anche un peso del solo 10%”.
“Dobbiamo cancellare la cultura del massimo ribasso nelle opere pubbliche e anche in quelle private, dobbiamo dire di no alla deregulation sugli appalti e dobbiamo estendere le tutele del pubblico agli appalti privati - ha detto il sindaco -. Rifletterei anche sul tornare alla proposta della ‘patente a punti’, se ne parlava già negli anni Ottanta, per le aziende che partecipano alle gare: la patente perderà punti nel caso in cui le aziende siano state sanzionate per violazione sulle norme relative alla sicurezza del lavoro o abbiano tra i propri dipendenti degli infortuni o morti sul lavoro. Non c’è sicurezza sul lavoro se il lavoro deve costare il meno possibile. Il lavoro deve costare. La tutela del lavoro non deve essere messa al discount”.
In merito ai lavori di urbanizzazione dell’area, il sindaco ha ricordato che in metà dell’area dell’ex Panificio è prevista la realizzazione di opere pubbliche e ha fatto appello ad Esselunga perché queste possano andare avanti. Tra queste opere il sindaco ha segnalato il nuovo giardino da 3000 metri quadrati, il nuovo parcheggio per 60 posti auto destinati ai residenti, la nuova sistemazione stradale con nuove rotatorie e un nuovo percorso ciclopedonale.
“Questa tragedia - ha concluso il sindaco - rimarrà un segno indelebile nella storia della città e per noi sarà un monito costante. Da Firenze parte una campagna forte per la sicurezza dei lavoratori, per essere all’altezza di questo dolore. Dobbiamo essere forti, presenti, incalzanti per cambiare quello che succede altrimenti alla prossima tragedia non ci sarà qualche sciopero ma la sommossa di una cittadinanza stufa, stanca di istituzioni inconcludenti, di una politica che non risponde. Sono sicuro che Firenze, per la sua importanza e forza, può richiamare tutte le forze politiche al governo e al parlamento per fare qualcosa subito. Se non lo faremo avremo la coscienza sporca e noi non la vogliamo”, ha detto infine Nardella.
Dalla Lega, il capogruppo Bussolin ha affermato: “Come Lega ci siamo sempre stati e ci siamo se si tratta di unire le forze per rendere più sicuro il lavoro. Lo dimostra la decisa azione del governo di centrodestra, che ha aumentato di quasi il doppio i fondi per la formazione e la prevenzione degli incidenti sui luoghi di lavoro. Sono stati assunti 800 ispettori per oltre 100mila ispezioni annue.
Ma, se ci spostiamo in Toscana, ci chiediamo: cosa non è stato fatto finora nella nostra Regione e quindi nella nostra città? Ebbene, il PD in Regione Toscana nel 2017 ha abolito il settore autonomo per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Quando gli è stato fatto presente, il governatore Giani è caduto dal pero. Come Lega diciamo: reintroduciamolo subito!
Dalla sinistra poi avverto una sottile ipocrisia. Il consigliere Palagi, candidato sindaco, è ormai in una campagna elettorale perenne, e nel giorno di lutto cittadino cosa fa? Manifesta contro i Cpr. Cioè va a contestare proprio quelle strutture che potrebbero identificare e rimpatriare quelle persone che non hanno titolo a restare sul nostro territorio e poi vengono arruolate, contro le leggi, per lavorare e muoiono nei cantieri.
Infine, caro sindaco Nardella, c’è il buon esempio, che la politica può dare. Lei, quando è stato il suo turno, non l’ha dato. Perché anche quando si ripulisce la facciata di un palazzo si devono seguire le regole: occorre indossare gli abiti adatti, mettersi in sicurezza. Lei, caro sindaco, mentre ripuliva alacremente la facciata di Palazzo Vecchio imbrattato, non l’ha fatto”.
Per Sinistra Progetto Comune, il consigliere Palagi ha detto: “Non è il momento del silenzio.Nel silenzio le persone vengono sfruttate, perdono la loro salute (fisica e mentale), perdono la libertà, vedono negata la loro dignità, i loro diritti.Nel silenzio il potere agisce garantendo gli attuali rapporti di forza, mentre aumentano le diseguaglianze e le persone vengono divise, messe le une contro le altre.Lo avete già fatto, pochi mesi fa. Di fronte a un’emergenza, pure prevedibile, ci avete chiesto unità istituzionale.
Era una pandemia. Avete riscoperto quanto stabilisce la nostra Costituzione. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.La strage era evitabile? Noi diciamo di sì. Sosteniamo che dovevamo alimentare maggiormente i conflitti e dare ancora più forza alle lotte. Perché di fronte alla strage di Viareggio c’è un lavoratore che ha perso il lavoro per essersi schierato dalla parte delle vittime e delle loro famiglie.Parlare in quest’aula ha poco senso, se non si dialoga con quello che avviene fuori da questo Palazzo.E ieri sera, durante un presidio spontaneo, tra gli applausi delle tante persone presenti, è emersa la richiesta di superare l’idea dell’ennesimo centro di grande distribuzione in un’area dove manca il verde.In un’area militarizzata per giorni e giorni, con una sovrapposizione di posizioni tra destre e PD, mentre si criminalizzava l’autogestione di viale Corsica, prendendo in ostaggio la residenza.
Oggi in viale Corsica c’è un vuoto. Il Sindaco aveva promesso che lì si sarebbe dovuta sviluppare una funzione pubblica. Così non è. La nuova proprietà ha abbattuto l’edificio per smettere di pagare i servizi di vigilanza privata, senza ancora decidere cosa farci, ma l’obbligazione non c’è più, lo ha scritto nero su bianco l’Assessore Bettarini rispondendo a una nostra interrogazione.L’ex Panificio è una storia di mancata prelazione, mancata progettazione pubblica, mancata partecipazione della cittadinanza.
Tutto è riportato dai siti del Comitato della zona e da Per un’altra città, così come dall’attività istituzionale delle sinistre di opposizione, a cui per anni avete saputo solo dire “no, no, no”.C’è poi la storia del ruolo degli enti locali rispetto ai cantieri. Sul 110% e sulla possibilità di utilizzare la Polizia Municipale abbiamo depositato interrogazioni e atto di indirizzo. Ci avete sempre detto di no. Se dopo questa strage ci direte di sì, non faremo polemiche, ma non chiedeteci soddisfazione, perché a me è capitato di pensare “chissà se la mozione avrebbe potuto cambiare qualcosa, con qualche agente in grado di poter fare qualcosa in via Mariti”.Infine, c’è la storia dei sermoni di cui ci accusa la Lega.
È bene raccontare quanto la Bossi-Fini e la criminalizzazione dell’immigrazione sia funzionale allo sfruttamento. A me in classe capita di insegnare a chi fa corsi di idraulica, o per diventare elettricista: mi dicono che fino a 30 anni contando di fare lavori edili, per guadagnare di più. Quindi io mi sono immaginato un mio studente o una mia studentessa tra quelle macerie. E mi ci identifico con quelle persone sfruttate, di cui spesso non volete parlare. Perché in quest’aula preferite parlare di illegalità solo quando colpite persone senza potere.
Invece chi difende questo sistema di sfruttamento vi sostiene, o addirittura viene ospitato nelle vostre liste. Ci avete detto che il conflitto capitale-lavoro è superato, ma noi, classi lavoratrici, continuiamo a morire. Nell’alternanza scuola lavoro, nei cantieri, nelle fabbriche, mentre svolgiamo lavori di cura, in appalto, con contratti precari, con sempre meno tutele, lavorando senza contratto. Invece si continua a parlare di sgravi alle imprese, tagli alle tasse, agevolazioni per la crescita dei profitti.Oggi è il momento della rabbia, del conflitto e delle lotte.
E della gratitudine, per chi con il proprio lavoro sta salvando vite e cercando corpi. Per chi subisce questi rapporti di forza”, ha detto concludendo Palagi.
La vice capogruppo Pd Innocenti è così intervenuta dopo la comunicazione del sindaco:
“Venerdì mattina, a pochi passi da casa mia, un boato che si è subito trasformato in un silenzio glaciale, rotto soltanto dalle tante sirene che si sono susseguite nella zona nord ovest della città. Mi sono chiesta ma cosa sarà successo? Fino all’arrivo della tragica notizia, una tragedia immane, una tragedia che non sarebbe e non dovrebbe mai accadere, perché quando esci la mattina da casa salutando i tuoi cari dovresti avere il diritto di ritornarci la sera e magari raccontare agli stessi come è passata la giornata lavorativa dove magari racconterai di quella gettata di cemento che stavi facendo, o ancora rientrare la sera e sapere che con quella giornata di lavoro riuscirai a mandare qualche soldo alla tua famiglia nel tuo Paese di nascita che, purtroppo, non ti permette di rimanerci se vuoi dare una garanzia di vita degna ai tuoi cari.
Invece no, solo dolore, solo pianto e solo silenzio, per il rispetto di chi non c’è più e dei propri familiari.
Con queste 4 povere vittime accertate, si rappresentava il ciclo della vita attraverso il percorso lavorativo, la speranza, il futuro con il ragazzo di ben soli 24 anni, la continuità e la stabilità con le vittime 40/50enni, fino ad arrivare alla vittima sessantenne che era quasi giunto alla sua meritata pensione.
Italiani, stranieri, irregolari, io vorrei soltanto in questo momento chiamarli lavoratori.
Sicuramente un ringraziamento deve essere obbligatoriamente fatto ai soccorritori, alla Protezione Civile, alla Polizia municipale, alle forze dell’ordine, ai medici che in questo momento curano i feriti, assistendo anche i familiari delle vittime, ma soprattutto ai Vigili del fuoco che stanno lavorando in una situazione pericolosa e delicata
Le indagini faranno il proprio corso, non spetta a noi fare sentenze, ci sono già tante persone preposte che lo faranno.
Ma le riflessioni, gli input e le istanze per fermare queste morti, quelle sì che dobbiamo farle.
Non possiamo più permetterci di consentire di avere ancora vittime sul lavoro, non dobbiamo più versare lacrime, dobbiamo dire forte e chiaro che questo nuovo codice degli appalti ha aperto troppo le maglie, che la semplificazione che ha l’obiettivo di ridurre gli adempimenti sia per le stazioni appaltanti che per i contraenti deve essere rivista, che il subappalto a cascata non deve essere attuato, che le gare al ribasso non devono essere fatte, rischiando che materiali e tecnologie possano essere scelte non qualitativamente, tutto deve essere eccellente, e per questo ringrazio l’Amministrazione Comunale fiorentina che applica gli appalti trasparenti, con molteplici prescrizioni, che la formazione del lavoratore deve essere al primo punto dell’agenda imprenditoriale, e la sicurezza non deve rimanere soltanto una parola, investendo fortemente sugli ispettori del lavoro, che sono veramente un numero esiguo.
Basta! Non si può e non si deve risparmiare a discapito delle vite umane. Nel 2021 all’ennesimo morto sul lavoro ho presentato un atto che richiedeva più impegni per la tutela dei lavoratori, uno auspicava che fosse introdotto il reato di omicidio, perché la morte sul lavoro deve essere considerata omicidio, solo un rimpianto credevo che potesse esserci un voto unanime dell’aula, invece le forze politiche di destra preferirono fare non voto. Intanto mentre noi siamo qui a piangere su questa tragedia, stamani a Fornacette Pisa, 2 operai precipitati giù dal tetto, 29 e 32 anni, ricoverati in gravissime condizioni. Allora io mi domando a quando il prossimo??”.
Il capogruppo di Firenze Democratica Calistri ha detto: "Provo a dire qualcosa in un momento così difficile e fragile di questa nostra comunità come la chiamiamo ora.
Non so cosa sia successo precisamente ma qualche considerazione la vorrei fare.Prima di tutto esprimo il mio sincero cordoglio e quella di Firenze Democratica alle famiglie delle vittime.Un grazie vero e non di circostanza a tutto il personale che ha svolto e sta svolgendo le operazioni di recupero e di messa in sicurezza del cantiere in un contesto sicuramente complesso e delicato.In questi giorni si è scritto molto, come si scrive molto in un momenti come questo. Direi che siamo molto bravi a scrivere ma poi quando dobbiamo intervenire facciano più fatica per una serie di motivi, non entriamo ora nel merito ma dovremmo farlo e prendere il tempo, poco spero, per intervenire e per essere credibili.E in una situazione come questa penso a chi aveva un padre e ora non ce l’ha più, penso a quelle mogli che non avranno più un marito e potrei continuare…Quello che è accaduto venerdì mattina sul cantiere di via Mariti rappresenta una tragedia immane e auspichiamo che venga al più presto fatta luce su quanto accaduto.Se vogliamo evitare che tragedie come quella di via dei Mariti a Firenze si ripetano con cadenza regolare, è indispensabile porre un freno alla frammentazione delle prestazioni lavorative sui cantieri pubblici e privati, e investire maggiormente in formazione e controlli, applicando alcune regole del pubblico anche al settore privato.
Lo spezzatino di professionalità e di aziende edili costituisce spesso la normalità nel mondo delle costruzioni e questo fenomeno ha un duplice effetto negativo: da un lato determina un impoverimento nella qualità del lavoro e dei lavori, dall’altro rende difficili i controlli in materia di sicurezza da parte dell’Ispettorato del Lavoro.Abbandonare questo modello di gestione delle grandi opere, pubbliche o private che siano, deve essere la priorità dell’intero sistema-Paese. E ciò perché non è tollerabile sacrificare la vita di centinaia di persone ogni anno, in nome di un profitto che compromette la qualità del tessuto urbano e sociale delle nostre città.
Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure.“La sicurezza non è un costo, ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona”, ha detto recentemente il presidente Mattarella.E proprio per questo occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione”, ha concluso Calistri.