Firenze, 2-8-2023 - "Grande preoccupazione desta lo spostamento di importanti risorse per investimenti nella Sanità previsto nelle “Proposte per la revisione del PNRR” indirizzandole verso il “Repower EU” con il meccanismo del credito d’imposta verso aziende che hanno goduto e continuano a godere di enormi “extraprofitti”. Si taglia in modo lineare oltre il 30% di risorse per la Sanità Territoriale e di prossimità Case di Comunità, Ospedali di Comunità, C.O.T. (Centrali Operative Territoriali); si rinvia al 2026 il progetto sulla telemedicina e si depotenzia in parte l’infrastruttura tecnologica del FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico). La modifica del PNRR - così una nota Cgil - che rinvia ad un futuro indefinito la realizzazione di ben 586 strutture assistenziali territoriali inciderà profondamente sia nell’organizzazione sanitaria sia nel rapporto di fiducia fra il SSN, i cittadini e le amministrazioni locali.
Nella Città Metropolitana di Firenze con risorse del PNRR erano previsti 9 nuove costruzioni e 13 interventi di ristrutturazione ed ampliamento per le Case di Comunità, 10 Centrali Operative Territoriali e 6 Ospedali di Comunità per oltre 100 posti letti. Ad oggi non sappiamo neppure dove agiranno i tagli e dove le illusioni andranno in fumo. L’iniziativa della Regione e degli Enti Locali nei confronti del Governo dovrà provare a salvaguardare il piano previsto dalla Missione 6 del PNRR. Questo ridimensionamento della medicina d’iniziativa e di prossimità farà molto male soprattutto alle persone ed alle famiglie che vivono, già oggi, l’isolamento assistenziale: persone sole, anziane, con cronicità multipatologiche che abitano in contesti urbani degradati o aree interne.
Ed il nuovo modello organizzativo per la presa in carico del paziente fra ospedale e territorio non può essere rappresentato, come fa il Sottosegretario Gemmato, dalla relazione tra MMG e farmacie. Poi lamentiamoci del collasso dei Pronto Soccorso che diventano l’unico posto, certo, di una presa in carico sanitaria.
Nel documento presentato dal Ministro Fitto si richiama l’eventuale copertura degli interventi tagliati tramite il ricorso a risorse nazionali per gli investimenti di edilizia sanitaria ed ai Fondi di Coesione Europei. Al di là dei tempi che si dilaterebbero all’infinito, rimane difficile non ricordare che il DEF approvato poche settimane fa non prevede maggiori finanziamenti per la salute ma, anzi, prefigura un’ulteriore riduzione di risorse abbassando il rapporto tra spesa per la salute e Pil dal 6,9% del 2022 al 6,2% nel 2025 e 2026. Definanziamento del Fondo nazionale per la Salute, riduzione degli investimenti, mantenimento tetti di spesa per assunzioni del personale… si disegna un’ulteriore riduzione della Sanità pubblica universalistica. Non possiamo rassegnarci a questo futuro; la piattaforma e le iniziative che hanno portato alla manifestazione del 24 giugno 2023 per Salvare la Sanità Pubblica devono essere rilanciate e sviluppate", chiude Cgil.