Regionali: Forza Italia raddoppia i consiglieri in Toscana

Stella: " Aumentano i voti del 50%". Gandola: “Sotto il 5% a Firenze". Saverio Zeni: “Il Mugello merita di più”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 Ottobre 2025 22:04
Regionali: Forza Italia raddoppia i consiglieri in Toscana

Firenze, 15 ottobre - "Siamo soddisfatti per la crescita elettorale di Forza Italia in Toscana, ma siamo preoccupati per la maggioranza che sostiene Giani, ostaggio dell'estrema sinistra di Avs e grillini". Con queste parole il segretario regionale di Forza Italia Toscana, Marco Stella riassume il voto delle Regionali in Toscana. "In primis voglio fare un in bocca al lupo a Giani, e ringraziare Tomasi per la bellissima campagna elettorale, in cui è stato appoggiato da tutte le liste del centrodestra", premette Stella, che è stato rieletto consigliere regionale nel collegio di Firenze 1, e che aggiunge: "Tutti noi siamo preoccupati della bassissima affluenza, dovremo lavorare in questi anni guardando anche a come poter riavvicinare i cittadini alla politica".

"Esprimo soddisfazione - spiega - per il risultato di Forza Italia: passiamo dal 4,2 di cinque anni fa al 6,2% di queste elezioni, facciamo +50% rispetto ai voti delle scorse Regionali, portiamo la pattuglia dei consiglieri da uno a due, prendiamo 9 mila voti assoluti in più nonostante il calo drammatico dell'affluenza alle urne. Voglio fare i complimenti a Jacopo Ferri, che con la sua eccezionale performance prende 9.000 preferenze e fa scattare il seggio di Massa. Sui territori registriamo alcune punte notevoli di consenso: penso a quasi il 18% di Massa, a quasi il 14% nella provincia di Grosseto. Forza Italia si stabilizza come secondo partito della coalizione. Bisogna ripartire dal territorio, e dal buongoverno dei sindaci di centrodestra, per allargare il perimetro della coalizione".

"Esprimo anche una preoccupazione rispetto alla composizione del Consiglio regionale - evidenzia Stella - perché se guardiamo i numeri, l'ala riformista del Pd, insieme a un pezzo di centrismo, non raggiunge l'autosufficienza, con 5 consiglieri su 24 espressione di Avs e M5S. Eugenio Giani sarà condizionato da una sinistra che, come avevamo detto in campagna elettorale, dice no a tutto, all'aeroporto di Firenze, allo sviluppo delle imprese, ai termovalorizzatori, e dice sì al reddito di cittadinanza sul quale faremo una battaglia a partire dalla prima seduta del Consiglio regionale, che potrebbe costare alle casse regionali ben 3,5 miliardi in cinque anni. Il primo giorno d'aula porteremo un atto che guarda al futuro della Toscana, in particolare del sistema aeroportuale".

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"Passate le prime ore di valutazione e attesi i dati definitivi è ora di fare qualche considerazione". Così si esprime Paolo Gandola, capogruppo delle liste di centrodestra a Campi Bisenzio "La prima, riguarda il dato dell’astensionismo, un macigno che pesa su tutti i partiti, ma soprattutto sulla minoranza che dovrebbe mobilitare la propria e l’altrui gente per andare a votare e scardinare un sistema che tutti, ma solo a parole, denunciano come immobile e malato.La malattia, anzi la patologia, oramai, risiede proprio nell’opposizione ed in particolare nel centrodestra, incapace di fornire risposte ad un elettorato stanco, disaffezionato, disincantato dalle solite chiacchiere e promesse, ma che sarebbe attento invece se qualcuno gli proponesse soluzioni concrete ai propri bisogni, a ricevere risposte alla propria quotidianità, tutto ciò che puntualmente non arriva.Un centrodestra che in una regione rossa – in realtà sempre più rosa – litiga, rimanda, fa melina su di un candidato spendibile e apprezzato come il Sindaco Tomasi, pur conoscendo chiaramente i numeri della politica, presentandolo a poco più di un mese dalla data delle elezioni regionali, è un centrodestra malato, patologico che guarda più ai seggi di opposizione da spartirsi che a quelli di governo per il bene dei toscani.E’ anche per questo che la disaffezione e il disincanto crescono così chiaramente e si tramutano di astensionismo disinteressato.

Un fatto che è colpa, non alibi. Un fatto che dovrebbe fare saltare le sedie e le teste di chi oggi amministra i partiti di centrodestra. La classe dirigente è stata incapace di fornire proposte serie, concrete e appetibili per l’elettorato e se la democrazia ha ancora un valore, se il voto ha ancora un valore, queste stesse persone e dirigenti dovrebbero con dignità alzarsi e rimettere i loro mandati. Se non lo faranno, e credo che non lo faranno, è dovere di tutti quelli che credono che questa non sia la storia per sempre combattere perché questi stessi dirigenti lascino spazio a chi ha ancora da dimostrare il proprio valore.Venendo al territorio di Firenze e della sua Provincia la faccenda è ancora più seria.

I risultati delle ultime elezioni regionali a Firenze non lasciano spazio a interpretazioni: abbiamo perso malamente, senza combattere, senza un progetto, senza un’identità. È il momento di dire le cose come stanno, con onestà e senza più alibi: il centrodestra fiorentino è stato assente, afono, privo di idee, incapace di proporre un’alternativa credibile. Manca una vera opposizione sul territorio e questo lo paghiamo ogni volta alle urne.Forza Italia sotto il 5% a Firenze e in provincia segna un risultato fortemente negativo.

D’altronde non si valorizzano le competenze, non si premia il merito, si continuano a riciclare nomi e dinamiche che parlano solo a se stesse, non alla gente. Così non si costruisce nulla. Il risultato? Una disfatta annunciata, frutto di immobilismo e autoreferenzialità.

Dunque? Serve un ricambio vero, radicale. Tutti i dirigenti fiorentini che hanno guidato Forza Italia in questi anni devono avere il coraggio del cambiamento e lasciare che altri ricostruiscano. Serve coraggio, facce nuove, idee fresche, e soprattutto la volontà di rappresentare davvero i cittadini. Auspico che Jacopo Ferri, recordman di preferenze, possa assumere presto un ruolo guida all’interno del partito. Se non cambiamo rotta ora, continueremo ad assistere, impotenti, al lento declino di Forza Italia in tutta l’area metropolitana dove da anni si raccolgono percentuali indecenti, ma dove si continua a gioire per un seggio in più strappato al caso".

«Era la mia prima esperienza in una campagna elettorale così importante, e desidero innanzitutto ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno sostenuto e dato fiducia. Nonostante le difficoltà iniziali e una campagna svolta in appena due settimane, abbiamo portato avanti le nostre idee con passione, serietà e spirito costruttivo» Saverio Zeni, candidato per Forza Italia nella circoscrizione Firenze 2 conquistando 562 preferenze, commenta così il risultato delle elezioni regionali 2025, che hanno visto il partito confermare le proprie posizioni nel collegio e crescere di quasi due punti percentuali in Toscana.

«Il territorio del Mugello è vasto e complesso, e il radicamento storico del Partito Democratico e dei suoi alleati continua a pesare in modo evidente. Tuttavia, analizzando i dati, emerge chiaramente che nessuno può dirsi pienamente soddisfatto di questo risultato. Il presidente uscente Eugenio Giani è stato riconfermato, ma a fronte di cosa? Sicuramente non per aver risolto i problemi reali dei mugellani, né per la vicinanza della sanità, che ha atteso vent’anni per vedere avviati i lavori di ristrutturazione dell’Ospedale del Mugello. E neppure per una seria politica di tutela ambientale e idrogeologica: chiunque vive il territorio sa che la mancanza di manutenzione porta solo danni e isolamento».

Zeni aggiunge: «Molto probabilmente, la riconferma di Giani si spiega con quel radicamento fatto di abitudini, case del popolo e vecchie reti di consenso, dove si preferisce restare nella propria “comfort zone” piuttosto che affrontare il cambiamento. Eppure, i dati parlano chiaro: il Partito Democratico ha perso oltre 130.000 voti in Toscana».

Il candidato azzurro esprime poi una riflessione sul futuro del territorio: «Oggi i mugellani non rischiano solo l’isolamento geografico, con una Faentina che non funziona e strade segnate da frane e semafori perenni, ma anche un isolamento istituzionale. Il Mugello non avrà una voce forte in Consiglio regionale — e anche quella che c’era, negli anni scorsi, è stata troppo fioca per lasciare traccia».

Infine, un messaggio di rispetto e fiducia: «Il voto va rispettato, come rispetto profondamente anche chi ha scelto di non recarsi alle urne: evidentemente una ragione precisa c’è. Ai mugellani, però, è mancato il coraggio di dire “basta” a una politica fatta solo di annunci e promesse. Ora non resta che sperare che quelle promesse si traducano finalmente in fatti concreti. Da parte mia, continuerò a impegnarmi perché ciò avvenga davvero, nell’interesse del Mugello e dei suoi cittadini».

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