Firenze, 20 febbraio 2021- Si è tenuto oggi in Piazza della Repubblica Firenze, l’incontro tra le Istituzioni e gli operatori del mondo Horeca, presente anche il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
Pagamento immediato del bonus filiera e l'erogazione dei ristori quinquies. Ma anche una revisione del sistema a colori e l'annullamento delle tasse relative al 2020-2021. Sono alcune delle richieste presentate a Eugenio Giani dagli imprenditori del gruppo TNI-Tutela Nazionale Imprese-Ristoratori Toscana.
“Chiediamo al presidente Giani, che ringraziamo per la solidarietà mostrata, di farsi portavoce delle nostre proposte presso il Governo. Le nostre imprese stanno morendo, chiediamo a chi di dovere di fare qualcosa prima che sia troppo tardi” spiega il portavoce Pasquale Naccari.
Nel 2020, solo nella ristorazione toscana, sono stati bruciati 260 milioni di euro e 27 mila sono i contratti in meno registrati nella filiera del turismo. Nell'anno della pandemia le presenze di turisti nelle strutture ricettive hanno registrato una flessione del -78% con picchi del 99% nei mesi di aprile e maggio. Dal +3% di gennaio 2020 le presenze sono scese al -44% di febbraio. I mancati incassi delle attività si sono ripercossi sul tasso occupazionale: 8.253 i posti in meno tra gennaio e settembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. All'incontro, insieme al presidente Giani, hanno preso parte gli esponenti di tutte le forze politiche: Lorenzo Masi dei 5 stelle, Fausto Merlotti del Pd, Marco Stella di Forza Italia ed Elisa Tozzi della Lega. Tra le richieste che verranno portate a Roma il 22 febbraio, anche il superamento del sistema semaforico.
“Siamo contenti della solidarietà del presidente Giani e di tutte le forze politiche che stamani sono venute a darci ulteriore prova del loro sostegno. Chiediamo di andare oltre il sistema ‘a semafori’ delle regioni gialle, arancioni e rosse perché penalizza solo i bar e i ristoranti – aggiunge Naccari -. Lunedì saremo a Roma con il nostro presidio a oltranza davanti a Montecitorio. Al nuovo Governo chiediamo aiuti economici, così non riusciamo più ad andare avanti.
Il bonus filiera deve essere erogato subito. Idem i ristori del decreto quinques. Il bonus che ci è arrivato dalla nostra regione, esempio di facilità e di velocità di compilazione, dovrebbe essere preso a modello su scala nazionale. E invece se le realtà regionali capiscono le nostre difficoltà, basti vedere l’impegno profuso per provare inutilmente a salvare il San Valentino, domenica scorsa, Roma appare completamente distaccata. E’ urgente un cambio di passo, altrimenti morirà uno dei settori fiore all’occhiello della nostra economia”.
Il gruppo, nello specifico, chiede la possibilità di aprire i ristoranti sia a pranzo che a cena in zona gialla. In zona arancione di poter aprire a pranzo ma con adeguati indennizzi a fondo perduto e in zona rossa che la chiusura totale sia accompagnata da misure di sostegno dignitose. Alla Regione Toscana, invece, gli imprenditori chiedono che i soldi rimasti dal bando della ristorazione siano messi a disposizione del mondo Horeca e di prevedere voucher da dare alle famiglie in modo che possano venire spesi nei ristoranti.
A unirsi alla protesta dei ristoratori anche il Gruppo autonomo Guide e accompagnatori turistici esclusi dal contributo a fondo perduto del Mibact: “Anche noi saremo in piazza Montecitorio, le mancate misure di sostegno ci hanno messo tutti in una condizione di indigenza” dicono.
"Noi come sempre non potevamo mancare per esprimere il nostro sostegno alla categoria, motore del nostro territorio". dichiarano i consiglieri del M5S Lorenzo Masi e Roberto De Blasi "Ora, ci attendiamo dalla nuova compagine di Governo (che vede la presenza di quasi tutte le forze politiche che fino a pochi giorni fa erano all’opposizione a criticare), che trasformi quei suggerimenti in fatti, per un sostegno e una ripartenza concreta della categoria messa in ginocchio dalla pandemia" sottolinea Masi.
La Giunta regionale ha dato comunicazione che già dalle prossime settimane si procederà a liquidare gli aventi diritto all’indennizzo previsto dal bando regionale di sostegno agli agriturismo colpiti dall’emergenza Covid.
“Considerando il periodo di forte crisi economica vissuto anche dagli oltre 1500 agriturismo della provincia di Siena, questa risulta una boccata di ossigeno” è il commento di Fabrizio Rappuoli, presidente di Terranostra Siena che è l’associazione per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio di Coldiretti.
Alcune settimane fa era stata proprio Coldiretti Terranostra a lanciare un appello ulteriore ai Comuni di tutta Italia – quindi anche della provincia di Siena – affinché fosse azzerata la Tari “perché anche le strutture agrituristiche da un anno stanno lottando per sopravvivere stretti fra lockdown, misure anti contagio e limiti agli spostamenti con il crollo del turismo e il blocco della ristorazione”. Le misure restrittive adottate per contrastare il diffondersi dell’epidemia stanno determinando una forte contrazione delle attività multifunzionali delle imprese agricole le quali, nonostante tutto, non hanno interrotto le attività principali di coltivazione e di allevamento e continuano a garantire la produzione di cibo, pur in presenza di una forte concorrenza di alimenti stranieri sui banchi dei supermercati. Ma la chiusura delle attività agrituristiche sta mettendo a rischio un intero comparto legato al turismo e al territorio.
L’agricoltura è storicamente il settore a maggiore resilienza, ma occorre dare una mano per affrontare la tempesta, attraverso interventi che consentano alle imprese di ripartire. Per superare la crisi – aveva detto Coldiretti Terranostra - occorrono misure finanziarie in grado di sostenere la capacità economica e produttiva delle nostre Imprese. Lo stesso Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL) istituito dall’Anci per assistere i Comuni in materia di finanza ed economia locale, ha infatti ribadito la facoltà degli enti di deliberare riduzioni della TARI per le imprese che siano state costrette a sospendere l’attività o a esercitarla in forma ridotta a causa della situazione di emergenza.