Firenze– Ennesimo suicidio in carcere ieri sera a Prato dove un 27enne di nazionalità italiana si è tolto la vita impiccandosi. Subito soccorso e condotto in ospedale, il giovane con alcune condanne definitive e fine pena nel 2032, è spirato poco dopo. Si tratta del 60° suicidio di un detenuto nel corso dell’anno, cui vanno aggiunti sei appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita.
Venerdì 26 luglio 2024, il carcere di Prato era stato teatro di gravi disordini. Un gruppo di circa venti detenuti della prima sezione aveva messo in atto un tentativo di rivolta. I detenuti hanno divelto i neon della sezione, lasciando al buio il reparto. Hanno poi usato le brande di ferro per barricarsi, impedendo l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria. La protesta è rientrata intorno alle due di notte, dopo una lunga trattativa di mediazione.
Rabbia, sconcerto e un accorato appello, l’ennesimo, a “smettere di parlare a sproposito e stracciarsi le vesti ad ogni occasione. Bisogna tacere e metter mano a riforme strutturali che allontanino il pianto dalle nostre carceri”. Il garante regionale Giuseppe Fanfani interviene “Siamo al 60° suicidio in Italia da inizio anno, il terzo alla Dogaia dove già venerdì scorso si è registrata una rivolta. È una strage infinita, una vergogna generale” dichiara il garante “Il dramma di questo giovano ragazzo è il dramma di tutti i detenuti.
Nelle carceri italiane il sovraffollamento, per assurdo, diventa marginale. Manca di tutto. Soprattutto manca il rispetto del dettato costituzionale secondo il quale la pena deve rispondere a criteri di umanità e deve tendere alla rieducazione. E manca la speranza nel futuro. Tanto che il suicidio diventa la fine inevitabile di situazioni drammatiche che ancora restano inascoltate” conclude Fanfani.
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“Una carneficina mai vista in precedenza” dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria “Così, mentre per il Sottosegretario al Ministero della Giustizia, con delega ai detenuti, Andrea Ostellari, le carceri sono regolamentari e non c’è sovraffollamento, il Guardasigilli, Carlo Nordio, parla di problema del sovraffollamento da affrontare con raziocinio.
Esattamente quel raziocinio che non si rinviene nelle loro affermazioni contrastanti e nelle farneticazioni del Sottosegretario, spintosi, evidentemente, fino a smentire il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che solo qualche giorno fa aveva definito la situazione penitenziaria indecorosa per un paese civile” aggiunge il Segretario della UILPA PP.
“Sono 14.500 i detenuti in più rispetto ai posti disponibili e, nel solo 2023, sono stati ben 4.731 i reclusi nei confronti dei quali la magistratura di sorveglianza ha dovuto riconoscere rimedi risarcitori per trattamento inumano e degradante. Risarcimenti, peraltro, la cui procedura viene attivata solo da chi è nelle condizioni di pagarsi un avvocato. Ciò a fronte di oltre 18 mila unità mancanti al fabbisogno organico della Polizia penitenziaria, carenze di ogni genere e disorganizzazione imperante. Prova ne siano le tensioni, le proteste fino ai disordini collettivi che stanno interessando quotidianamente una vastità di carceri, dal nord al sud, isole comprese. Proprio a Prato una delle ultime proteste collettive, solo 36 ore fa”, spiega il dirigente sindacale.
“Siamo stanchi delle stomachevoli chiacchiere del Governo, servono immediati provvedimenti o l’estate sarà tragica con il rischio di avere in autunno macerie al costo di vite umane rispetto alle quali non possono non esserci responsabilità e, di certo, non possono rinvenirsi in capo a coloro che con diuturno sacrificio, sottoposti a turnazioni massacranti, fanno ciò che possono nelle trincee carcerarie per conto di uno Stato che non è in grado, o forse non vuole, rispettare le regole che si è dato.
Servono provvedimenti efficaci e ad effetto immediato che non si rinvengono minimamente né nel decreto-legge n. 92, meglio noto come ‘carcere sicuro’ (sic!), né tanto-meno nella legge di conversione per come sta emergendo dalla Commissione Giustizia del Senato. La Presidente del Consiglio batta un colpo, non foss’altro, per mettere ordine nelle libere e creative interpretazione degli inquilini di Via Arenula”, conclude De Fazio.