“Siamo alla fine di una prima ondata di calore lunga, estrema e spaventosa. In Texas, l’innalzamento improvviso del fiume Guadalupe ha causato una strage: almeno 80 vittime, tra cui molte bambine che si trovavano in un campo scout estivo. A Creta, l’ondata di caldo anomalo combinata con una grave siccità ha scatenato incendi che hanno costretto oltre 5.000 persone ad abbandonare le loro case. I danni sociali, ambientali ed economici non sono ancora stati quantificati".
Dichiarazioni della capogruppo di AVS – Ecolò Caterina Arciprete, che prosegue:
"In Italia, ieri, vicino Milano, una donna di 63 anni è morta colpita dalla caduta di un albero mentre passeggiava in un’area boschiva. Tra il 1° e il 4 luglio, quattro operai sono deceduti per collasso termico sul lavoro. A Sollicciano, il caldo è stato tra i fattori che hanno portato alla morte di una persona detenuta. E ancora ieri, a Firenze, in particolare nella zona di Campo di Marte, una tempesta violenta ha colpito la città con raffiche di vento e precipitazioni improvvise, creando danni – per fortuna – solo economici.
Molti giornali continuano a parlare di “maltempo”. Ma non è maltempo. Non sono “acquazzoni estivi”. Quello che viviamo sono le manifestazioni ormai sistemiche della crisi climatica: temperature troppo elevate per troppi giorni di seguito, piogge torrenziali, eventi estremi sempre più frequenti e violenti.Dagli anni 90 sappiamo cosa fare: ridurre drasticamente le emissioni abbandonando la dipendenza da combustibili fossili, riconvertire il sistema energetico, rendere le nostre città e campagne più sicure e vivibili ad esempio depavimentando, piantando e curando gli alberi, creando rifugi climatici accessibili, rafforzando le reti pubbliche di cura.Ma è anche tempo di dire con chiarezza quali sono le cause profonde della crisi climatica.
Non sono le singole persone. Il problema non è individuale, ma sistemico. Il responsabile è il sistema economico e produttivo in cui viviamo da decenni: un capitalismo estrattivista che consuma risorse come se fossero infinite, alimentato da un’agricoltura industriale insostenibile, da un allevamento intensivo che immette enormi quantità di gas serra nell’atmosfera, da una pesca insostenibile che depaupera le capacità rigenerative degli oceani, da una logistica aggressiva, dal turismo di massa e oggi anche dai big tech e dai loro server che consumano più energia di intere città.
In un mondo dove la siccità sta mettendo a rischio la sicurezza alimentare, veniamo chiamati ad utilizzare una delle tecnologie - l’intelligenza artificiale - più idrivora che ci sia. Rispetto a tutto questo, come città siamo chiamati a proteggere la nostra popolazione, ad esempio con più luoghi freschi e svincolati dal consumo (come i “rifugi climatici”), a ridurre il nostro contributo di emissioni facilitando la produzione di energia pulita tramite la liberalizzazione del fotovoltaico, a creare le condizioni affinché tutte e tutti possano adottare comportamenti sostenibili con sempre più investimenti in mobilità sostenibile, orti urbani, efficientamento delle abitazioni.
E, infine, a promuovere una riflessione seria e condivisa che ci conduca verso una vera conversione del nostro sistema economico”, conclude la capogruppo di AVS – Ecolò Caterina Arciprete.