"Il carcere di Prato attualmente non ha un direttore titolare. Non ha un comandante titolare. Ha una gravissima carenza di organico di Polizia Penitenziaria e si trova in una condizione di sovraffollamento". Queste alcune frasi della lettera che la sindaca Ilaria Bugetti e il presidente del Consiglio comunale Lorenzo Tinagli hanno scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio in seguito al suicidio di un detenuto sabato scorso alla Dogaia, per chiedere un incontro urgente sul carcere pratese ed invitarlo a verificare di persona la gravità della situazione con l'obiettivo di adottare dei miglioramenti .Ecco il testo integrale della lettera:
"Signor Ministro,nella serata di sabato 27 luglio, il carcere di Prato è stato teatro del sessantesimo suicidio in un istituto di pena italiano. Sono numeri preoccupanti che rappresentano una situazione di emergenza purtroppo comune su tutto il territorio italiano. Una condizione che allontana l’obiettivo di un pieno raggiungimento dell’articolo 27 della Costituzione, laddove il carcere svolge sempre meno la funzione rieducativa della pena, come testimoniato dai numeri sul tasso di recidiva.La Casa Circondariale La Dogaia di Prato si è guadagnata un grave primato.
Una macchia indelebile per la nostra città che crediamo meriti l’attenzione Sua e del ministero che dirige. In sette mesi, tre detenuti si sono tolti la vita, con una striscia di morte iniziata alla fine del 2023. Sono casi dolorosi che rappresentano solo la punta di una condizione alla quale detenuti, agenti di polizia penitenziaria, operatori sono costretti, e che più volte alla nostra istituzione hanno rappresentato la condizione di seria difficoltà. Il suo dicastero nel 2019, rispondendo a un’interrogazione a risposta scritta presentata dall’on.
Roberto Giachetti, sottolineava quanto non si fossero verificati suicidi nel triennio precedente. Nota utile a rappresentarLe quanto la situazione sia drammaticamente cambiata.La Casa Circondariale La Dogaia di Prato è un istituto penitenziario complesso per tipologia di detenzione, per numero di detenuti, per una elevata percentuale di stranieri e per un elevato numero di detenuti con problemi psichiatrici.Il carcere di Prato attualmente non ha un direttore titolare. Non ha un comandante titolare.
Ha una gravissima carenza di organico di Polizia Penitenziaria, soprattutto per quanto riguarda ispettori e sovrintendenti. Si trova in una condizione di sovraffollamento. Non è in grado di garantire una adeguata assistenza medica, nonostante l’incredibile sforzo del personale competente. Non è in condizione di seguire e sorvegliare adeguatamente i detenuti con problemi psichiatrici riconosciuti. Non ha mediatori culturali sufficienti a gestire un’alta percentuale di stranieri. Riceve, come rappresentato dai sindacati di Polizia Penitenziaria, un alto numero di detenuti trasferiti da altri istituti per ordine e sicurezza, aggravando la condizione di chi lavora o è costretto alla detenzione già pesante all’interno dell’istituto.Siamo a richiederLe pertanto un incontro, invitandoLa eventualmente a visitare l’istituto, ad incontrare i sindacati di Polizia Penitenziaria, il personale che opera nel carcere, le associazioni di volontariato, la garante dei diritti dei detenuti e la Camera Penale di Prato.
A sentire il grido di allarme che quotidianamente la nostra istituzione riceve e che, di fronte all’ennesimo caso di suicidio, di fronte all’involuzione della Casa Circondariale La Dogaia, vuole trasmettere all’organismo competente. La nostra non vuole essere una richiesta pretestuosa, ma un sincero tentativo di migliorare la condizione del carcere della nostra città.
Certi della Sua disponibilità e collaborazione,
Ilaria Bugetti Sindaca di Prato
Lorenzo Tinagli Presidente del Consiglio Comunale di Prato".
Riguardo alla situazione nelle carceri, queste le dichiarazioni del presidente del Consiglio comunale di Firenze Cosimo Guccione “È di ieri la notizia di un’altra persona detenuta, di 27 anni, morta suicida in carcere, questa volta alla Dogaia a Prato. Un giovane che era sotto la custodia dello Stato, non ha resistito alle condizioni che sappiamo ormai da più parti, essere in molti casi al limite dell’umana sopportazione.Sono 60 le persone detenute che si sono uccise in carcere dall’inizio dell’anno, a queste si aggiungono 6 agenti penitenziari.
La conta dei morti è impressionante e, nella sua tragicità, rivela per altro che le vittime di un sistema di detenzione assolutamente non compatibile con uno Stato di diritto, non sono solo le persone detenute, ma anche il personale che si occupa di loro: agenti, operatori socio-sanitari, psicologi, educatori.Credo valga la pena ricordare alcuni dati riportati dall’ultimo rapporto dell’associazione Antigone:- da 11 anni non c’erano mai state così tante persone detenute: 61.147 contro 46.996 posti, il sovraffollamento è pari al 130 % ma con punte di più del 200; nelle carceri minorili il sovraffollamento è del 170%, non era mai accaduto.- a San Vittore si arriva anche a 8 detenuti in stanze da 3/4 persone, non si può nemmeno stare tutti insieme in piedi.
La temperatura spesso supera i 40 gradi.Anche la situazione dell’Istituto di Sollicciano è critica, come quella di molte altre strutture in Italia; nostro dovere in quanto organo a più ampia rappresentanza a livello locale è di comprendere più approfonditamente e rapidamente possibile la situazione, a questo scopo è mia intenzione assegnare alla Commissione competente, ovvero la Quarta (Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali), in fase referente un’analisi sulla questione Sollicciano per poterne riferire poi in aula al termine dei lavori, non escludendo ovviamente il coinvolgimento di altre Commissioni consiliari in seduta congiunta.Il fine è quello di cercare di essere più vicini possibile a quella che è, in primo luogo, una comunità: comprenderne le problematiche e individuare possibili azioni di miglioramento per quanto di nostra competenza.
Ricordando che la competenza è ministeriale e non può essere scaricata, come è invece stato fatto pochi giorni fa, tutta sulle spalle della direttrice, cui va, tutta la mia solidarietà.Nei prossimi mesi, come già discusso nell’ultima conferenza dei capigruppo il Consiglio comunale sarà chiamato all’elezione di un nuovo o una nuova Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. A maggior ragione questo percorso di approfondimento su Sollicciano aiuterà tutti quanti anche per questa elezione.L’analisi e la riflessione che si vuole innescare hanno anche l’ambizione di contribuire, grazie alla collaborazione di tutti i livelli istituzionali, alla discussione nazionale sul miglioramento della situazione di vita negli istituti, perché se è vero, come ha sottolineato la nostra Sindaca, che occorrono nuove e più adeguate strutture, a partire da Firenze, istituti nuovi e adeguati non possono essere eretti in poche settimane o mesi, ma le persone detenute e le persone che lavorano, per e con loro, e che quotidianamente, al pari loro, vivono il carcere, vivono in carcere, hanno bisogno di migliorare la loro vita quotidiana oggi”.