Carcere: un altro suicidio a Prato

Il quarto alla Dogaia, il secondo in due settimane. Temperature torride all’intero della Dogaia. Lega: "Bene il Governo"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 agosto 2024 14:02
Carcere: un altro suicidio a Prato

Firenze– È una tragedia senza fine. Uno stillicidio che pare nessuno voglia davvero arrestare perché “non porta consenso”. Nel carcere della Dogaia, a Prato, in due settimane si sono tolti la vita due detenuti. Siamo al quarto da dicembre e “c’è il rischio di assuefarsi, di considerare queste morti solo numeri da usare come statistiche. Nelle carceri italiane l’exitus di vite inutili è diventato normale”. È quanto sostiene il garante regionale Giuseppe Fanfani che afferma: “La responsabilità è di chi ha tralasciato per decenni di affrontare il problema sul presupposto che non produca consenso. Di chi oggi si rifiuta di cogliere la gravità del momento, poiché prima o poi le situazioni estreme esplodono” afferma ancora Fanfani ricordando che appena stanotte si è registrata un’altra sommossa nel carcere di Campobasso con feriti.

“La responsabilità è di chi si riempie la bocca di parole senza avere il coraggio di affrontare la situazione per quello che è. Di chi fa finta di non vedere o non comprende ciò che vede” afferma il Garante manifestando “preoccupazione” per le recenti dichiarazioni rilasciate dall’onorevole Erica Mazzetti proprio sul carcere della Dogaia.

E la responsabilità, a detta di Fanfani, “è anche di un Governo che, trovandosi oggi a gestire una evidente emergenza, non ha la volontà politica, la determinazione o il fondamento culturale per affrontare la gravità del problema”.

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In carcere si muore perché manca tutto. Ci sono problemi evidenti che ormai ripeto da anni: caldo estremo, sovraffollamento, cimici, blatte, violenza, solitudine. Soprattutto, e anche questo lo sottolineo e lo ripeto senza sosta, manca la cultura della speranza che si costruisce ricreando le condizioni perché i detenuti possano pensare di rifarsi una vita o di uscire diversi”.

“Mancano scuole e il Ministero ha qualche settimana fa pignorato a San Gimignano le borse di studio ai detenuti universitari. Mancano laboratori, fabbriche interne, collegamenti strutturati con il mondo esterno della produzione o dei servizi. Manca l’umanità della detenzione e la continuità affettiva tanto che, a fronte di una decisione fondamentale della corte Costituzionale, si rifiuta di fatto l’affettività in carcere consolidata, invece, in moltissimi altri paesi”

A detta del Garante manca, infine, una “qualsiasi volontà di risolvere il problema. Il cosiddetto decreto carceri è inutile, non affronta il problema nei suoi aspetti essenziali. Ieri – prosegue Fanfani - una delegazione dei garanti territoriali ha incontrato il Ministro. Ciononostante un qualsiasi provvedimento immediato per affrontare una situazione incandescente e per ridar speranza, quale un mini indulto o provvedimento simile, non c’è stato. Non posso augurare buone vacanze ad una politica che oggi chiude, perché per fare buone vacanze bisogna avere la coscienza a posto”.

Non trovano soluzione i problemi, già denunciati in più occasioni da NurSind, che riguardano il lavoro degli infermieri all’interno del carcere della Dogaia di Prato. A causa di un guasto ormai cronico all’impianto di condizionamento, infatti, il personale sanitario in servizio presso la casa circondariale pratese è costretto a lavorare in ambienti dove le temperature spesso superano i 35 gradi.

“Una situazione intollerabile - spiega il segretario territoriale Roberto Cesario - con conseguenze rischiose sia per la salute degli infermieri che per le loro prestazioni lavorative: in alcuni casi, infatti, si sono segnalati malesseri tra il personale in servizio. Il tutto in barba alla legge che disciplina la sicurezza sui luoghi di lavoro e che, evidentemente, non riguarda quanti si trovano a prestare la loro opera nelle carceri. Ci viene inoltre segnalato che gli stessi farmaci conservati in questi ambienti superano le temperature previste dalle case farmaceutiche e risultano quindi essere alterati”.

Nelle scorse settimane la segreteria di Prato del sindacato delle professioni infermieristiche ha segnalato con una lettera al direttore generale dell’Asl Toscana Centro e alle altre figure interessate queste problematiche. “Siamo in attesa di risposte concrete e a breve termine - conclude Cesario - altrimenti ci vedremo costretti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie. Dopo una lunga diatriba col ministero della Giustizia, l’Asl è intervenuta installando dei condizionatori portatili in alcuni dei locali dove lavorano gli infermieri, ma è del tutto evidente che si tratta di soluzioni tampone che non risolvono il problema. Nel padiglione di massima sicurezza e in quello dei collaboratori di giustizia, dove si trovano spesso a operare i nostri colleghi, la situazione è drammatica e si registrano temperature indegne di strutture di un paese civile”.

"È stato approvato alla Camera in via definitiva il Decreto Carcere sicuro seppur con il solito triste teatrino allestito dall'opposizione . Dal Governo di Centrodestra invece arrivano risposte concrete con il voto finale di ieri. Come già detto dalla Lega durante il dibattito in Consiglio Comunale a Firenze su Sollicciano come Esecutivo avremmo risposto concretamente subito alle urgenze senza mai perdere tempo ulteriore" dichiara il Capogruppo Lega in Palazzo Vecchio, Guglielmo Mossuto "Molteplici infatti le novità previste, come apparso sulla stampa, volte a risolvere i problemi cronici del sistema penitenziario, come il sovraffollamento e la carenza di personale: si prevede l’assunzione di 1.000 tra poliziotti e dirigenti penitenziari, lo scorrimento di graduatorie per vicecommissari e viceispettori e le modifiche al reclutamento degli agenti.

Tra le misure incluse, si prevedono pene alternative nelle comunità di recupero per i detenuti tossicodipendenti, l'uscita anticipata per i detenuti ultrasettantenni e degli interventi per ridurre il numero di detenuti in carcerazione preventiva. Si stringono le maglie su mafiosi e terroristi: il provvedimento prevede anche modifiche alla disciplina del regime detentivo differenziato del cosiddetto 41 bis con esclusione all’accesso dei programmi di giustizia riparativa."

'Chi ieri si è opposto in Aula al Decreto facendo bassa propaganda si è assunto una grande responsabilità davanti al Paese ed ai cittadini. Inutile parlare di carceri e detenuti per poi fare solo ostruzionismo. La Lega ancora una volta ha dimostrato la sua coerenza ed il coraggio delle proprie idee".

"Respingendo la proposta di una commissione sul carcere di Sollicciano, la giunta ha sprecato una grande occasione per fare un lavoro strutturale, continuativo e, soprattutto, condiviso per garantire la dignità della persona, anche in carcere, dimostrando, ancora una volta, quanta distanza c'è tra le buone idee e gli alti principi di cui molti si vantano e i fatti concreti che contraddistinguono l'operato di un'amministrazione. Auspico che l'amministrazione rifletta su ciò che non ha avuto il coraggio di fare e invito il sindaco Funaro a rivedere questa posizione, inutilmente, arroccata.

Perché quella di Sollicciano è un'emergenza che non passa e il Comune di Firenze deve avere la determinazione di esercitare tutta la sua azione di controllo, di vigilanza e di critica se necessario, come è necessario" afferma Paolo Bambagioni, consigliere della Lista civica Eike Schmidt sindaco e presidente della Commissione Controllo.

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