Pandolfini: sculture e oggetti d'arte dal Medioevo all'Ottocento

In asta a Firenze spiccano un bronzo di Bugatti e una grande cassetta in legno dorato con le armi della famiglia Orsini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 maggio 2024 18:00
Pandolfini: sculture e oggetti d'arte dal Medioevo all'Ottocento

È con grande piacere che Pandolfini presenterà nel catalogo Sculture e Oggetti d’arte dal Medioevo all’Ottocento del 12 giugno prossimo, il mirabile bronzo, sinora sconosciuto al grande pubblico, raffigurante il Ritratto della Signora Porta.

Firmata e datata 1901, l’opera proviene da una collezione privata, cui è appartenuta sin dai primi decenni del secolo scorso.

La figura elegante e snella della Signora Porta, di cui ad oggi è sconosciuta l’identità, si erge maestosamente assisa su quella che la Dott.ssa Fromanger ha individuato come una meravigliosa poltrona ideata dal grande ebanista Carlo Bugatti, padre dell’artista.

Il bronzo è un chiaro omaggio all’influenza artistica del celebre principe Troubetzkoy, caro amico della famiglia Bugatti, che incoraggiò il piccolo Rembrandt a dedicarsi alla scultura.

La scena si sviluppa su di una base di forma rettangolare rivestita in lamina d'argento finemente sbalzata con un doppio ordine di decori, sostenuta da quattro piedini angolari raffiguranti testa di cherubino tra due ampie volute.

Sullo sfondo al centro si eleva un grande albero in argento impreziosito da foglie e numerosi frutti realizzati in vetri policromi, pianta che ricorda molto i preziosi "rami fioriti" realizzati soprattutto dagli orafi messinesi alla fine del Seicento, mentre l'angolo sinistro è occupato da una bella fontana a muro sormontata da mascherone.

GRANDE CASSETTA CON LE ARMI ORSINI, FIRENZE, 1440-1470 CIRCA

Al centro della scena il pozzo, ai cui lati stanno Gesù e la Samaritana insieme a due cagnolini e ad una terza figura, maschile, posta sullo sfondo. Tutto intorno vasi in cristallo con manici e fiori in argento, insieme ad una grande anfora, chiaro riferimento al racconto evangelico.

 Il coperchio, decorato da un motivo inciso a grata, mostra sul fronte una coppia di putti alati intenti a sorreggere una ghirlanda, all’interno della quale sono poste le armi della famiglia Orsini. La fascia mediana è interamente decorata da floridi festoni vegetali, sotto i quali si dipana un’ininterrotta teoria di angeli musicanti, secondo un repertorio decorativo chiaramente ispirato al gusto antiquario di Donatello; a delimitare poi la fascia in alto e in basso molteplici modanature impreziosite da svariati motivi decorativi di evidente gusto rinascimentale.

La nostra cassetta, esposta nel 2015 a Milano durante la mostra Il tesoro d’Italia, è stata, proprio in quell’occasione, attribuita alla mano di Maso di Bartolomeo (Capannole Valdambra 1406 – Ragusa di Dalmazia 1456), importante scultore, architetto, orafo e fonditore toscano, che collaborò, tra gli altri, con Donatello e Michelozzo alla realizzazione del pulpito esterno della cattedrale di Prato.

Benché risulti difficile l’identificazione della mano dello scultore toscano, vi si scorge chiaramente un retaggio della cultura ghibertiana e donatelliana. La presenza, inoltre, delle insegne della famiglia Orsini permette di legare questo scrigno alla figura di Clarice Orsini di Monterotondo, consorte di Lorenzo il Magnifico, forse proprio come dono da parte del marito, e questo consentirebbe di collocare la cassetta tra il 1467 e il 1468, anni in cui vennero stilati gli accordi per il fidanzamento e il matrimonio per procura.

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