Scudo verde dal 1 aprile, non è un 'pesce'

Forza Italia: "Migliaia di aziende e famiglie si trovano all'improvviso a dover cambiare auto e furgoncini"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 Marzo 2025 18:08
Scudo verde dal 1 aprile, non è un 'pesce'

È iniziato il conto alla rovescia per lo Scudo Verde. Dal 1° aprile entrerà in funzione la Ztl ambientale, che corrisponde sostanzialmente al centro abitato di Firenze, con la contestuale accensione del sistema elettronico di controllo costituito dalle quasi 80 porte telematiche.

Lo Scudo Verde servirà a controllare i veicoli che già ad oggi, e da più di 15 anni, non possono circolare in città, quindi i mezzi molto vecchi e molto inquinanti e il pagamento del ticket di ingresso da parte dei bus turistici. Il disciplinare conferma infatti i divieti ambientali già vigenti da tempo nel centro abitato, ovvero: motoveicoli e ciclomotori benzina e diesel euro 1, auto benzina euro 0 e diesel euro 0 e 1, veicoli per trasporto cose benzina euro 0 e diesel euro 0 e 1, veicoli per trasporti specifici e per uso speciale benzina euro 0 e diesel euro 0 e 1.

Cosa è lo scudo verde

Approfondimenti

Lo Scudo Verde è una zona a traffico limitato ambientale protetta da un sistema di varchi telematici: si estende su circa 38 chilometri quadrati pari al 66% della superficie del centro abitato e 37% della superficie comunale con un perimetro di 50 chilometri. Come previsto dal progetto contenuto nel PUMS, sono state realizzate 77 porte telematiche intorno alla città. I dispositivi sono segnalati da apposita cartellonistica e preceduti da vie di fuga laterali per instradare i veicoli su itinerari alternativi esterni.

Il perimetro dello Scudo Verde è stato definito in modo tale da non condizionare l’accesso dall’esterno ad alcuni poli strategici (per esempio il polo ospedaliero di Careggi, l’aeroporto Vespucci, le grandi zone produttive, i grandi centri commerciali) o le principali direttrici di collegamento come quella tra il Viadotto Marco Polo e Fiesole. Il perimetro permette inoltre l’accesso ai terminali della rete tranviaria e ai parcheggi scambiatori ai capolinea. 

LA POLEMICA 

"La giunta Funaro, con l'entrata in vigore dello scudo verde dal 1° aprile, condanna economicamente migliaia di aziende e famiglie, che si trovano all'improvviso a dover cambiare auto e furgoncini, senza avere incentivi economici reali, in un momento difficile come quello attuale. Si tratta di un provvedimento vessatorio, che non va minimamente incontro alle esigenze di cittadini e imprese. E' una norma che, sebbene presentata come una soluzione per ridurre l'inquinamento e promuovere la sostenibilità, porta con sé numerose problematiche che non possiamo e non dobbiamo ignorare". Lo affermano i capigruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Firenze, Alberto Locchi e al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.

"Una volta a regime, la Ztl Scudo Verde prevede il divieto di accesso e circolazione, tutto il giorno, per tutto l'anno ai veicoli più inquinanti - ricordano Stella e Locchi -. Questa misura penalizza ingiustamente tanti cittadini, famiglie e lavoratori che dipendono dai propri veicoli per spostarsi. La realtà è che non tutti hanno la possibilità economica di sostituire il proprio veicolo con uno nuovo. L'auto, per molti, è un mezzo indispensabile per il lavoro, per il trasporto dei figli o per esigenze quotidiane.

Ma con lo Scudo Verde, queste persone si troveranno costrette a fare i conti con divieti, multe e, in alcuni casi, la difficoltà di trovare alternative praticabili. Inoltre, non possiamo non notare come il provvedimento manchi di un adeguato piano di supporto per i cittadini"."Chiediamo dunque all'amministrazione - aggiungono i due esponenti di Forza Italia - di rivedere questo provvedimento, di pensare a soluzioni che non penalizzino i cittadini più vulnerabili e di garantire un'effettiva alternativa di trasporto pubblico e privato che non sia la sola tramvia che, fra l'altro sarà completata diversi anni dopo l’entrata in vigore dello scudo verde.

Prima di andare a colpire migliaia di cittadini e imprese toscane, occorreva pensare a un piano complessivo di mobilità integrata, e alla possibilità di attingere ai finanziamenti per rinnovare il parco auto".

“Ancora una volta assistiamo a una vera e propria disinformazione da parte dei consiglieri dell’opposizione sullo Scudo Verde”. È quanto dichiara la vice-capogruppo del PD Alessandra Innocenti replicando ad Alberto Locchi e Marco Stella (Forza Italia).

“Gli esponenti di Forza Italia parlano di condanna economica per migliaia di famiglie e di aziende, quando i veicoli interessati sono quelli molto vecchi, per gli euro 1 si parla di mezzi immatricolati prima del 1997 per non parlare degli euro 0, e molto inquinanti. Vorrei ricordare ai consiglieri che questi mezzi non possono circolare nel centro abitato di Firenze già da 18 anni. E non per un capriccio, ma perché producono inquinamento che nuoce alla salute”.

“È stato più volte ricordato – aggiunge ancora Innocenti – che l’attivazione dello Scudo verde servirà per controllare i divieti ambientali già in vigore, per il monitoraggio dei flussi del traffico e dei bus turistici. E non ci saranno ticket o pagamenti. Per quanto riguarda poi il futuro, la sindaca Funaro ha già sottolineato come i passaggi successivi saranno concordati con i sindaci della Città Metropolitana con i quali si sta già condividendo il percorso”.

“Abbiamo votato a favore del Piano del Verde perché, da sempre, abbiamo fortemente voluto questo strumento, di cui la nostra Città non era ancora dotata, per rafforzare l’azione di Firenze nella lotta al cambiamento climatico; nello scorso mandato, insieme all’allora presidente della Commissione Ambiente, Leonardo Calistri, agronomo, ci siamo impegnati per inserire questo obiettivo nella programmazione dell’Ente, per avviare poi il lavoro, dotarlo di basi scientifiche solide grazie agli accordi di ricerca con l’Università di Firenze, il CNR e altri tecnici interessati, e basarlo sulla partecipazione dei cittadini e dei Quartieri -dichiara la capogruppo di Firenze Democratica, Cecilia Del Re- Possiamo, quindi, dirci soddisfatti che Firenze abbia, finalmente, per la prima volta un Piano del Verde e degli spazi aperti, e ringraziamo tutti i tecnici coinvolti per il lavoro fatto: è per il loro lavoro (che non è stato semplice da portare avanti con una pandemia di mezzo e per i diversi avvicendamenti politici) e per l’impegno politico che Firenze si prende con l’approvazione di questo atto che abbiamo votato a favore nel consiglio comunale di ieri.

Ci dispiace, però, che in questo Piano alcuni obiettivi e visioni strategiche legate al ruolo delle infrastrutture verdi e blu risultino carenti, e ci auguriamo che in futuro queste mancanze possano essere colmate, proseguendo un lavoro che si è concluso in grave ritardo, poiché questo Piano doveva essere approvato contestualmente al Piano Strutturale e al Piano Operativo. Di questo disallineamento nei tempi si risente purtroppo notevolmente anche nei contenuti del testo: è, infatti, un Piano del Verde che non pare essere “figlio” di quegli strumenti (e neppure di altri strumenti quali il Piano di Gestione Unesco o il Piano per la mobilità sostenibile), ma un “collage” di studi, ricognizioni e buone pratiche che mancano quindi di una visione d’insieme. E queste carenze non possono essere imputate alla parte tecnica, perché le visioni e gli obiettivi da raggiungere spettano alla parte politica.

Come gruppo (perché è il frutto del lavoro di più persone!) ci siamo impegnati a presentare una serie di emendamenti: segno di rispetto non solo per l’azione amministrativa, ma anche di premura verso questo tema. Con proposte che hanno ricevuto tutte parere tecnico positivo. Rispetto che è invece mancato, purtroppo, da parte della Giunta, che nella sua replica ha mostrato insofferenza per le osservazioni che avevamo condiviso con spirito costruttivo per migliorarne il testo, senza peraltro rispondere mai nel merito alle proposte che avevamo svolto.

A nostro avviso, l’adozione del modello della “città spugna” – su cui tanto Firenze Democratica si è spesa in campagna elettorale - era ciò che avrebbe dovuto ispirare il Piano: perché questo riferimento – adottato da altre città europee ed italiane - davvero risponde a quel ruolo del verde in chiave ecologica necessario per la salvaguardia del nostro ambiente nella mitigazione del clima e nel contenimento del rischio idraulico di fronte ad allagamenti, bombe d’acqua e altri eventi atmosferici che hanno causato sempre più spesso negli ultimi anni anche a Firenze e area metropolitana gravissimi danni.

Se, ad esempio, Firenze non si attrezza ora per un piano tecnico strutturato integrato di drenaggio urbano sostenibile, quando? “Iris” è il nome che è stato dato al Piano del Verde, e questo riflette l’importanza data agli aspetti paesaggistici, che senz’altro apprezziamo, ma che non sono questi sufficienti per rafforzare l’efficacia di questo strumento nella lotta ai cambiamenti climatici.

Siamo felici che gli emendamenti legati al tema dell’accessibilità degli spazi pubblici, compresi gli spazi verdi, e quelli sulla biodiversità e apicoltura siano stati approvati dal consiglio comunale all’unanimità. Per l’accessibilità, abbiamo chiesto di inserire il riferimento nel Piano del Verde a quella importante ricerca portata avanti dal Dipartimento del DIDA per redigere il Piano per l’Accessibilità della città di Firenze; per le api, abbiamo chiesto di inserire i riferimenti al protocollo con Arpat, l’associazione degli apicoltori, per una cura del verde libera da fitofarmaci e biocidi e per la coltivazione di piante nettarifere.

Infine, una nota anche sul metodo: all’esame del testo sono state dedicate solo 2 commissioni consiliari, e l’atto è stato assegnato solo alla Direzione Ambiente, senza preventivamente audire coloro che quel testo dovrebbero seguire nella loro quotidianità (“dovrebbero” perché non è cogente): anche nell’approccio, siamo dunque ben lontani da una visione olistica del tema e da un cambiamento culturale anche dell’amministrazione su tematiche che richiedono trasversalmente l’impegno di tutti”.

In evidenza