Firenze, 8.07.2021 - Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano i cinghiali che hanno invaso città e campagne in Toscana con un aumento del 15%. E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti Toscana in occasione della protesta di agricoltori, cittadini e istituzioni in piazza Duomo a Firenze. I branchi – sottolinea la Coldiretti regionale - si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.
Dopo il lockdown causato dall’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di oltre 300 mila esemplari – sottolinea la Coldiretti regionale – con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute. C’è chi si è ritrovato un cinghiale in piscina, chi li ha incrociati in mare e anche chi – evidenzia la Coldiretti – li ha fotografati mentre si godono la siesta su un materasso abbandonato accanto ai bidoni della spazzatura.
La Giunta della Regione Toscana ha già deliberato, in linea con le legittime istanze degli agricoltori rappresentate in maniera pressante in tutte le sedi da Coldiretti Toscana, dando la possibilità agli agricoltori – in applicazione dell’articolo 37 della norma regionale – di intervenire direttamente, con il coordinamento della Polizia Provinciale. Un atto importante e unico che, però, necessita di atti procedurali utili – aggiunge Coldiretti Toscana - alla efficacia effettiva del provvedimento regionale, anche attraverso un confronto serrato con le Polizie provinciali.
Oltre ai rilevanti danni alle colture, è ingente l’impatto negativo – insiste Coldiretti Toscana - sulla biodiversità e sull’ambiente in generale, parallelamente al ripetersi degli incidenti stradali dovuti ad animali, in molti casi drammatici o mortali.
La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 20 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti Toscana - viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.
Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali. L’azione dunque secondo il Piano – continua la Coldiretti – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.
La Coldiretti Toscana chiede che le Regione, che ha già autorizzato l’intervento diretto degli agricoltori con il coordinamento della Polizia provinciale, faccia pressing in Conferenza Stato Regioni, per:
- una necessaria modifica della norma statale volta a semplificare e rafforzare gli interventi di controllo e contenimento della specie;
- un impegno da adottare a livello regionale per regolamentare l’attività di prelievo venatorio.
- gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale;
- il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio
- che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente
- per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.”
“Una situazione di emergenza che richiede provvedimenti rapidi, poiché il rischio è che sempre più agricoltori abbandonino le aree interne e l'attività di coltura. Per il momento la Giunta regionale ha modificato una delibera risalente dal 2016 che autorizza gli agricoltori a intervenire - nei limiti previsti e consentiti - per difendersi, tuttavia il problema rimane poiché il numero di ungulati è aumentato esponenzialmente durante la pandemia a causa dello stop dell'attività venatoria. Il numero di cinghiali arriva a essere, in alcune zone della Toscana, fino a quattro volte superiore a quello consentito dal piano venatorio, per una popolazione complessiva di quasi mezzo milione di capi che stanno distruggendo l'economia agricola, comprese le colture più pregiate.
Occorre intervenire subito per salvaguardare il settore agricolo e per difendere i cittadini e lo stesso ambiente che rischia squilibri negli ecosistemi territoriali. L'uomo fa parte dell'ambiente e da sempre ne è al centro, motivo per cui le tematiche ambientali devono sempre partire e svilupparsi in un'ottica antropocentrica, capace di stabilire il corretto equilibrio tra l'attività umana e la presenza di fauna selvatica. Si tratta di un'operazione di carattere culturale da promuovere a partire dalla scuola, dove sarebbe auspicabile parlare di ambiente a partire da un'ottica antropocentrica, in cui il rapporto tra l'uomo e la natura è in equilibrio”.
È quanto dichiara il consigliere regionale FdI Alessandro Capecchi, che questa mattina è intervenuto alla manifestazione di Coldiretti Toscana in piazza Duomo a Firenze.