“Firenze sta perdendo pezzi importanti della sua identità commerciale. E la notizia della chiusura della libreria Alzaia, che mette sale sulle ferite, è il segno lampante della crisi demografica che sta riguardando il commercio non solo a Firenze, ma in tutte le città italiane. Secondo l’ultima indagine di Confcommercio nazionale, tra 2024 e 2012 solo nei Comuni capoluogo di provincia hanno chiuso i battenti quasi 118 mila negozi al dettaglio e 23 mila attività di commercio ambulante.
Crescono solo ristorazione e ricettività. Il tessuto economico ed urbano ne esce ovunque profondamente cambiato”. A parlare è il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. Nel panorama nazionale, Firenze si posiziona al 65° posto tra i Comuni capoluogo di provincia che hanno registrato il maggior calo di negozi tra 2012 e 2024, con una perdita del 23,1%. In Toscana, secondo la ricerca di Confcommercio meglio della città gigliata fanno solo Pisa, Siena e Prato (rispettivamente al 73 esimo con -22,5%, all’81à con -21,8% e al 108° con -15,6%), comunque sempre col segno negativo.
La palma delle maggiori perdite va a Pistoia, al 12° posto con il -29.9% delle botteghe; Livorno, al 16° con il -28.5%, Arezzo al 33° con -26,2; Massa al 36° con il 25,8, Lucca e Grosseto al 51° posto con -24,3%. “In poco più di dieci anni in Toscana ogni capoluogo ha perso in media un’attività commerciale su quattro. E la flessione si è accentuata dopo il 2019, negli anni della pandemia, quando le fragilità del settore si sono amplificate”, sottolinea Marinoni, “a risentire maggiormente della crisi sono stati i negozi di abbigliamento, calzature, articoli per la casa, giocattoli, librerie, edicole, ferramenta e cartolibrerie, ma anche i banchi del mercato ambulante e i negozi di alimentari”.
Nel settore dei pubblici esercizi, a Firenze come in altre città i bar hanno registrato una contrazione, con la sopravvivenza legata alla capacità di diversificare l’offerta, mentre la ristorazione continua a crescere, sostenuta dall’aumento dei consumi fuori casa. Mostra segnali positivi anche il settore ricettivo extralberghiero, con B&B, residence, affittacamere professionali e simili.
Per il direttore di Confcommercio Toscana, la desertificazione commerciale non è solo un problema economico, ma sociale: “meno negozi significa meno servizi, meno presidi sul territorio, minore sicurezza e una qualità della vita compromessa, soprattutto nei centri storici e nei piccoli borghi. La sfida ora è invertire la rotta, promuovendo politiche di rigenerazione urbana e sostegno al commercio locale, per evitare che le città si svuotino e perdano la loro anima.
Nel frattempo, ognuno di noi può fare la propria parte attraverso azioni di consumo consapevole. Per esempio, scegliendo di acquistare nei negozi di vicinato anziché dai colossi del web. Anche così si fa vivere la città”.
Nel 2024 sono 243 le attività commerciali in centro storico di Siena, contro le 293 del 2019 e le 322 del 2012. Fuori dal centro invece ci sono 315 attività commerciali, mentre erano 361 nel 2019 e 381 nel 2012.
La crisi del centro storico e delle attività del commercio tradizionale di cui tanto si parla è qui, nei numeri elaborati dall’Ufficio Studi Confcommercio sui dati Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne. Contrariamente a negozi e botteghe, crescono ancora strutture ricettive e ristoranti. In centro a Siena ce ne sono 260 nel 2024, ce ne erano 253 nel 2019 e 218 nel 2012. Fuori dal centro il trend non cambia. Quindi ci sono 317 attività tra bar, ristoranti, alloggi nel 2024, ce ne erano 306 nel 2019 e ce ne erano 282 nel 2012.
“Sono numeri che mettono in luce in modo evidente il cambiamento epocale a cui siamo di fronte - fa notare Daniele Pracchia, direttore Confcommercio Siena – Cambiamento legati lla diminuzione della capacità di acquisto, all’evoluzione del web, dei comportamenti di acquisto e di relazione che favoriscono l’aperitivo, la cena, i weekend nelle città d’arte per visitare mostre ed eventi, rispetto ad altre proposte. Mentre gli acquisti si spostano on line. Le domande sono: cosa viene fatto per tenere più bassi gli affitti dei locali? La leva fiscale va ad incentivare la rete del commercio nelle città? Purtroppo la risposta ad entrambe queste domande è negativa”.
“Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: apprezziamo la decisione dell’amministrazione comunale di Siena porre mano alla regolamentazione del Sito Unesco perché questo è uno dei possibili strumenti con il quale regolamentare le tipologie di attività che si possono insediare nel centro storico e porre un freno alla desertificazione in atto. Ma non basta – continua Pracchia - Dal governo si potrebbe davvero fare tantissimo di più. Il rischio è quello di vedere in 10 anni sparire una categoria economica, che si è già ridotta tantissimo in questi anni. E’ una scelta su cui la politica tutta deve agire ora per trovare soluzioni concrete. Confcommercio non da ora propone sconti fiscali sugli affitti, forme di canoni concordati per stimolare i proprietari ad affittare, livelli di tassazione adeguati per sostenere e invogliare chi sceglie di aprire una attività in un luogo fisico”.
Entrando nel dettaglio, gli esercizi non specializzati in centro sono rimasti in 9 (13 nel 2012 e 12 nel 2019), mentre fuori dal centro sono 14 contro i 26 del 2012 e i 19 del 2019. In centro ci sono ancora 39 attività dedicate a prodotti alimentari e bevande, erano 4 nel 2019 e 44 nel 2012. Trend invece cresciuto per i territori fuori dal centro: nel 2024 ci sono 50 negozi di questa categoria fuori dalle mura, erano 51 nel 2019 e 41 nel 2012. I tabacchi sono sostanzialmente stazionari, in centro ce ne sono 21, 22 nel 2019 e 21 nel 2012.
Fuori dal centro nel 2024 se ne contano 30, 27 nel 2019 e 34 nel 2012. Nel centro storico di Siena non ci sono più rivendite di carburanti, ce ne erano ancora 2 nel 2012 e nessuna nel 2019. Il punto è che anche fuori dal centro questo tipo di attività è diminuita: se nel 2024 si contano 9 distributori fuori dal centro, nel 2019 ce ne erano 16 e nel 2012 ce ne erano 19. I negozi di informatica e telecomunicazione sono prima cresciuti parecchio in centro e poi invece si sono spostati fuori dalle mura.
Per cui nel 2024 ci sono 6 negozi di questo tipo in centro, ce ne erano 9 nel 2019 e 3 nel 2012. Fuori dal centro, invece, ce ne sono nel 2024 12, erano 8 nel 2019 e 5 nel 2012. Attività che vendono prodotti per uso domestico sono fortemente diminuiti sia in centro che fuori. Per cui nel 2024 si registrano in centro a Siena 22 imprese con queste caratteristiche, nel 2019 ce ne erano 31 e nel 2012 32. Fuori dal centro ce ne sono nel 2024 35, 40 c’erano nel 2019 e nel 2012 52. Anche la vendita di articoli culturali e ricreativi ha perso posizioni.
Per cui nel 2024 si contano 18 esercizi in centri, ce ne erano 22 nel 2019 e 38 nel 2012. Fuori dal centro nel 2024 se ne contano 28, 32 nel 2019 e 45 nel 2012. Pure le farmacie sono in diminuzione: nel 2024, in centro, sono 9, nel 2019 erano 10 e 10 pure nel 2012. Invece fuori dal centro sono 10 nel 2014, erano 16 nel 2019 e 11 nel 2012. In diminuzione anche la categoria altri prodotti in esercizi specializzati. Nel 2024 in centro a Siena ce ne sono 113, erano 132 nel 2019 e 146 nel 2012.
Fuori dal centro il dato dice che nel 2024 ce ne sono 95, erano invece 118 nel 2019 e 124 ne 2012. Qualche dato positivo si vede per il commercio al dettaglio ambulante. Per cui nel 2024 ci sono 6 attività, erano 10 nel 2019 e 11 nel 2012, mentre fuori dal centro nel 2024 sono 17, erano 20 nel 2019 e 15 nel 2012, quindi, almeno rispetto al 2012, fuori dalle mura qualche attività è cresciuta. Infine, nel 2024 non ci sono più in centro attività di commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati.
Ce ne erano 3 nel 2019 e 2 nel 2012. Fuori dal centro invece ce ne sono 15, in crescita sia rispetto al 2019 (erano 14) che rispetto al 2012 (erano 9).
Storia diversa per bar, ristoranti, alberghi. I servizi di alloggio, ad esempio, in centro nel 2024 sono 260, erano 253 nel 2019 e 218 nel 2012. Fuori dal centro invece ce ne sono 317 nel 2024, erano 306 nel 2029 e 282 nel 2012. Gli alberghi nel 2024 sono 20 in centro, erano 17 nel 2019 e 15 nel 2012. Fuori dal centro oggi sono 24, erano 19 nel 2019 e 19 nel 2012. Quindi c’è crescita. Altre forme di alloggio sono in aumento. Basti pensare che in centro nel 2024 ci sono 57 attività di questo tipo, erano 51 nel 2019 mentre erano 43 nel 2012.
Trend ancora più marcato per le zone fuori dal centro dove si contano nel 2024 103 imprese, ce ne erano 101 nel 2019 e 75 nel 2012. In crescita marcata i ristoranti. Per cui nel 2024 in centro ci sono 129 ristoranti, 123 erano nel 2019 e 93 nel 2012. Fuori dal centro i ristoranti adesso sono 131, erano 114 nel 2019 e 111 nel 2012. Trend molto diverso per i bar. Se nel 2024 i bar sono in centro 54, nel 2019 erano 62 e 67 nel 2012. Fuori dal centro se ne contano nel 2024 soli 59, erano 72 nel 2019 e 77 nel 2012.