Stamani ne scrive anche la stampa nazionale. Il Sole 24 Ore titola "Immobiliare, gelata su Firenze ma arrivano gli investitori esteri – nel capoluogo segnato dall’assenza di turisti e studenti, crescono gli acquirenti stranieri: Aermont Capital, Blue Noble, Hines, Artea, Invesco, Ardian, Gb Invest, Colony, Ldc, Leeu, Lowenstein".
Nell’articolo il quotidiano di Confindustria stila una lista degli immobili in tutta Firenze venduti e trasformati in “investimenti immobiliari a 5 stelle”: appartamenti di alta gamma, hotel di lusso, ristoranti e alloggi per studenti facoltosi – da Palazzo Sassetti all’ex convento di Sant’Orsola, l’ex collegio della Querce, l’ex Caserma Cavalli, all’ex-ospedale militare San Gallo, al palazzo quattrocentesco Portinari-Salviati, alla “residenza duecentesca di Beatrice, Musa di Dante” Manifattura Tabacchi, all’Hotel Tornabuoni all’ex Teatro del Maggio, a Palazzo Serristori.
E sempre stamani il Corriere Fiorentino titola "Una nuova idea di Firenze (Senza Toppe qua e là)". L'edizione locale del giornale nazionale descrive l'assenza di un metodo di “progetto di sviluppo che coinvolga tutti, anche i gruppi sociali più disagiati, facendo attenzione a non far prevalere gli interessi dei più forti”, con una programmazione pubblica che sia tempestiva e trasparente, studiando il rapporto fra il modello economico e la città fisica, il suo governo, l’urbanistica.
Approfondimenti
"Questi investimenti sono rivolti a una clientela specifica che espelle la residenza, in quanto un mercato immobiliare proibitivo per gran parte dei lavoratori, in cui l’area della città destinata a city users e residenti temporanei di censo alto e medio alto si espande" è intervenuta immediatamente Antonella Bundu, Consigliera comunale di Sinistra Progetto Comune, con una domanda di attualità.
"Ultimo esempio il diniego dato dal Comune di Firenze una settimana fa ai 677 residenti dell’Oltrarno che hanno firmato per richiedere un processo partecipativo, promosso dal Laboratorio Belvedere promuovere assieme al Comune di Firenze un dibattito pubblico per tutelare e conoscere gli impatti che la trasformazione di Costa San Giorgio e del giardino di Boboli avrà sulla qualità della vita e dell’ambiente, dei valori storici, architettonici e paesaggistici presenti nell’area interessata dal progetto, e per la formulazione di un modello urbanistico e turistico sostenibile" denuncia la Bundu.