"In questi anni ho incontrato bambine e bambini, ragazze e ragazzi, che parlano fiorentino, crescono nelle nostre scuole e vivono la nostra società. È difficile spiegare loro che non hanno gli stessi diritti dei loro compagni. Sono italiani di fatto ma non per lo Stato -scrive su Facebook la sindaca di Firenze, Sarà Funaro- Credo fermamente nell’importanza dello Ius Soli, una battaglia di civiltà degna di un Paese democratico come il nostro. Tuttavia ogni apertura sull’attuazione dello Ius Scholae rappresenta un passo in avanti in questa direzione per dare dignità e diritti a chi ha completato un ciclo di istruzione in Italia.
In un momento dove esponenti della destra di Governo parlano di tetto ai bambini stranieri nelle classi, il riconoscimento della cittadinanza sarebbe una notizia attesa da migliaia di persone. Includere e riconoscere diritti significa costruire una società più giusta e sicura. È arrivato il momento di dare risposte a tutte e tutti quei giovani che aspettano da tempo".
"Numerosi e diversi interventi in questi giorni tornano sul tema del diritto di cittadinanza per chi nasce nel nostro paese da genitori di diversa nazionalità o che giunge in Italia nei primi 12 anni di vita. Come sottolineato più volte dalla segretaria nazionale del PD, noi crediamo fermamente nell’importanza della modifica della legge del 1992 affinché si attui lo ius soli, poiché chiunque nasce e cresce in Italia ha diritto alla cittadinanza italiana. Le dichiarazioni del Segretario del Partito di Forza Italia, secondo il quale è giunto il momento di attuare lo ius scholae sono una apertura estremamente importante che giunge dall'interno della coalizione di Governo che fino a questo momento in tema di diritti sociali non ha mostrato molto interesse.
Le nostre scuole hanno la ricchezza di essere composte da una percentuale molto alta di studenti di varie nazionalità e tutto questo è una risorsa infinita per alunni ed insegnanti che possono partecipare ad un percorso antropologico, geografico, linguistico arricchito dalla condivisione di conoscenze ed esperienze diverse. Inoltre sono già tanti i progetti multiculturali attuati durante le ore di didattica in classe, anche gli stessi menù scolastici in molte scuole primarie hanno aggiunto cibi etnici per allargare l’integrazione e la condivisione, consapevoli dell’importanza che il momento socio-relazionale del mangiare insieme, abbia per tutti" dichiarano il capogruppo PD Luca Milani e la consigliera Beatrice Barbieri, presidente della Commissione Istruzione, Formazione e Lavoro.
“Il permettere che bambini e famiglie straniere trovino supporto, attenzione e una formazione all’interno dei percorsi scolastici è basilare e costruttivo, ma le relazioni, la quotidianità, l’interscambio, la partecipazione effettiva nella società prende forma dal momento in cui matura un sentimento di appartenenza vero ed effettivo alla comunità di riferimento. Lo ius scholae, sebbene una prima ed importante risposta, sembra rivestire comunque un ruolo di slittamento di un percorso integrativo che la cittadinanza dovrebbe immediatamente fornire invece alle famiglie dei bambini fin dalla loro nascita e non attinta dall’istruzione che i bambini stessi riportano dal momento che frequentano le scuole.
Auspichiamo dunque un intervento coeso di tutte le forze politiche, un dibattito veloce in Parlamento per riconoscere nuovi strumenti per una vera cittadinanza capace di fornire eguali opportunità a tutti al fine di una concreta visione di cittadini del mondo”.