Il mare della Toscana custodisce alcune delle acque più limpide del Mediterraneo. I pochi fortunati che hanno potuto toccare con mano le sponde dell'isola Gorgona, o di Pianosa, Montecristo e Giannutri, raccontano di crostacei che arrivano sino in spiaggia, della Posidonia che gremisce le anse naturali, di una vita sottomarina, fatta di delfini e balene, tra le più vivaci d'Europa. Eppure per gran parte del litorale regionale non si può proprio affermare la stessa cosa. Sono passati 70 anni da quando all'isola d'Elba chiuse la tonnara dell'Enfola, l'ultima del Nord Tirreno, e circa 40 da quando lungo gran parte della costa toscana sono sparite la più parte delle specie viventi che animavano le acque costiere, ma che gli ultracinquantenni ricordano ancora ovunque, stelle marine, cavallucci e tanti tipi di conchiglie.
Oggi per lo più il litorale di Toscana è una lunga striscia di acque scure, ben distinguibile nel contrasto cromatico vista dall'alto di un aereo in volo. Una strisciata nera alimentata dagli estuari dei fiumi, dagli insediamenti industriali rivieraschi e dai porti commerciali. Eppure anche quest’anno la Toscana è la reginetta della Bandiera blu, dopo la Liguria.
Il marchio "Bandiera blù" intende garantire qualità delle acque, delle spiagge, servizi e misure di sicurezza, educazione ambientale. Nella fase di valutazione, portata avanti dalla Giuria nazionale, hanno dato il loro contributo vari enti. Dal ministero dei Beni culturali a quello delle Politiche agricole, dagli assessorati regionali al Turismo al Comando generale delle Capitanerie di Porto-Guardia costiera, fino all’Ispra e ai sindacati balneari. Quest’anno sono state assegnate a 147 comuni rivieraschi, per un totale di 280 spiagge e 66 approdi turistici.
La Fee Foundation for Environmental Education conferisce ogni anno il riconoscimento alle località costiere che rientrano in predeterminati standard qualitativi. 18 Bandiere Blu sono state attribuite alla Toscana. La cosa che sorprende è che alcune di queste bandiere sventolano su località ove il buon senso farebbe dire il contrario, nelle vicinanze di grandi insediamenti urbani, o di infrastrutture portuali, come Grosseto, Livorno, Piombino, Vada, Viareggio, Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone.
Com'è possibile, visto che alcune di queste stesse spiagge sono state vittime anche di recente di episodi di sversamento di inquinanti, o di guasti fognari? E in che misura drammatici eventi recenti come l'incidente della nave Concordia all'Isola del Giglio e i bidoni perduti dall'eurocargo Venezia possono aver compromesso l'ecosistema del mare Tirreno. Questa settimana Nove da Firenze si occupa di acque di mare, quelle dove ci immergeremo per mesi durante tutta l'estate vacanziera.