Via libera del Consiglio comunale al Piano operativo e piano strutturale 2023 presentati oggi in aula dall’assessora all’Urbanistica Cecilia Del Re. L’adozione da parte dell’assemblea di Palazzo Vecchio arriva dopo l’adozione da parte della giunta e il voto favorevole di tutte le commissioni consiliari e di tutti i Consigli di Quartiere. Il piano delinea la ‘Svolta urbana: zero alberghi, lotta alla rendita e servizi a 15 minuti a piedi, per una Firenze giusta e prossima attraverso innovazione pubblica e privata’.
“Ringrazio il consiglio comunale per l’adozione del Piano operativo - ha detto il sindaco Dario Nardella -, primo atto che ci porterà nei prossimi mesi a portare nello stesso consiglio la definitiva approvazione. Ringrazio altresì l’assessore Del Re e tutta la giunta nonché gli uffici tecnici per il lavoro che ha portato a questo risultato. Il Piano operativo rientra tra i principali atti amministrativi che danno forma all’azione di governo dell’ente permettendoci così di offrire ai cittadini e alle istituzioni pubbliche e private un quadro di regole certe e di lungo periodo. In questo modo possiamo proseguire la grande azione di rigenerazione urbana e di sviluppo urbano della città nel segno della sostenibilità e dell’attenzione al mondo del lavoro, ai più fragili, alle imprese virtuose e agli investimenti che fanno crescere la comunità”.
“Un piano innovativo che segna una svolta e si pone in discontinuità con i precedenti piani urbanistici, e non poteva che essere così in quanto si tratta del primo piano post pandemia - ha detto l’assessora Del Re -. Le riflessioni che abbiamo fatto insieme al Consiglio comunale, ai quartieri, alla città tutta, in questo drammatico momento che abbiamo vissuto si ritrovano nel piano operativo con delle scelte in controtendenza. No alla turistificazione della città grazie alla scelta più coraggiosa che facciamo, cioè il blocco verso il turistico ricettivo: siamo la prima città in tutta Italia a farlo, e in questo modo cerchiamo anche di attrarre altri investimenti in città, incentivando un mix di funzioni per il recupero di grandi contenitori.
E poi sì alla città pubblica: dobbiamo mettere fine alla stagione della dismissione degli immobili che precedenti amministrazioni hanno attuato anche per necessità di bilancio. Oggi, grazie alle risorse europee, e anche grazie a un cambiamento rispetto agli oneri di urbanizzazione e monetizzazione inserito in questo piano operativo dove, in tema di housing sociale, abbiamo modificato una norma di 18 anni fa che non era poi mai stata toccata, aprendo all'acquisto di nuovi immobili per dare risposte soprattutto sul tema della casa e sul tema degli alloggi per studenti, altra grande emergenza a cui dobbiamo far fronte ovviamente insieme agli altri enti competenti, ovvero Regione Toscana, Azienda regionale per il diritto allo studio e Università di Firenze.
Il pubblico deve fare il pubblico e quindi verso questi obiettivi devono essere indirizzate le nostre energie per costruire una città sempre più prossima a misura di cittadino. E ciò anche con il tema della mappatura dei rioni e quindi dei servizi a 15 minuti, che entra sempre in una logica di città post pandemia dentro i nuovi strumenti urbanistici così come entra per la prima volta la mappatura delle isole di calore: i cambiamenti climatici stanno e devono stare al centro della pianificazione urbanistica con scelte anche coraggiose come quella sul fotovoltaico che abbiamo compiuto anche discostandosi dal parere della Soprintendenza e con temi delicati ma centrali per una città inclusiva, quali quelli dell'urbanistica di genere per una città progettata secondo i bisogni di tutte e tutti.
Infine il tema dell'accessibilità, con l'accordo di ricerca e le linee generali del Dida che entrano dentro al piano operativo e portano a un nuovo metodo dell'Amministrazione per lavorare su questo fronte”.
I nuovi strumenti si articolano su 186 aree di trasformazione in cui le 135 schede di trasformazione pubblica doppiano quelle di trasformazione privata, 51, con 50 scelte di campo che segnano un netto aumento rispetto al passato. Si va dallo stop alla turistificazione con il blocco totale del cambio d’uso in turistico-ricettivo in zona A (a prescindere dalla dimensione della superficie dell’immobile e dalla destinazione d’uso originaria) alla proposta di blocco per le attività extra-ricettive nel regolamento Unesco, fino alle scelte per evitare le rendite di posizione come la penalità per chi non recupera in tempi rapidi immobili dismessi o abbandonati e l’eliminazione delle schede di decollo e atterraggio per semplificare i movimenti dei volumi.
Ma anche incentivi per favorire un mix di funzioni per grandi immobili (superiori ai 2mila mq) con l’interscambiabilità delle funzioni residenziale, direzionale e servizi per immobili e misure per introdurre e sostenere iniziative di rigenerazione partecipata con l’ampliamento del ricorso all’uso temporaneo degli spazi, all’urbanistica tattica e alla co-progettazione come elemento di rigenerazione urbana partecipata, a partire da una co-progettazione per Quartiere: ex Camping Michelangelo e Carra nel Q1, San Salvi nel Q2, La Riottosa nel Q3, ex Campolmi nel Q4 e Stibbert nel Q5.
E poi il pacchetto per sostenere l’abitare e la popolazione che cambia con: oneri e monetizzazioni usati anche per l’acquisto di un nuovo patrimonio immobiliare da adibire ad housing sociale o co-housing e per ristrutturare il patrimonio abitativo Erp esistente; student housing e senior housing dentro il concetto di ‘housing sociale’; l’alloggio minimo resta 50 mq in centro storico mentre in zona A viene introdotto il nuovo criterio della superficie edilizia media (50-55-60) per limitare il numero di frazionamenti, dando al contempo maggiore flessibilità nell’uso dello spazio.
Inoltre, nelle convenzioni con il privato viene previsto un abbattimento degli oneri a fronte dell’inserimento di un divieto almeno decennale di utilizzare gli alloggi per affitti turistici brevi e attività extra ricettive; per i nuovi studentati privati, il 20% delle camere sarà destinato agli studenti bisognosi dell’Università di Firenze che saranno gestite direttamente dall’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario, mentre la possibilità di aprirsi al turistico-ricettivo per queste strutture viene limitata da 90 a 60 giorni all’anno e nei soli mesi di luglio e agosto.
Per diversificare e riattivare il tessuto economico e produttivo, il Poc introduce il blocco delle medie strutture di vendita di tipo alimentare (superiori a mille mq) in zona A per supportare il commercio di prossimità; il divieto del cambio d’uso dei fondi commerciali al piano terreno per essere trasformati in residenze o adibiti ad altre destinazioni; l’azzeramento degli oneri di urbanizzazione per attrarre nuove imprese e la possibilità per le esistenti di ampliarsi fino al 25%, unica deroga ai volumi zero; la previsione di un Polo logistico a servizio delle imprese del territorio e dei suoi lavoratori; la valorizzazione dei centri commerciali naturali; l’inserimento di misure di sostegno alle aziende agricole nello svolgimento della loro attività con la possibilità anche di fare agricamping; l’individuazione di aree per camperisti agli ingressi della città.
Il capitolo ‘Cultura ovunque’ prevede la creazione di un nuovo attrattore culturale per Quartiere, fuori dal centro storico (ex Ogr e Manifattura Tabacchi con il polo dell’arte contemporanea; Stadio Nervi con il museo del calcio e dello sport; Memoriale di Auschwitz come partenza del Museo diffuso della Resistenza; Museo dell’acqua e dei cambiamenti climatici al Parco Florentia; Museo del Futuro e delle nuove tecnologie in viale Guidoni); ma anche una nuova classificazione del patrimonio edilizio esistente, più puntuale e dettagliata, in ottica di tutela e valorizzazione, così come richiesto dalla consulta delle professioni; la tutela per cinema, teatri, librerie e attività storiche e il recepimento delle novità del nuovo Piano di gestione Unesco con ampliamento dell’area Unesco, buffer zone e con l’introduzione della Valutazione di impatto sul patrimonio per le trasformazioni urbanistiche.
Per la ‘Città 15 minuti’ si inserisce la mappatura della città in rioni per verificare la distanza a 15 minuti a piedi dei servizi essenziali e il conseguente impiego degli oneri di urbanizzazione (e non solo) per coprire in sede di pianificazione e realizzazione delle nuove opere le eventuali carenze, mentre gli oneri di compensazione potranno essere utilizzati anche per realizzare opere in altri quartieri, quindi non necessariamente nelle vicinanze dell’intervento. Via libera anche alle facilitazioni per le sedi del Terzo settore (ambulatori diagnostici, etc), associazioni sportive dilettantistiche e luoghi di culto.
In tema di accessibilità e urbanistica di genere, il piano prevede l’inserimento delle linee guida dell’accessibilità per la progettazione architettonica e dello spazio pubblico redatte dall’Unifi, propedeutiche all’adozione del Piano di settore (Peba) e l’inserimento del concetto e della visione dell’urbanistica di genere: l’impiego degli oneri di urbanizzazione dovrà tenere in considerazione questo tema declinato nelle varie accezioni (sicurezza, servizi, mobilità, etc). Per ‘Arno spazio vivo’ viene inserita una visione d’insieme del fiume, funzionale alla sua valorizzazione: spazi di relazione, percorsi ciclo-pedonali (ciclabile Greve-Ema), produzione di energia pulita, uso del fiume per finalità sportiva o di trasporto pubblico o legata alle tradizioni storiche popolari e non a scopo di intrattenimento turistico.
Ampio lo spazio dedicato ai temi ambientali, della mitigazione climatica e della transizione energetica possibile e giusta con l’avvio del primo Piano del verde e degli spazi pubblici aperti della Città di Firenze (coordinato a Ps e Poc); l’aumento degli spazi di verde pubblico su scale diverse: oltre al nuovo Parco Florentia e all’ex Camping Michelangelo, 33 nuove schede di verde pubblico, insieme a nuovi orti urbani, pocket garden e verde di quartiere; l’incentivo alla depavimentazione, alla copertura arborea dei parcheggi (un posto auto ogni 50 mq anziché ogni 25 mq) e alle aree di sosta naturalistiche; valorizzazione delle greenways cittadine; tutela della biodiversità e del mondo animale, a partire dal sostegno all’apicoltura (piante nettarifere, etc), alla tutela di rondini e rondoni, e a nuove aree cani.
Viene inoltre pianificato un Ecocentro per quartiere, parte del piano di raccolta dei rifiuti ‘Firenze città circolare’, oltre all’attivazione del nuovo impianto per smaltimento Raee (rifiuti elettronici ed elettrici) a San Donnino. Si favorisce poi il ricorso alle energie rinnovabili grazie all’installazione di impianti fotovoltaici e pannelli solari (requisito fondamentale per la costituzione di comunità energetiche), con la variante urbanistica di prossima approvazione. In tema di mobilità sostenibile, dolce e intermodale per Firenze e per la Grande Firenze, il piano inserisce le nuove linee tramviarie, i parcheggi scambiatori (preferibilmente sotterranei) e i parcheggi diffusi in centro storico e nei Quartieri, ma anche Scudo verde, Bicipolitana, zone 30, bike boxes e spazi per ricovero mezzi di mobilità sostenibile, pedibus, mobilità elettrica e micrologistica, Smart City Control Room e infine un Piano strutturale unico (il prossimo) per la Grande Firenze.
I nuovi strumenti urbanistici prenderanno il posto del Regolamento urbanistico del 2015 e del Piano strutturale del 2010 e per la prima volta Piano strutturale e Piano operativo (questo ora il nome del Regolamento urbanistico) vengono adottati insieme. Dopo la fase di adozione, si apre ora il periodo di 80 giorni (che inizierà a decorrere dal momento della pubblicazione sul Burt, di cui verrà data notizia) per le osservazioni ai due piani, che saranno poi votate da giunta e Consiglio. A questo punto i piani saranno approvati ed entreranno in vigore.
All’adozione si arriva a seguito della fase di ascolto e partecipazione (“Firenze Prossima” e “Firenze Respira”) svolte nel 2020 e 2021: per la prima volta, gli strumenti urbanistici sono stati avviati insieme al primo Piano del verde della città di Firenze. Sono 2mila le proposte arrivate dai percorsi di partecipazione e 330 quelle arrivate dall’avviso pubblico per raccogliere nuovi contributi al piano; mentre sono otto gli accordi di ricerca stipulati con l’Università di Firenze.
Un nuovo percorso di informazione e comunicazione sarà attivato a partire dalla pubblicazione del piano per diffondere i contenuti dei nuovi strumenti urbanistici e stimolare la partecipazione e il deposito di contributi da parte della cittadinanza.