Firenze, 19-3-2021 - Il caro affitti e la mancata volontà a rinegoziare i canoni di affitto fanno un'altra vittima nel cuore del centro storico di Firenze: il prestigioso marchio Fossil (orologi) ha chiuso ieri il punto vendita, tra piazza Signoria e via Calzaiuoli.
In quella realtà, a Firenze da tanti anni, erano occupate 4 lavoratrici e 1 lavoratore, tutti trasferiti in un un’altra sede del gruppo (a Vicenza) e posti in cassa integrazione, almeno fino a quando questo strumento rimarrà attivo. Una soluzione questa che lascia su questi lavoratori una spada di Damocle sulla testa: fino a quando l’ammortizzatore con causale Covid sarà disponibile?
Il marchio, per motivare la chiusura del negozio fiorentino al sindacato, ha tirato in ballo il contratto di affitto dell’immobile, un canone già alto nel pre Covid diventato ora insostenibile con la pandemia. Contratto che, una volta scaduto, non è stato rinnovato, anche perché non è stato possibile rinegoziarlo.
"Non possiamo assistere inermi a questo stillicidio, che sta polverizzando le attività produttive per i comportamenti di una rendita parassitaria. Servono azioni forti, come quella di revocare le destinazioni d’uso per quelle proprietà immobiliari, che non partecipano al mantenimento delle attività produttive, come anche il presidente di Federalberghi Firenze ha proposto, e servono anche interventi legislativi nazionali come quello della istituzione di affitti in equo canone per gli immobili commerciali nei centri storici delle città.
Il mercato da solo non riesce a risolvere i problemi economici e sociali che la pandemia sta determinando, deve essere messo un limite alla contrattazione tra le parti nella determinazione dei canoni di affitto financo con interventi di riforma fiscale che colpiscano la rendita parassitaria.
La politica tutta deve mettere in atto azioni straordinarie, altrimenti si fanno solo e soltanto annunci di buon senso contro la rendita senza azioni concrete per la salvaguardia delle attività produttive e della occupazione", conclude la nota Cgil.