Firenze, 28 giugno 2019 – È terminata l’ottantaduesima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino che ha avuto come tema conduttore “Potere e virtù” e che ha celebrato importanti ricorrenze: i 90 anni della fondazione dell’Orchestra del Maggio, i 500 dalla morte di Leonardo da Vinci, i 500 anni dalla nascita di Cosimo I e Caterina de’ Medici. Un festival che ha visto importanti ritorni, importanti collaborazioni – tra le quali quella dell’artista Luca Pignatelli, autore del manifesto – e la conferma dell’apertura del Teatro del Maggio alla Città e alla Regione.
Grandi numeri: 55 giorni di intensa programmazione organizzati anche grazie alla collaborazione di 57 istituzioni culturali, un totale di oltre 120 eventi, centinaia tra artisti, autori e ospiti coinvolti, per un totale di circa 40mila spettatori paganti (a cui si sommano i tantissimi che hanno partecipato a incontri, presentazioni, ai numerosi concerti in piazza, alle guide all’ascolto e altri eventi gratuiti) di cui quasi 2500 under 30.
“Si è chiusa tra gli applausi calorosi del pubblico e con lo stesso entusiasmo che aveva salutato il Lear inaugurale diretto dal maestro Fabio Luisi, l’importante 82esima edizione del Festival del Maggio Musicale, che ha visto la partecipazione attiva della macchina del teatro: nessuno si è risparmiato, dagli artisti alle maestranze fino agli amministrativi, permettendo di raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissi – ha detto il sovrintendente Cristiano Chiarot -. Questo Festival del Maggio col suo filo conduttore “Potere e virtù” ha voluto indagare come la virtù e la disposizione del singolo verso modalità di perfezione siano integrabili con l’esercizio del potere, ma non solo: ha voluto interpretare la performing art nel suo senso più profondo, allargando la propria riflessione oltre all’opera alla danza, al cinema, al teatro recitato, al cinema, all’improvvisazione, alla storia e all’economia, spaziando dal Cinquecento al contemporaneo, aprendosi ad un pubblico senza limiti di età, che ha fatto dell’inclusività una delle sue cifre principali.
Un festival senza confini anche in senso geografico perché, per il secondo anno consecutivo siamo riusciti, grazie alla collaborazione del Comune di Firenze, della Regione Toscana e di tutti i nostri partner, a partire dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, a portare la musica anche fuori dal perimetro del nostro teatro per andare nelle piazze, nelle strade, nei musei, nelle biblioteche, nei cinema, nelle chiese, nei circoli e poi ancora in tre altre città della nostra splendida regione”.Si chiude il sipario su un’intensa programmazione culturale di musica con opere, concerti, un balletto, cinema, libri , incontri e dibattiti lunga quasi due mesi.
È terminato infatti il 26 giugno l’LXXXII Festival del Maggio Musicale Fiorentino Potere e virtù con il concerto sinfonico diretto da Daniele Gatti e che ha visto impegnati il Coro e l’Orchestra del Maggio e Olesya Petrova come voce solista in un programma con musiche di Honegger e Prokof’ev.
Il Festival aveva preso il via il 2 maggio con un programma articolato che a partire dall’Università di Firenze ha contemplato l’incontro con Claudio Magris; quattro concerti: uno alla Loggia dei Lanzi in una affollatissima Piazza della Signoria, due alla Fondazione Zeffirelli e uno nel piazzale antistante il teatro del Maggio che ha coinvolto centinaia di strumentisti che hanno suonato in onore di Leonardo da Vinci una composizione inedita di Giorgio Battistelli e che è culminata con l’opera Lear di Aribert Reimann, uno dei maggiori capolavori del Novecento diretta dal direttore musicale del Maggio, Fabio Luisi che ha riscosso un grandissimo successo sia di pubblico che di critica.Il calendario operistico è proseguito con altri 4 titoli lirici, tutti nuovi allestimenti prodotti dal Maggio (La straniera di Vincenzo Bellini, Le leggi fondamentali della stupidità umana di Vittorio Montalti, Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart e Intermedi della Pellegrina, “opera” barocca con una messa in scena itinerante nel giardino di Palazzo Pitti grazie alla collaborazione con Gallerie degli Uffizi), una prima rappresentazione assoluta di una nuova commissione ( “Le leggi”) e una prima rappresentazione in tempi moderni (Gli intermedi”) per un totale di 16 recite.
Tre le serate dedicate al balletto con la presenza della prestigiosa compagnia di Martha Graham. Dodici sono stati i concerti sinfonici nella sala grande del Teatro del Maggio che hanno visto sul podio grandi direttori d’orchestra come Fabio Luisi che ha concluso nel Festival il ciclo integrale delle sinfonie mahleriane intrapreso nella stagione sinfonica dedicata al 90esimo della fondazione dell’Orchestra, Zubin Mehta tre volte sul podio con i suoi amici di lunga data ad accompagnarlo e Riccardo Muti che ha portato a Firenze una partitura del Settecento napoletano - a lui tanto caro - e che egli stesso ha sottratta all’oblio.
E poi James Conlon, Wolfram Christ, Myung-Whun Chung, Salvatore Sciarrino, Michael Boder e infine Daniele Gatti; numerosissimi i solisti presenti in cartellone come Pinchas Zukerman e Amanda Forsyth, Daniel Barenboim, Zakir Hussein che hanno affiancato il maestro Mehta, Marina Rebeka con Fabio Luisi, Jin Ju, Maurizio Baglini e Francesco Libetta (ciclo Forte-Piano-Forte), il pianista Grigory Sokolov per il concerto realizzato in collaborazione con Gli Amici della Musica Firenze; numerose le compagini ospiti tra le quali, l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, l’Orchestra sinfonica della Rai , l’Orchestra sinfonica siciliana, l’Orchestra regionale toscana, il Coro della radio bavarese, l’Orchestra da camera fiorentina, la Filarmonica di Firenze Gioachino Rossini, l’Orchestra del Conservatorio Cherubini.Il Festival ha contemplato inoltre gli otto appuntamenti con il Maggio Contemporaneo ( con Tempo Reale, Contempoartensemble, G.A.M.O, e i già citati Orchestra sinfonica siciliana e ORT), i Complessi del Maggio: il Coro di Voci Bianche, il Gruppo di Musica Antiqua del Maggio, i Cameristi del Maggio (per loro quattro concerti con la partecipazione in due appuntamenti degli attori Valeria Solarino e Sergio Rubini), la rassegna Forte-Piano-Forte (sette appuntamenti), tre recital, i “Dallapiccola Days” realizzati in collaborazione con il centro Studi Dallapiccola e il Conservatorio Cherubini che hanno proposto i lavori di 22 compositori fiorentini del ‘900 per 81 composizioni e portato a esibirsi 200 esecutori, solo nell’ambito di questo “festival nel festival”.E ancora i concerti fuori dal territorio fiorentino con la rassegna “Maggio in Regione” che ha portato l’Orchestra del Maggio a Lucca, Livorno e Pisa, e altri concerti che hanno coinvolto anche le orchestre di cinque Istituti Scolastici, gli incontri con gli artisti, i registi delle opere che hanno avuto luogo alla libreria Feltrinelli, alla biblioteca delle Oblate, le presentazioni al Gabinetto Vieusseux, i dibattiti nel Foyer del Teatro o al bookshop, il Convegno su “Le Leggi della stupidità” e sull’autore Carlo Maria Cipolla fino agli spettacoli per bambini (andati tutti esauriti) organizzati per quattro domeniche nel foyer del teatro.