Carceri: due suicidi in meno di 12 ore in Toscana

L'opinione di Sergio Paparo, presidente dell'Ordine avvocati di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2025 18:48
Carceri: due suicidi in meno di 12 ore in Toscana

Venerdì pomeriggio un detenuto d’origine nordafricana poco più che ventenne presso il carcere di Prato, ieri alle prime ore dell’alba un recluso rumeno di 39 anni presso la Casa Circondariale di Sollicciano si sono tolti la vita. Il primo inalando il gas dalla bomboletta da campeggio comunemente in uso per preparare cibi e vivande, il secondo impiccandosi nel bagno della sua cella al reparto giudiziario. Balza così a 11 la tragica conta dei ristretti che si sono suicidati dall’inizio dell’anno, 2 a Sollicciano, cui bisogna sommare un operatore

La necessità di garantire i diritti umani anche all’interno degli istituti penitenziari, la lotta contro le condizioni di violenza e degrado nelle carceri, e il fondamentale obiettivo di trasformare la pena in un’occasione di reinserimento sociale. Questi i temi centrali del convegno “Il carcere: una istituzione al collasso” svoltosi ieri a Casa Caciolle, a Firenze.

L’evento, promosso dalla Fondazione per la Formazione Forense e dall’Ordine degli Avvocati di Firenze, ha visto il sostegno della Camera Penale e dell’Opera Divina Provvidenza Madonnina del Grappa.

Il convegno si è aperto con un intervento del Prof. Luciano Eusebi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, seguito dai contributi dei docenti di diritto penale dell’Università di Firenze, Francesco Palazzo, Giovanni Flora, Fausto Giunta e Roberto Bartoli. Gli esperti hanno sottolineato l’urgenza di superare una visione “carcero-centrica” del diritto penale e la necessità di un cambio di paradigma che ponga al centro, nella fase esecutiva, i diritti dei detenuti, la tutela della dignità umana e l’attuazione dei principi costituzionali. È stata ribadita anche l’urgenza di interventi legislativi per il miglioramento delle condizioni carcerarie.

Durante il dialogo con Don Vincenzo Russo, l’Arcivescovo di Firenze Mons. Gherardo Gambelli ha ricordato che in carcere non si trovano solo “colpevoli” ma persone, che fanno parte della nostra comunità. Monsignor Gambelli ha, inoltre, richiamato il messaggio di speranza di Papa Francesco, evidenziando la tragica realtà delle “morti per pena”, fenomeno che continua a segnare drammaticamente il sistema penitenziario.

Sotto l’hashtag #SolliccianoDeveChiudere, la sessione pomeridiana del convegno ha dato voce a coloro che vivono e operano all’interno delle carceri. Interventi da parte della magistratura di sorveglianza, dell’avvocatura, delle associazioni che operano in carcere e dell’assessore al sociale del Comune di Firenze, Nicola Paulesu, hanno denunciato condizioni di vita inaccettabili nel carcere di Sollicciano, con un richiamo a interventi urgenti e non più rinviabili. È stato sottolineato che “chiudere Sollicciano” non può essere solo uno slogan, ma una proposta concreta per superare una struttura carceraria che, per la sua fatiscenza, costringe i detenuti a vivere in condizioni disumane e degradanti. La denuncia di ieri si è fatta ancora più drammatica con la notizia dell’ennesimo suicidio di un detenuto a Sollicciano.

“Si tratta del secondo suicidio in meno di due mesi, un dato tragico che non può lasciare indifferenti - commenta Sergio Paparo, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Firenze-. I suicidi, infatti, non sono solo numeri, ma storie di persone che hanno vissuto situazioni insostenibili. Il 3 gennaio scorso, un ragazzo egiziano di soli 25 anni si è tolto la vita, e oggi è toccato a un giovane romeno di 39 anni. Le loro vite spezzate rappresentano un monito per tutti noi. Non possiamo più attendere!La condizione di invivibilità della Casa Circondariale di Sollicciano è insostenibile. È il momento di agire per garantire una giustizia che rispetti la dignità umana e promuova il reinserimento sociale dei detenuti.”

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