Si sono svolte stamani in tutta la Toscana le cerimonie commemorative del 77° anniversario della Liberazione.
“Un 25 aprile molto più diverso e difficile da quello che speravamo, ma è proprio per questo che oggi più che mai dobbiamo stringerci attorno ai valori della Liberazione, della democrazia, dei diritti e della resistenza e della pace. Il 25 aprile ci ricorda che la libertà viene prima di ogni cosa, non c’è cultura, non c'è convivenza sociale senza libertà. come ha detto anche il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorni passati, ricordandoci proprio che la libertà, una volta conquistata, non è acquisita per sempre e per essa dobbiamo impegnarci ogni giorno, senza riserve”.
Così il sindaco Dario Nardella, parlando dal Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove si è tenuta la cerimonia ufficiale per il 77° anniversario della Liberazione nazionale, nell'ambito della quale sono intervenuti il prefetto Valerio Valenti, la presidente dell’Anpi Firenze Vania Bagni e Sergio Cofferati. Presenti nel salone anche il gonfalone della Regione Toscana, del Comune di Firenze, della Comunità Ebraica, di Anpi, Aned, Anei.“Il nostro paese porta la responsabilità delle persecuzioni, delle leggi razziali, e questo non dobbiamo dimenticarlo ma con fierezza dobbiamo ricordare il sacrificio di tante donne e uomini che anteposero la propria vita e la propria libertà a quella di tutti.
- ha proseguito il sindaco - La Festa della Liberazione è proprio un impegno costante alla memoria. Ci impone anche quest’anno, non solo di ricordare che qui appena 77 anni fa non vi era libertà, ma che proprio in questo momento a poche centinaia di chilometri da qui, quei valori di libertà, democrazia e quei diritti fondamentali che noi oggi in questa Piazza festeggiamo, sono stati purtroppo sospesi. Ciò che sta succedendo in Ucraina ci deve far riflettere senza facili parallelismi, su cosa voglia dire ancora oggi combattere per la libertà del proprio popolo, seppure completamente diversi siano contesto storico e estensione del conflitto.
Faccio mie le riflessioni di questi giorni della Senatrice Liliana Segre: non ci può essere equidistanza tra un popolo, quello ucraino, invaso e che combatte per la propria libertà ed autodeterminazione e, dall’altro lato, un governo che in maniera ingiustificabile lo ha aggredito. In queste settimane ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con diversi Sindaci ucraini, come il Sindaco di Kiev città gemellata con Firenze, Vitalij Klyčko, che proprio lo scorso anno accogliemmo a Palazzo Vecchio.
Abbiamo ascoltato le sue parole anche di recente in collegamento con il Consiglio Comunale, un intervento commovente e forte che ci ha permesso una volta di più di comprendere le atrocità e le sofferenze causate dalla guerra. Da Firenze, città della pace e della solidarietà, l’impegno a tramandare i valori della libertà, della democrazia, oggi e ogni giorno” .Le celebrazioni in città, medaglia d’oro della Resistenza, sono iniziate alle 8 con la deposizione di corone di alloro in luoghi simbolo della Liberazione e alle 8.45 al cimitero di Trespiano con la cerimonia con deposizione di una corona di alloro alla tomba dei Fratelli Rosselli alla presenza dell'assessore alla Cultura della memoria Alessandro Martini, del presidente del consiglio comunale Luca Milani e Sandra Bonsanti in rappresentanza di Anpi.
Alle 10 in piazza dell’Unità Italiana, come da tradizione, due agenti della Polizia municipale in alta uniforme hanno deposto una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre alla presenza del sindaco Dario Nardella, del prefetto Valerio Valenti, del presidente del Consiglio comunale Luca Milani, della presidente Anpi Firenze Vania Bagni, di una delegazione delle forze armate, dell'associazione nazionale ex deportati, dell'associazione nazionale internati nei lager, dei rappresentanti delle comunità religiose, delle associazioni combattentistiche.
A seguire il corteo con le autorità si è diretto a Palazzo Vecchio, raggiungendo il salone dei Cinquecento da dove ha avuto luogo la celebrazione, causa maltempo.
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“Dobbiamo festeggiare con grande presenza e forza d'animo questo 25 aprile anche pensando a ciò che sta accadendo in Ucraina. In questo giorno non possiamo non pensare alle parole del presidente Mattarella: il nostro 25 aprile è un appello alla pace. E pace non significa arrendersi di fronte alla prepotenza”. A dirlo è il presidente Acli Toscana Giacomo Martelli in occasione del 25 aprile.
“La Festa della Liberazione - ha aggiunto Martelli - ci riporta ai sacrifici fatti per raggiungere i diritti delle persone e la pace, dopo l'orrore del regime nazista. Non possiamo dimenticare cosa è accaduto. La Festa 2022 assume davvero un'importanza cruciale. Se c'è unità, consapevolezza, maturità, allora riusciremo a dare il giusto valore a questa data e a non scordarla mai”.
Empoli ha reso tutti gli onori ai caduti ai monumenti commemorativi in Piazza XXIV Luglio, a Santa Maria, alla stele dedicata ai partigiani Rina Chiarini e Remo Scappini e a Fontanella, al Cippo Ricordo lungo la via Senese Romana. La comunità di Empoli, questa mattina si è riunita per celebrare la Festa della Liberazione dal nazifascismo. Settantasette anni di libertà grazie anche a coloro che non erano presenti, che hanno lasciato questa terra per intraprendere un altro viaggio ma che sono stati testimoni protagonisti, diretti, della Resistenza, che hanno fatto la storia di questa città.Le celebrazioni sono iniziate con la messa officiata nella Collegiata di Sant’Andrea, in Piazza Farinata degli Uberti, dal proposto Don Guido Engels, che ha rivolto parole di pace e per la pace in Ucraina e per tutte le guerre che da anni sono ancora in corso.
Al termine della messa, si è formato il corteo per le vie cittadine fino a Piazza XXIV Luglio dove erano presenti Istituzioni, autorità militari, civili, religiose, associazioni, Anpi, Aned, SPi Cgil, Pubbliche Assistenze Riunite, Misericordia, cittadini e anche tanti bambini. Presente la Giunta, il presidente del Consiglio Comunale, consigliere e consiglieri.
La sindaca ha posato la corona di alloro in memoria dei caduti in piazza XXIV Luglio in centro, in piazza del Convento a Santa Maria al monumento dedicato ai partigiani Rina Chiarini e Remo Scappini, e quindi al Cippo Ricordo lungo la via Senese Romana a Fontanella. La commemorazione è stata accompagnata dai musicisti del Centro Attività Musicali, che hanno eseguito il ‘silenzio’, l’Inno di Mameli e Bella Ciao cantata.
La prima cittadina ha parlato con non poca commozione perché nonostante sia un giorno di festa quest’anno ognuno si è svegliato con la consapevolezza di vivere ancora in un mondo di pace, in un paese di pace, che come tante volte è stato detto non era scontata e la quotidianità lo sta dimostrando, purtroppo. Piazza XXIV Luglio racconta un pezzo importante della storia, un pezzo di storia sanguinosa. Ci sono 29 nomi sulla lapida, cittadini uccisi il 24 luglio.Oggi non è il solito 25 aprile perché i nostri cuori e le nostre menti sono stati gettati molto vicini alla sensazione di essere in guerra. Una guerra che non è qui ora insieme a noi, chi si è svegliato stamattina non ha trovato l’invasore. Ma è una guerra più vicina e mai come adesso in 77 anni è sembrata così accanto. Ciò che sta accadendo in Ucraina tocca nel profondo la conquista dell’Europa e va messo insieme a ciò che ci contraddistingue come comunità.
Il 25 aprile è per il nostro paese un giorno di festa, forse il più bello dei giorni di festa. È una festa di tutti, è una data che segna in maniera eterna un prima e un dopo nella storia d’Italia. Appartiene alla storia del nostro paese prima ancora che alla memoria di ciascuno di noi.
Per noi è facile individuare buoni e cattivi, chi si ribellava e si opponeva erano giovani che senza quell’opera di resistenza, di ribellione, di cacciata di un’invasione di quel pensiero, non avremmo potuto vivere questi 77 anni di pace e di libertà. Allora è il momento che le nostre voci si facciano coro. Ciò che tiene insieme è il 25 Aprile, la festa di liberazione dal regime. Mentre festeggiamo pensiamo a chi sta combattendo per la democrazia per costruire dopo un lunghissimo futuro di pace.
A Santa Maria è intervenuto Roberto Franchini, presidente Anpi Empoli, che ha parlato di quanto le giovani generazioni vadano ascoltate per comprendere il loro punto di partenza anche per comprendere meglio la storia del paese. Parlare con i giovani per intercettare i loro pensieri perché loro non hanno nessun tipo di legame con quell’invasione straniera sul nostro territorio.
"Oggi è il 25 aprile più difficile da celebrare da quando sono sindaco. Restano le certezze, festeggiare la Liberazione significa dare il senso più alto al sangue versato da donne e uomini che con il loro sacrificio ci hanno lasciato i valori della Costituzione e un'Europa di pace". Il sindaco Matteo Biffoni ha fatto riferimento anche il dramma del popolo ucraino martoriato dalla guerra durante la cerimonia del 25 aprile a Prato. Ricordando le tante meno visibili guerre che hanno portato in questi anni all'arrivo anche in Italia di tanti rifugiati, il dramma della guerra nella ex Jugoslavia considerata "quasi una resa dei conti della storia", dopo aver rinnovato l'appello alla pace immediata, il sindaco Biffoni ha condannato senza se e senza ma l'invasione armata dell'Ucraina: "La guerra ci è venuta in casa, una guerra di aggressione con l'invasione armata, i missili sparati sulle scuole, sugli ospedali, sui rifugi, sugli alberghi.
Una guerra dove a soffrire sono primi fra tutti i bambini, i civili, costretti a scappare dalla loro terra e a soffrire la fame dentro i rifugi. Questa città ha mandato aiuti, ha inviato acqua a sostegno del popolo ucraino, perché l'acqua potabile non c'è più e questo accade al confine della ricca e civile Europa", ha ricordato Biffoni, riferendosi agli aiuti umanitari spediti dal Comitato pro emergenze Città di Prato.
"Davanti a tutto questo è difficile, faticoso, perfino doloroso prendere posizione su come giungere a una tregua dalla guerra, o alla tanto voluta pace, perchè c'è una ferita aperta per tutti noi che il 25 aprile abbiamo sempre celebrato i valori della pace e della democrazia. L'obiettivo primario è quello di far cessare il rumore dei bombardamenti, ma se non continuerà la resistenza del popolo ucraino temo che non ci potrà essere la possibilità di trattare la pace, ma vi sarà una resa, che è ben altra cosa", ribadisce Biffoni sottolineando la necessità di sostenere la scelta del Governo italiano di supportare la resistenza ucraina.
"Quando leggo quello che sta succedendo a Bucha è difficile non farsi tornare alla mente Marzabotto o Sant'Anna. Se oggi celebriamo il 25 aprile e la Costituzione che ne è nata è perché ci sono state donne e uomini che decisero di resistere, prendere le armi e combattere contro il nazifascismo - ricorda il sindaco -. È doloroso e fa paura, ma è inaccettabile l'invasione armata, in Ucraina o altrove. Ricordiamoci sempre che i valori della nostra Costituzione sono nati dalla Resistenza, anche armata.
E da quella Resistenza sono nate la Pace e la Libertà, valori che riconosciamo come universali e assoluti. Buon 25 aprile Prato!".
La cerimonia a Pisa è stata dedicata quest’anno a Giorgio Vecchiani, ex presidente dell'Anpi Pisa, ex consigliere provinciale e ex assessore comunale. Si sono tenuti in piazza XX settembre gli interventi istituzionali del prefetto Maria Luisa D’Alessandro, del presidente della Provincia, Massimiliano Angori, e del presidente Anpi provinciale Bruno Possenti e del Sindaco di Pisa Michele Conti.