Il documentario di Valerio Jalongo ha sbaragliato i botteghini e si è posizionato tra i film più visti e ottenendo la miglior media di incassi nella prima giornata di programmazione (domani alle 17:00 ultima proiezione al Cinema La Compagnia di Firenze) è una preziosa fonte per conoscere la realtà del CERN di Ginevra
Vi suggeriamo la visione, perché offre uno spunto nuovo sulla ricerca scientifica. L’immaginazione come punto di congiunzione tra scienza e arte è un tema interessante da sottoporre anche alle nuove generazioni. La prospettiva della complementarietà delle discipline opposta a un sapere settoriale è da sempre un punto importante nel metodo di studio. In un campo di ricerca dove si ha a che fare con il mondo invisibile della fisica quantistica, gli scienziati devono andare oltre ciò che vedono, o meglio oltre ciò che non riescono a vedere, e affidarsi all’intuito e all’immaginazione, così come si farebbe nella realizzazione di un’opera d’arte. Il documentario, infatti, crea un parallelo tra arte e scienza e mostra come scienziati del CERN da una parte e artisti contemporanei dall’altra ci guidano nella loro ricerca della verità, tutti in ascolto di un elusivo sesto o settimo senso...la bellezza.
Jalongo in un intervista ha dichiarato: "La prima volta che sono entrato al CERN, ho avuto un senso di delusione: era brutto, pieno di capannoni industriali, simile a qualsiasi periferia industriale di una città malmessa. Poi sono entrato in quella che loro chiamano 'la caverna': un anello di ventisette chilometri e cento metri di profondità. Mi sono trovato di fronte a questi rivelatori di particelle che includono miliardi di cavi e miliardi di sensori. Ci si chiede come siamo arrivati a creare una cosa così terribile e meravigliosa allo stesso tempo. Nessuno di noi sa cosa stiano facendo realmente all'interno del CERN. Io l'ho visto. Si cerca di rispondere alle domande più importanti: chi siamo? Da dove veniamo? Da dove ha origine l'universo?".
Un documentario che dovrà girare in tutte le scuole italiane, utile far conoscere ai ragazzi cosa è il CERN di Ginevra, creato nel dopoguerra dai fisici europei quasi come antitesi al Progetto Manhattan – che portò alle bombe americane di Hiroshima e Nagasaki.Il CERN ha scopi pacifici, non ha finalità di lucro e le sue scoperte sono condivise e a disposizione di tutti. Forse questo spiega un singolare paradosso nella storia di questa grande comunità di scienziati: e cioè come mai un laboratorio di Fisica delle particelle, dove si persegue la conoscenza pura, senza alcuna applicazione pratica, sia stato all’origine dell’invenzione che più di ogni altra ha rivoluzionato le nostre vite. È infatti al CERN che nel 1990 nasce il World Wide Web, l’internet libero di un mondo senza più confini.
Di Benedetta Bindi