Quando, nel giugno del 2008, Gaspare Spatuzza decide di collaborare con i magistrati, i processi sulle stragi del 1992 e del 1993 sono stati celebrati da anni e le sentenze di condanna sono state confermate in Appello e in Cassazione. Le sue dichiarazioni si rivelano dirompenti: ricostruzioni dettagliate, e puntellate da particolari riscontrabili, che spazzano via la verità ribadita in tre gradi di giudizio e ne portano alla luce una nuova, che completa o rettifica il quadro degli attentati di Firenze, Milano e Roma e riscrive intere pagine del processo per l'assassinio di Paolo Borsellino.
Chi è Spatuzza, il collaboratore chiave le cui rivelazioni sono paragonate, per la loro importanza, a quelle che Tommaso Buscetta fece a Giovanni Falcone? L'autrice di questo libro, che ha ottenuto da Spatuzza un'intervista esclusiva che ricostruisce la sua storia, lo definisce "un pentito da manuale". Un ragazzo cresciuto agli ordini dei fratelli Graviano, capimafia di Brancaccio, che agisce nel "gruppo di fuoco" del loro mandamento. Rapine, estorsioni, circa quaranta omicidi - fra i quali quello di don Puglisi - fino al 1997, quando viene arrestato.
E poi un lungo, sofferto cammino di pentimento e conversione religiosa che lo conduce a una svolta esistenziale e alla decisione di dire tutta la verità, di mettersi dalla parte dello Stato. Prefazione di Pietro Grasso Il libro contiene due principali elementi di interesse: 1. il percorso di pentimento di Gaspare Spatuzza, raccontato da Spatuzza stesso nell'intervista esclusiva concessa all'autrice; 2. l'analisi particolareggiata delle novità e delle correzioni portate da Spatuzza alla ricostruzione delle stragi del '92 e del '93, e in particolare di quella di via D'Amelio. Studiosa del fenomeno del pentitismo, Giovanna Montanaro ha seguito da vicino il caso di Gaspare Spatuzza che, arrestato nel luglio del 1997, nel 2000 avvia un percorso di pentimento e conversione religiosa.
Otto anni dopo, nel 2008, decide di collaborare con la giustizia, quando è ormai forte la consapevolezza che il suo pentimento non è compiuto se non si assumerà il compito di dire la verità, di fare scarcerare gli innocenti e condannare i colpevoli, ristabilendo la giustizia. Tutti i magistrati con i quali ha collaborato hanno riconosciuto l'autenticità della conversione di Spatuzza, un «pentito da manuale» che non ha cercato benefici o sconti di pena. E' noto che la ricostruzione di Spatuzza ha fatto riaprire le indagini sulle stragi del 1992-93 e sul fallito attentato allo stadio Olimpico del 1994 e, in particolare, ha rivoluzionato le conclusioni sulla strage di via D'Amelio consacrate dai vari processi Borsellino (in particolare Borsellino 1 e Borsellino bis) in tre gradi di giudizio.
Il contributo dato da Spatuzza alle procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo riempie, tra verbali di interrogatori e atti processuali, diverse migliaia di pagine che hanno costituito la solida base del lavoro dell'autrice. Partendo dagli innumerevoli particolari forniti dal pentito e riscontrati dagli inquirenti, Giovanna Montanaro ripercorre il filo degli eventi ricomponendo nei fatti - nella definitiva versione dei fatti - le stragi di Capaci, via D'Amelio, Firenze, Roma e Milano, oltre al sequestro del piccolo Di Matteo.
Ripercorre inoltre le varie fasi dei processi Borsellino, sottolineando i punti oscuri che hanno sollevato interrogativi su eventuali errori giudiziari o depistaggi che per vent'anni hanno ostacolato o deviato il corso della giustizia. La profondità e l'accuratezza dell'esame dei dati processuali fanno di questo libro uno strumento utile anche agli addetti ai lavori, mentre la ricostruzione delle stragi e del contesto storico nel quale sono avvenute rappresenta un notevole contributo al chiarimento delle questioni giudiziarie e politiche che ruotano intorno alla strategia terroristico-stragista messa in atto da Cosa Nostra all'inizio degli anni ‘90 e alle cosiddette trattative fra Stato e mafia. Gaspare Spatuzza è stato arrestato il 2 luglio 1997.
Ha riportato varie condanne all'ergastolo e scontato finora 16 anni di carcere. Nel giugno del 2008 ha iniziato a collaborare con la giustizia. Ha beneficiato di circa 4 anni di liberazione anticipata. Da 5 anni vive la detenzione in assoluto isolamento, in una sezione protetta per collaboratori di giustizia. Nel 2009 è stato inserito provvisoriamente nel programma di protezione. Nel 2011 è stato definitivamente ammesso nel programma speciale di protezione. Nel 2012 per poche ore ha usufruito del primo permesso premio.