Il 25 aprile il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha celebrato la Liberazione a Genova e ha concluso il suo discorso con l’affermazione “E’ sempre tempo di Resistenza”. Richiama l’epigrafe scritta dal giurista fiorentino, padre costituente Piero Calamandrei e dedicata al nazista Albert Kesserling, condannato a morte nel 1947, sentenza poi tramutata in carcere a vita, liberato nel 1952 per motivi di salute. Al ritorno in Germania disse che gli italiani dovevano dedicargli un monumento. E Calamandrei glielo dedicò. Leggetelo:
Lo avrai camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre RESISTENZA
Questa epigrafe è nella lapide collocata all’interno del palazzo comunale di Cuneo. Se passate da quella città fermatevi e leggetela. Vi verranno i brividi.