Firenze– “Rinnovo l’invito al ministro Nordio a venire qui a Prato per trovare soluzioni alla drammatica situazione in cui si trova La Dogaia. Il centrodestra si unisca a noi perché su questi temi dobbiamo essere trasversali”. All’indomani del quarto suicidio in otto mesi all’interno della casa circondariale pratese, la sindaca Ilaria Bugetti torna a chiedere al Governo una visita in città e risposte concrete per ristabilire dentro quelle mura il rispetto della dignità umana.
“Che a violarla sia lo Stato è semplicemente inaccettabile. – prosegue Bugetti – Come istituzioni non possiamo e non vogliamo tacere. Dobbiamo farlo uniti, senza distinzioni di colore politico. Non è il momento delle ideologie, ci vogliono i fatti. Per questo invito il centrodestra ad abbandonare qualsiasi tentativo di narrazione edulcorata delle condizioni della Dogaia per compiacere il proprio governo, tra l’altro smentita dai fatti, e a unirsi a noi nel chiedere al ministro Nordio un sopralluogo e degli interventi immediati.
Non c’è più tempo per riflettere o per adottare soluzioni di facciata, La Dogaia è al collasso”.
Il ministro Nordio sarà invitato a partecipare anche al Consiglio comunale straordinario che tutta la maggioranza ha deciso di richiedere su questo tema per un confronto aperto con chi vive ogni giorno il dramma di una struttura penitenziaria non adeguata come quella pratese e con chi è chiamato a dare risposte e soluzioni. La richiesta sarà protocollata nelle prossime settimane. “Dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene mi aspetto prima di tutto serietà. – conclude Bugetti – Come Comune abbiamo le mani legate perché non è nostra competenza.
Possiamo promuovere progetti di reinserimento e di coinvolgimento dei detenuti ma sulle condizioni in cui si vive e si lavora in carcere non possiamo fare niente. Tocca al governo intervenire ed è doveroso che lo faccia. Le condizioni in cui si trova il nostro carcere rendono impossibile realizzare il compito che la nostra Costituzione affida alla pena detentiva, quello della rieducazione del detenuto per un pieno reinserimento nella società. Solo così – conclude Bugetti – potremo definirci un Paese civile.
“Voglio ringraziare il nostro Garante dei Detenuti Giuseppe Fanfani per il lavoro che svolge per le nostre comunità e condivido a pieno le sue parole di denuncia e allarme dopo l'ennesimo, drammatico episodio verificatosi nel carcere di Prato”, lo dichiara il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, dopo la presa di posizione del garante dei detenuti su quanto accaduto nel carcere di Prato, ultimo di altri interventi sulla situazione drammatica nelle carceri della Toscana e in Italia.
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“È inquietante vedere come il sistema carcerario continui a mostrare segni di fallimento, con il tragico suicidio di un altro detenuto alla Dogaia – aggiunge Mazzeo. - È facile ignorare la realtà di chi vive dietro le sbarre, ma come sottolineato da Fanfani, il problema non si risolve voltando le spalle. Occuparsi dei detenuti non significa approvare i loro crimini, ma riconoscere la dignità umana che spetta a ciascuno, indipendentemente dagli errori commessi. È necessario un cambio di paradigma, che metta al centro non solo la sicurezza, ma anche la riabilitazione e il rispetto dei diritti fondamentali”.
Secondo il presidente del Consiglio regionale, “lo stato di salute delle carceri misura il livello di civiltà di un popolo e quello che accade in molti istituti penitenziari non è davvero più accettabile”. Per questo, aggiunge, “serve dunque urgentemente che dal governo arrivino risposte concrete e bene ha fatto la sindaca di Prato Ilaria Bugetti a invitare il ministro Nordio a visitare la Dogaia”.
“Come sappiamo bene, purtroppo, - conclude Mazzeo - le criticità riguardano però anche altre carceri della nostra regione, a partire dalla situazione di Sollicciano a Firenze, e voglio dunque aggiungere anche il mio appello al ministro perché venga quanto prima in Toscana a rendersi conto di persona della situazione. Non bastano misure spot come il decreto carceri, servono misure concrete e immediate per poter garantire il ripristino di una condizione minima di dignità all'interno delle strutture carcerarie”.
“La situazione delle carceri italiane è, purtroppo, indecente in quasi tutti i penitenziari. Anche oggi dobbiamo piangere un altro giovane detenuto che si è tolto la vita a Prato. Le amministrazioni locali hanno pochi strumenti in merito, la nostra ha sempre posto grande attenzione alla questione del carcere di Sollicciano sia per i detenuti che per il personale che opera in questa struttura, infatti, lo ripetiamo da anni, ha bisogno di una ristrutturazione profonda, ristrutturazione – spiega il capogruppo PD Luca Milani – che spetta dal ministero.
Sulla richiesta di istituire una Commissione speciale sul carcere di Sollicciano che viene ancora una volta rivendicata dal consigliere Bambagioni sono a precisare che sono tante e diverse le proposte messe in campo, si va da un comitato permanente che veda la partecipazione anche delle associazioni che operano nel carcere, chiesto dal garante e dalla camera penale, ad un commissariamento chiesto da SPC, alla commissione speciale appunto.
La verità è che la situazione è divenuta ingestibile in tutte le carceri e deve intervenire il Governo con un piano straordinario coordinato e credibile e non con un decreto svuota carceri che mira ad alleggerire il numero dei detenuti ma non getta le basi per qualcosa di strutturale e programmato. Su Sollicciano, nonostante la Commissione ispettiva del Dipartimento di Polizia Penitenziaria abbia visitato la struttura ed abbia sottolineato la necessità di un intervento straordinario per ristrutturare il penitenziario definito non solo letteralmente molto fatiscente, ma anche in uno stato di incuria e abbandono, il governo Meloni si è opposto allo stanziamento di finanziamenti straordinari confermando nei fatti che il decreto svuota carceri sia soltanto una inutile scatola vuota.
I lavori per garantire condizioni di vita dignitose a detenuti e dipendenti, iniziati nel 2023 e subito interrotti, non potranno essere quindi completati.
Ribadisco – continua Luca Milani – che in questa fase se c’è voglia di contribuire a risolvere il problema delle carceri, l’unica via è l’apertura di un’interlocuzione con il Ministero competente. Dal canto nostro, in questo inizio di consiliatura, è bene affrontare il tema nelle riunioni consiliari anche in attesa della nomina del garante dei detenuti, nomina che il Consiglio comunale effettuerà nei prossimi mesi. Su Sollicciano – conclude il capogruppo PD Luca Milani – il Comune, ha sempre cercato di migliorare le condizioni dei detenuti anche grazie a progetti mirati ed alla collaborazione con le associazioni di volontariato”.