Eataly, a Firenze tempo indeterminato, ma chi ha vinto?

Palazzo Vecchio, la Filcams CGIL e alcuni lavoratori ascoltati in Commissione lavoro

Antonio
Antonio Lenoci
05 settembre 2014 16:13
Eataly, a Firenze tempo indeterminato, ma chi ha vinto?

 50 stabilizzazioni con contratto a tempo indeterminato rispetto agli attuali contratti di somministrazione e a tempo determinato. Questa la bella notizia rimbalzata sulla stampa italiana dopo lo sciopero indetto a Firenze contro la catena di Oscar Farinetti rea di aver dato false speranze ai giovani sottoponendo loro contratti a tempo e metodiche di lavoro definite 'discutibili'.Tutto rientrato "Da Eataly si sta bene" ed il lavoro è arrivato nel giro di poche ore.La qualità delle condizioni di lavoro, la retribuzione, i rapporti sindacali? In un momento di crisi conta lo stipendio, diciamolo.

Oppure non diciamolo, ma è bene che se ne tenga conto.Ha suscitato clamore il testo, presentato da Francesco Farinetti,  e sottoposto alla firma dei lavoratori fiorentini. Questo un estratto:"Veramente falso e cattivo parlare di “sfruttamento”, di “oppressione psicologica”. Questo modo di descrivere Eataly come un lager è pura invenzione, infatti a dirlo sono poche unità su migliaia di lavoratori di Eataly in tutta Italia. Il problema è che questi lo “urlano” e poiché viviamo in un Paese dove purtroppo spesso l’opinione prevale sulla verità, questo danneggia ingiustamente l’azienda e in primis i lavoratori.

Pensate cosa succederebbe se i clienti seguissero l’insulso consiglio a boicottare Eataly, sostenendo nel contempo che gli stanno a cuore i posti di lavoro.Ogni giorno migliaia di lavoratori (Eataly ha creato oltre 4.000 posti di lavoro in 7 anni e mezzo in Italia e all’estero) vanno a lavorare negli Eataly volentieri.Perché da Eataly si sta bene.Perché gli stipendi (che, purtroppo, come tutti in Italia non sono all’altezza di chi ci mette impegno) sono migliori della media del settore.Perché a tutti è offerto un pasto negli stessi ristorantini dei clienti anche se non dovuto.Perché alla quasi totalità degli assunti da più di un anno viene pagata la 15esima, anche se non dovuta.Perché ce la mettiamo tutta a creare un ambiente sereno e cordiale.

Il contrario di quanto descritto da queste poche unità".L'importante è la stabilizzazione dei precari. La famiglia Farinetti ha risposto per le rime al mercato italiano ed è corsa a sistemare le cose.

"Una vittoria del sindacato" così per la Cgil ed anche per i Cobas che lo sciopero lo hanno supportato, dimostrando che se anche mancano le assemblee sindacali, al momento opportuno, non viene meno il sindacato. "Una vittoria dei ragazzi" così ha esclamato parte dell'opinione pubblica che ha riconosciuto ai giovani eatalyani di aver cavalcato bene l'onda mediatica. "Una vittoria di Farinetti" per il resto del mondo che ha visto nella pronta risposta dell'azienda un capovolgimento del danno d'immagine altrimenti irreversibile.Farinetti senior e junior da gennaio avranno 50 dipendenti in più, sottratti alla somministrazione ed inquadrati in azienda.

Ad uno sguardo tecnico, per alcuni addetti ai lavori, la stabilizzazione attraverso le Agenzie interinali non sarebbe stata il male peggiore, anzi. Quello che viene definito lo "Staff leasing" ovvero il rapporto a tempo indeterminato attraverso l'Agenzia bypassando la ditta consentirebbe non solo 6 mesi 'cuscinetto' in caso di chiusura dell'azienda, ma anche un percorso di ricollocamento sicuro durante gli ulteriori mesi di disoccupazione. Il dibattito tra sindacati, Governo ed operatori del settore, non a caso è accesissimo.La politica come al solito si è divisa.

Se da una parte è giunta immediata la soddisfazione del sindaco di Firenze, Dario Nardella e dell'onorevole Elisa Simoni, già apprezzatissima assessora al Lavoro alla Provincia di Firenze e vicesindaco mancato, l'opposizione non ha accolto con estremo giubilo l'epilogo della vicenda. Donella Verdi e Tommaso Grassi in Commissione a Palazzo Vecchio hanno incontrato le parti in causa: “Sicuramente una notizia positiva per un percorso che non può non vedere la politica e i sindacati protagonisti nel porre fine alla giungla delle tipologie contrattuali che portano ad un’occupazione senza regole e della precarietà.

E’ paradossale che il sindacato e le lavoratrici e i lavoratori siano obbligati a dover firmare un accordo sindacale che non aggiunge altro se non l’impegno da parte della proprietà di rispettare la legge, che ormai è divenuto opzionale e un lusso richiedere a certi imprenditori. Lavoratori continuamente sotto ricatto e persino i contratti di lavoro vengono reinterpretati a vantaggio della proprietà, e quello che doveva essere un’assunzione straordinaria una tantum come il lavoro di somministrazione entra a far parte permanente dell’organico dell’azienda.”

Il Manifesto. "Mentre la CGIL tentava di aprire un tavolo e di stringere un accordo di minima - proseguono Verdi e Grassi - lo stesso Farinetti stava facendo firmare un manifesto contro la recente manifestazione dei lavoratori, costringendo sotto ricatto chi ancora ha il posto di lavoro a mettere la propria firma a sostegno di un testo che negava i problemi che erano alla base dello sciopero. Cosa succederebbe se un lavoratore o una lavoratrice adesso si rifiutasse di firmare? Farinetti così intende redigere una ‘lista nera’ in attesa di affiancare ad ognuno delle 50 stabilizzazioni, da qui a gennaio, un nome e cognome? E’ inaccettabile un comportamento di questo tipo che oltre che ad essere antisindacale, è completamente in contrasto con l’immagine etica e morale che Eataly vuol dare di sé”.

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