Firenze– Oggi si registra un doppio suicidio nel carcere fiorentino di Sollicciano, in meno di 12 ore. A togliersi la vita sono stati un detenuto ventenne nel carcere di Prato e un detenuto trentanovenne nel carcere di Firenze Sollicciano. Due suicidi in un giorno solo.
“Un ennesimo suicidio a Sollicciano, un fatto tragico che accade dopo altri tragici fatti analoghi. Oggi è il momento del cordoglio e del dolore. Ma è necessario ribadire che tutto questo è inaccettabile, le condizioni in cui versa il penitenziario fiorentino sono disumane e prive di dignità per i detenuti, per chi vi lavora e per tutti coloro che vi operano a vario titolo. La mancanza di una direzione stabile, inoltre, rende ancora più complicata la gestione di una situazione intollerabile, è urgente che arrivi una guida anche per noi come amministrazione, per avere un’interlocuzione costante e per poter lavorare su tutti quei progetti di reinserimento sociale quanto mai fondamentali” Così l’assessore al Welfare del Comune di Firenze Nicola Paulesu in merito al detenuto suicida a Sollicciano.
“Ormai le parole non bastano più. Non basta indignarsi, esprimere cordoglio, vicinanza, organizzare visite per toccare con mano la drammatica situazione di carceri fatiscenti dove tutto sembra possibile tranne riabilitazione e una vita dignitosa. Se questo stillicidio non viene interrotto, saremo tutti complici”. Così il garante regionale Giuseppe Fanfani. Sulla struttura il garante si è espresso più volte con fermezza: “deve essere abbattuto e dismesso. Non risponde ad alcuno dei requisiti e delle finalità previste dalla Costituzione” e cita anche l’istituto di Prato “sostanzialmente nelle stesse condizioni di Sollicciano”.
“Non ci si suicida per caso. Si sceglie di morire a trenta anni quando si è sopraffatti dalla disperazione, dalla mancanza di speranza o anche solo di una parola di conforto. In carcere manca tutto, ma manca soprattutto una prospettiva di riabilitazione e di reinserimento. Manca una mano amica che ti accompagni in un percorso riabilitativo. Nessuno in questi lunghi anni lo ha compreso o ha avuto il coraggio di misurarsi con questo impegno e la politica in genere ha dimostrato di non essere né disponibile né preparata” dichiara ancora il garante che conclude: “questo sistema detentivo genera solo disperazione e morte”.
"Quella che viviamo è l'ennesima giornata drammatica del sistema penitenziario italiano e toscano. Se stupisce il totale silenzio politico di fronte alla questione delle morti suicidarie in carcere, purtroppo non stupisce che i teatri di tali drammatici episodi siano state le case circondariali di Prato e Firenze (al secondo suicidio nel 2025); due realtà carcerarie che, come denunciato da Antigone a seguito delle visite condotte nel 2024, presentano enormi criticità e sono luoghi di particolare sofferenza, rendendole tra le strutture detentive peggiori di Italia" dichiarano dall'Associazione Antigone Toscana.