Firenze 16.02.2014- I comitati contro la privatizzazione dell'Ataf, contro i tunnel TAV e l'assemblea cittadina di solidarietà al movimento NO TAV hanno promosso per oggi, dalle 10.30 alle 12.30. un presidio in piazza San Marco a difesa del trasporto pubblico locale e in solidarietà ai lavoratori ATAF. "ATAF è un patrimonio pubblico, appartiene alla collettività, ai cittadini di Firenze ed al lavoro di intere generazioni di tranvieri -affermano in un documento Comitato contro la privatizzazione dell'ATAF, Comitato no tunnel TAV e l'Assemblea cittadina di solidarietà al movimento NO TAV- questo patrimonio è stato svenduto a chi mira solo a fare profitti anziché garantire un efficace servizio di trasporto pubblico, sempre più necessario per contrastare l'inquinamento e la congestione della città.
Le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno considerato l'ATAF come un luogo da lottizzare o come un peso di cui liberarsi; per finire si è arrivati alla decisione del sindaco Renzi di privatizzare, ovvero di regalare l'azienda alle Ferrovie dello Stato di Moretti, lo stesso che ha ridotto il trasporto ferroviario regionale e locale in condizioni da vergogna, mentre la maggior parte delle risorse pubbliche vengono sprecate nelle grandi opere dell'Alta Velocità". 500 lavoratori impiegati negli impianti sportivi comunali e nelle biblioteche secondo i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi rischiano il posto di lavoro.
"Il Comune di Firenze - sostengono - ha deciso, per servizi pubblici assegnati con gare di appalto e/o affidamenti a ditte esterne, di escludere la clausola sociale ovvero quella forma di tutela minima per i dipendenti, capace di metterli al riparo dal pericolo di esser licenziati una volta che, scaduto l'appalto, nella gestione subentrano altre società". Una scelta "miope, grave, ingiusta e arrogante che avrà forti ripercussioni sull’occupazione, su diritti e prerogative di lavoratori già sfruttati e duramente penalizzati da tipologie contrattuali deboli".
Rifondazione Comunista "nell’esprimere la piena solidarietà ai lavoratori degli impianti sportivi e delle biblioteche del Comune di Firenze, chiede alla Provincia di Firenze di intervenire a sostegno delle richieste sindacali in merito all’inserimento delle clausole sociali nelle gare di appalto e/o affidamenti a ditte esterne di attività, a contrasto di scelte che avranno quale unico effetto la cancellazione dei diritti e un forte indebolimento occupazionale". E' stato presentato, presso la sede di Cgil Toscana, il Terzo Rapporto (sul 2013) sulla Contrattazione Sociale in Toscana (sindacati-enti locali e territoriali) (sul 2013), “Nuovi percorsi di contrattazione sociale”, a cura di Cgil Toscana, Spi Toscana, Fp Toscana, Ires Toscana: “In un periodo in cui le risorse delle amministrazioni pubbliche calano, in un contesto di post-democrazia, il ruolo del sindacato a tutela degli interessi dei propri iscritti, degli anziani e delle fasce deboli è ancora più fondamentale”. L'ANALISI Il rapporto rivela che il 2013 ha registrato difficoltà crescenti per i sindacati nel mantenere i rapporti di contrattazione sociale con gli enti pubblici; l'apertura al confronto di molte amministrazioni si è ridotta (e spesso le firme degli accordi slittano perché slitta l'approvazione dei bilanci preventivi).
I sindacati, per reazione, hanno intensificato il loro ruolo politico e di denuncia con carteggi e comunicati; da notare però che è aumentata la concertazione con le Asl. Se per due anni la contrattazione ha resistito in Toscana, nel 2013, per la prima volta nel triennio, c'è stata una flessione di popolazione e territori coperti: ma il calo è minore rispetto al biennio precedente, e i dati del 2013 restano migliori del 2009 e del 2010. Se poi diminuiscono gli accordi comunali, crescono quelli intercomunali.
Tuttavia in Toscana il decremento della contrattazione sociale resta contenuto rispetto al dato nazionale, proprio grazie ai moltiplicati sforzi di parte sindacale (nuovi modelli di negoziazione e diversificazione degli accordi, ad esempio). Spi e Fp aumentano infine la loro presenza nelle attività contrattuali. I FIRMATARI La maggior parte degli accordi vede firmatari i Confederali, i segretari provinciali e le leghe dei pensionati. La Confederazione è presente nel 77% degli accordi (nel 2012 era all'80%).
Salgono i pensionati (dal 78% del 2012 all'87%) e la Fp (dal 3,3% del 2012 all'8,3%) IL LIVELLO DELL'ACCORDO Il livello dell'accordo più diffuso resta quello comunale, che però diminuisce dagli anni precedenti (65,7%, nel 2012 era il 79%). Aumentano gli accordi intercomunali (dal 9,8% del 2012 al 15,2%) e c'è il boom di quelli con le Asl (dall'1,6% del 2012 al 10,5%) LA PROPENSIONE CONTRATTUALE La crisi economica e quella dei Comuni hanno fatto sì che nel 2013 la contrattazione sociale in Toscana si sia ridotta.
Nel 2013 gli accordi hanno riguardato 120 Comuni, rispetto ai 166 dell'anno prima. In Toscana ci sono 287 Comuni, dunque quelli coperti sono il 42% (nel 2012 erano il 58%, ma gli anni prima erano rispettivamente 35% e 37%). Popolazione coperta: nel 2013 è il 47% del totale (come nel 2010), nel 2012 era il 69%, nel 2012 il 60%. IL FOCUS SULLE PROVINCE Arezzo: primo posto per accordi siglati (32), per il 90% dei Comuni e il 65% della popolazione (lieve calo dovuto al mancato accordo col Comune di Arezzo).
I segreti di un modello funzionante: l'uso diffuso di piattaforme e delibere, l'unità sindacale dei pensionati. Firenze: calano accordi e popolazione coperta (65%, dato comunque alto), ma le medie superano quelle regionali. 17 i Comuni coperti (il 39%; erano 31 nel 2012), 3 gli accordi con la Asl. Grosseto: 7 Comuni hanno siglato accordi (16 nel 2012), è coperto il 28% della popolazione. Punto di forza: firme congiunte di Confederali e dei tre sindacati dei pensionati. Livorno: ci sono stati accordi con 4 Comuni (3 in meno dell'anno prima), che coprono il 20% del totale e il 24% della popolazione.
Si evidenzia l'alto livello di qualità delle intese raggiunte; dove non sono stati firmati accordi, la causa è stata spesso che gli enti volevano aumentare le tasse. ./. Lucca: anche qui alta qualità degli accordi, che sono stati 18 di cui 14 comunali più 2 con l'Asl (nel 2012 gli accordi furono ben 29 ma dovuti ad una delibera eccezionale dell'Unione dei Comuni della Garfagnana). Da notare che il Comune di Lucca nel 2013, a differenza del passato, non ha firmato intese: anche questo ha fatto sì che la popolazione coperta sia calata in un anno dal 76% al 56%. Massa Carrara: 4 i Comuni coperti (c'è bassa tradizione di contrattazione sociale) ma tra questi c'è il capoluogo e ciò fa sì che venga coperto il 75% della popolazione. Pisa: 9 i Comuni coperti (nel 2012 erano 15).
Cala anche la popolazione coperta: in un anno si va dal 65% al 29% (anche qui, pesa la sopravvenuta assenza del Comune capoluogo). Pistoia: zero accordi siglati nel 2013, all'apice di un trend decrescente iniziato dal 2009 (quando furono 14). Nella crisi economica, gli enti locali si sono dimostrati chiusi al confronto coi sindacati. Prato: la provincia, a bassa tradizione di contrattazione sociale, si distingue per un protocollo di intesa che coinvolge i sindacati Confederali, la conferenza dei sindaci (5 Comuni su 7), la Società della Salute e la Asl in materia di programmazione di politiche sociosanitarie. Siena: 22 gli accordi coi Comuni, così come nel 2012 (è l'unica provincia che non registra cali se si eccettuano le due novità di Massa e Prato), ma la popolazione coperta cala dal 77% al 45% per la sopravvenuta assenza del Comune di Siena.
CONCLUSIONI E PROPOSTE Le richieste più diffuse dei sindacati agli enti: difesa del reddito su tasse e tariffe, aumento della spesa sociale, fondi anticrisi. Se la crisi ha fatto diminuire i verbali, ha favorito però pragmaticità e concretezza. La contrattazione sociale evidenzia anche dei rischi negli accordi: il rischio di genericità, il rischio di intese pro-forma, il rischio di corporativizzazione. Poi per le amministrazioni la contrattazione sociale è spesso una concessione e non un diritto e quindi possono interromperla unilateralmente.
Alcune proposte per migliorare la contrattazione sociale: accordi più chiari e verificabili, ripensare il modello di piattaforma in un percorso negoziale democratico e vincolante, formalizzare la contrattazione dalla piattaforma alla delibera, comunicare i risultati della negoziazione, rafforzare gli strumenti di verifica, fare rete con le altre strutture della Cgil o con altri segmenti di società per contribuire come expertise, trovare nuovi strumenti per fare pressione sugli enti trattanti (pubblicità, volantini, liste o pagelle che valutino gli enti sulla base della loro disponibilità e trasparenza), agire a più livelli (locale, provinciale, regionale, nazionale, europeo). Foto di Antonio Lenoci La Commissione Lavoro della Provincia di Firenze ha incontrato i lavoratori del settore "personale di sala" e "trucco e parrucco" della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
I lavoratori - precisa in una nota siglata per la Commissione dalla consigliera Alessandra Fiorentini - hanno evidenziato la decadenza delle graduatorie di reparto alle quali la Fondazione ha attinto da anni per l'assunzione del personale, selezionato attraverso procedure di evidenza pubblica, segnalando che la nuova procedura attivata dall'ente si fonda su criteri diversi da quelli precedenti (come anzianità lavorativa, formazione). Si prevederebbero cioè criteri di selezione "di carattere soggettivo, discrezionali e poco trasparenti, lesivi dei diritti individuali e collettivi acquisiti rispetto alla situazione pregressa".
La Commissione Lavoro ritiene "grave il fatto di aver appreso che dalle nuove procedure di reclutamento siano esclusi coloro che hanno in essere cause di lavoro in merito alla stabilizzazione o comunque coloro che a fronte di un'anzianità lavorativa acquisita potrebbero rivendicarla". Si tratta di una "modalità scorretta, inopportuna ed iniqua e che causa danni rilevanti ai lavoratori , che per effetto delle decisioni della fondazione, si trovano esclusi dalle possibilità di avere un lavoro e una retribuzione fino a quel momento percepita" La Commissione evidenzia che la Fondazione con questa procedura "non ottiene né risparmi di spesa né di ottimizzazione del servizio, anche a fronte del fatto che si assume nuovo personale con le stesse mansioni producendo così, oltre alla lesione dei diritti , nuove precarietà".
Pertanto la Commissione Lavoro chiede: che siano immediatamente rimossi tutti quegli elementi che non permettono l'esercizio di diritti acquisiti dei lavoratori e tutti gli elementi di discrezionalità di giudizio per la selezione del personale; che i lavoratori del settore "personale di sale", "trucco e parrucco" debbano essere richiamati in servizio nel rispetto delle vecchie graduatorie, fondate su criteri oggettivi e nel rispetto dell'anzianità lavorativa; la nuova selezione del personale deve essere effettuata ad integrazione dei posti vacanti.
La Commissione Lavoro nell'esprimere la piena solidarietà ai lavoratori dichiara di mantenere alta l'attenzione sulla vertenza in corso e di riportare quanto emerso oggi nell'incontro del 20 febbraio prossimo tra le organizzazioni sindacali firmatarie dell'intesa e il Presidente della Provincia di Firenze. La nota della Commissione è stata votata all'unanimità dai gruppi consiliari presenti in commissione: Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Progetto Toscana, Rifondazione Comunista, Lega Nord, Forza Italia.