L’Associazione Luca Coscioni, attiva a tutela dei diritti, tra cui quello alla salute, ha inviato 102 diffide della Direzioni generali delle Aziende Sanitarie Locali delle città dove si trovano i 189 istituti penali italiani. (Segue dettaglio regione per regione).
Si tratta di diffide ad adempiere al proprio compito stabilito dalla legge: procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie di loro competenza con il fine di apprezzare le circostanze relative all’igiene e le profilassi delle stesse, della fornitura di tutti i servizi socio-sanitari e di agire di conseguenza, qualora esse non siano a norma.
Una iniziativa lanciata alla luce della pressoché totale mancanza nel recente decreto carceri di misure strutturali volte a garantire il diritto alla salute nei 189 istituti di pena in Italia che tiene in considerazione il fatto che ai direttori generali delle aziende sanitarie spetta il compito di riferire al Ministero della Salute e quello della Giustizia sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare. E’ infatti onere delle ASL accertare, anche attraverso visite ispettive agli istituti di pena, che le condizioni di igiene siano rispettate e, in caso contrario, intervenire per interrompere eventuali gravi mancanze.
Approfondimenti
QUI il testo predisposto dagli avvocati Francesco Di Paola, Simona Giannetti e Silvia Sole Savino coordinato da Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e Marco Perduca, promotore dell’iniziativa per l’Associazione Luca Coscioni.
“L’Associazione Luca Coscioni ha deciso di lanciare questa iniziativa perché la totale mancanza di attenzione dedicata alla salute nell’ultimo decreto del Governo in materia di carceri, oltre che quanto denunciato sistematicamente dai rapporti dei Garanti cittadini e regionali, da notizie di stampa e resoconti di visite ispettive parlamentari, fanno emerge una situazione di patente violazione strutturale, tra gli altri, del diritto alla salute delle persone ristrette nel nostro Paese" hanno dichiarato l’avvocata Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, insieme all'ex senatore Marco Perduca che coordina l'iniziativa, “In quanto organizzazione della società civile, pur concordando con le rare proposte di depenalizzazione e decarcerizzazione e sostenendo la necessità e l'urgenza di misure deflattive come indulto o amnistia, mai evocate nel dibattito parlamentare, potevamo “solo” attivare quanto previsto dal nostro ordinamento e non restare inerti di fronte all'illegalità diffusa contro cui le istituzioni continuano a non adottare misure all'altezza della gravità della situazione.
Nella speranza che le consuete visite in carcere del mese di agosto possano aumentare la consapevolezza dei trattamenti disumani e degradanti a cui vengono sottoposte oltre 61.133 persone presenti nei 189 istituti di pena - un terzo delle quali in attesa di sentenza definitiva! -, nel caso in cui le nostre diffide dovessero cadere nel vuoto torneremo a interessare le autorità competenti regionali e cittadine nelle forme previste dalla legge nazionale e gli obblighi internazionali dell'Italia affinché la salute in carcere venga fatta godere pienamente come diritto".
L’Associazione Luca Coscioni ha agito reagendo a notizie di stampa, raccolte in particolare dal sito Ristretti Orizzonti, con gli strumenti attivabili dalle organizzazioni della società civile. Le diffide, tra le altre cose, ricordano come al 31 luglio 2024, 64 persone si siano tolte la vita negli istituti di pena con motivazioni le più varie ma che, stando ai resoconti delle cronache, risultano legate alle condizioni di vita in carcere dove oltre allo stress da sovraffollamento si aggiungono condizioni igienico-sanitarie fuori norma, con presenza di pulci e cimici nelle celle, nidificazione di piccioni negli spazi aperti non puliti, pessima qualità del servizi igienici, spesso condivisi con zone cottura in celle sovraffollate, scarsa o inadeguata ventilazione dei locali, scarsità d’acqua e/o mancanza di acqua calda, mancanza di docce nelle celle, docce in comune con muffe e locali insalubri, zone destinate al passeggio non adatte a creare condizioni di riparo dagli agenti atmosferici (caldo estivo, freddo invernale) e che a questo già drammatico dato devono aggiungersi i sette rappresentanti della polizia penitenziaria che si sono suicidati per motivi legati al loro lavoro, appesantito e reso frustrante dalla cronica mancanza di personale.
Secondo i dati che sono pubblici sul sito del Ministero della Giustizia, al 31 luglio 2024 nei 189 istituti di pena erano presenti 61.133 detenuti, di cui 2.682 donne, 21 delle quali con 24 figli, oltre a 523 ristretti negli istituti penali per minorenni.
"Una donna in stato di gravidanza è sottoposta a misure detentive. La rete del Comune di Firenze, coordinandosi con i progetti finanziati dalla Regione Toscana e le tante realtà attive sul territorio, è in grado di darle un'alternativa, senza farla stare dentro gli spazi disumani di Sollicciano? -domanda Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Il senso della prima metà dell'ordine del giorno fatto approvare a luglio all'unanimità dal nostro gruppo consiliare riguardava proprio la genitorialità all'interno degli istituti penitenziari, per garantire che non si registrino casi analoghi.
Certo la condizione delle detenute madri si limita a pochi casi, in percentuale, ma non ci sfugge che sia quello più semplice su cui agire, anche rispetto all'opinione pubblica. Se neanche in questo caso le azioni istituzionali arrivano in modo tempestivo e preparato, c'è poca speranza sul resto.
Quanto scrive Massimo Lensi (Associazione Progetto Firenze) oggi deve richiamare la politica alle sue responsabilità. Evitare che le tensioni in tutto il Paese di questi giorni servano solo a un teatro politico interno al centrodestra o tra le parti.
Il senso della richiesta di commissariamento era funzionale a evitare che, passate le festività estive, il resto della cronaca politica quotidiana tornasse a far dimenticare questi temi, magari limitandosi all'emergere delle notizie più eclatanti".