Istituto Geografico Militare: traballa la guida dell'Istituzione

L'attivista trans toscana Clizia de Rossi racconta la Folgore ai tempi del generale Vannacci

Redazione Nove da Firenze
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18 agosto 2023 23:50
Istituto Geografico Militare: traballa la guida dell'Istituzione

Firenze, 18 agosto 2023- “L’Istituto Geografico Militare - afferma il presidente Eugenio Giani - è un’istituzione fondamentale a Firenze e in Toscana per il suo rilievo nazionale ma anche per il carattere di compartecipazione nella vita della città e della regione che lo rendono qualcosa che va oltre il presidio militare e richiedono, quindi, che chi lo guidi sappia specchiarsi e rendersi complice dei valori che questa istituzione ha espresso lungo il percorso storico che ne ha definito le caratteristiche”.

“Lo scorso anno - ricorda il presidente Giani - esattamente il 14 aprile 2022, in occasione dei 150 anni dalla strutturazione dell’Istituto Geografico Militare, la Regione Toscana ha conferito il Pegaso d’oro consegnato nella mani dell’allora comandante generale Pietro Tornabene, persona di assoluto livello”.

"L’Istituto - precisa Giani - nasce, infatti, nel periodo di Firenze capitale d’Italia quando con un primo decreto nel 1865 vengono portati i materiali di carattere geografico e storico cartografico più importanti degli stati preunitari ovvero precedenti all’unità del regno. In particolare tutto il materiale dell’istituto geografico di Modena, di quello di Torino e Napoli, unitamente alla documentazione del Granducato di Toscana che già allora si proponeva sul piano geografico storico come un’eccellenza”. “L’Istituto Geografico Militare rimane quindi il riferimento per le più aggiornate cartografie e per l’ufficialità delle delicatissime dispute sui confini per tutto il corso dei suoi 151 anni di storia, formalizzata per l’istituto dal regio decreto del 27 ottobre 1872; è il punto di riferimento per l’Italia ma anche per Stati che indirettamente possono attingere al suo materiale”.

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“Quando ho svolto funzioni di assessore al Comune di Firenze - ricorda il presidente - ho avuto modo di apprezzare l'importante valore dell'Istituto Geografico Militare: fu proprio la cartografia depositata a Firenze a contribuire al processo di pace tra Eritrea ed Etiopia riguardo alla ridefinizione dei loro confini”.

“L’istituto - prosegue il presidente Giani - ha personale civile accanto a quello militare e ha sempre caratterizzato il suo ruolo oltre il significato di politica della difesa, rappresentando un’istituzione che ha compenetrato le proprie attività con la vita della città di Firenze e della regione Toscana. È evidente che il comandante dell’istituto non può essere scelto solo per le caratteristiche militari ma anche per il sistema dei valori che in 151 anni di vita questa istituzione ha espresso a Firenze, alla Toscana e all’Italia”. “Quello che è accaduto in questi giorni - specifica il presidente Giani - alla luce delle esternazione del generale Roberto Vannacci non può che richiamare il Governo a scelte chiare e coerenti nell’individuazione di chi guida un’istituzione così prestigiosa ed importante come l’Istituto Geografico Militare".

“Quello che sta accadendo al Generale Roberto Vannacci, autore del libro 'Il mondo al contrario', è troppo grave e non si può rimanere in silenzio. La solita rielaborazione grossolana dei soliti giornalisti al servizio del Potere ha creato il caso estivo: si ritagliano citazioni qua e là, alcune si ritoccano pure, per farle apparire non accettabili alla pubblica opinione, e… eccovi servito il nuovo 'mostro', una persona che non si riconosce nel Pensiero Unico, che ha il coraggio di uscire dalla massa addomesticata, che – pur non avendo commesso reati, né avendo mostrato odio verso alcuno – viene additato alle Autorità affinché lo puniscano in modo esemplare -interviene il consigliere Andrea Asciuti (Gruppo misto)- Non avendo letto il libro ed essendomi limitato a prendere visione dei virgolettati che appaiono su internet, non voglio commentare i contenuti.

Però non posso astenermi dal denunciare l’ennesima prova della Dittatura nella quale ci ritroviamo, in tutto l’Occidente, che ipocritamente si autodefinisce liberale. C’è un Potere che ha imposto un Pensiero Unico, diffuso 24 ore su 24 dai mass media. Lo abbiamo visto particolarmente in questi ultimi anni, facciamo alcuni esempi: Covid, vaccino, guerra in Ucraina, ecc. Il Potere non tollera il dissenso e le persone che si ostinano a pensare con la propria testa. Il Potere scatena i suoi servi contro queste persone, e prima c’è il linciaggio mediatico, poi si invocano sanzioni penali e infine si pensano nuove leggi per imbavagliare quei pochi che ancora resistono.

Le idee espresse dal Generale Vannacci sono le stesse idee che i politici di Centro-Destra difendevano fino a qualche tempo fa. Prendiamo atto che il Centro-Destra è ormai una finzione, prendiamo atto che questi politici si sono inginocchiati alla Dittatura del Politicamente Corretto. Stendiamo un velo pietoso sulle dichiarazioni del ministro Crosetto… in realtà dovremmo chiedere le sue dimissioni, ma a chi le domandiamo ad un Primo Ministro che contraddice tutto quello che aveva detto fino a qualche mese fa?”.

"Per un periodo mi fidanzai proprio con un collega di Vannacci, di cui tutt’oggi sono grande amica e che ancora è in carica in quella Brigata, e proprio da lui ho appena saputo che tanti commilitoni in questi giorni stanno inneggiando al loro vecchio comandante alla stregua di un nuovo messia", lo riferisce Clizia de Rossi, transessuale e attivista per i diritti civili, sulle pagine della testata giornalistica MOW.

“Sono disgustata e scioccata – dice nella lunga intervista De Rossi – dalle idee folli e dalle teorie complottiste sciorinate da questo signore". La giovane italiana è spesso ospite della trasmissione radiofonica La Zanzara di Radio24 e nel salotto televisivo di Zona Bianca, il talk show su Rete 4, ma è sulle pagine di MOW che illustra ciò che il generale dell’esercito italiano Roberto Vannacci, non pubblica all'interno del proprio libro al centro delle polemiche, “Il mondo al contrario”: "ho appurato con rammarico che non ci sia menzione delle tante pratiche ‘maschie’ in voga fra i suoi sottoposti - spiega Clizia de Rossi a MOW - come quella ad esempio di ‘iniziare’ le nuove leve tramite un rituale di benvenuto che consisteva nell’obbligare i giovani malcapitati ad amplessi sessuali con ragazze trans sfruttate nella tratta stradale di Migliarino". L'attivista transessuale racconta infatti sulle pagine digitali di MOW la propria relazione con uno dei militari comandati dal Gen.

Vannacci e dettaglia la propria personale esperienza con i soldati della Folgore, nella movida della Versilia e nella vita notturna in Toscana: "venivano tutte le settimane da soli o in gruppo alla famosa discoteca friendly “Mamamia” di Torre del Lago a cercare con bramosia quella trasgressione e quella libertà che di giorno, in contesti professionali e familiari, dovevano ipocritamente soffocare".

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