FIRENZE – 'Filiera Legno Edilizia Mediterranea' è il nome della 'Rete' che nasce su impulso di Regione e UNCEM, in collaborazione con il sistema Confindustria toscano, con l'obiettivo di promuovere e valorizzare l'utilizzo del legno toscano per la realizzazione di edifici ad elevata sostenibilità ambientale. Un settore che, considerato l'enorme patrimonio boschivo toscano, ha elevate potenzialità di crescita e sviluppo. Stamattina, a presentare l'iniziativa, sono intervenuti gli assessori al welfare e alle politiche per la casa Salvatore Allocca, quello all'agricoltura Gianni Salvadori ed il presidente della Rete Francesco Campigli. "L'uso del legno nella struttura degli edifici è una innovazione di particolare rilievo – ha spiegato l'assessore Allocca - e può consentire di avviare un processo economico virtuoso per rilanciare tutto il settore collegato con l'edilizia di qualità in Toscana.
I dati a disposizione dimostrano come la Toscana sia ancora in ritardo rispetto ad altre regioni. Però, già a partire dal bando su bioarchitettura e bioedilizia, che ha permesso con 13 milioni di euro di finanziare 18 progetti (sui 51 totali presentati), ci sono volontà ed interesse ad investire risorse e sviluppare una filiera che ha enormi potenzialità". "La Toscana, con oltre 1 milione di ettari di superficie forestale, che copre il 47% del territorio regionale vanta un primato in Italia.
Questo grande patrimonio, che oggi è utilizzato in minima parte (circa 2 milioni di metri cubi, il 40% dell'accrescimento annuo che è pari a 5 milioni di metri cubi) ha una potenzialità enorme – ha sottolineato l'assessore Salvadori - e noi crediamo che sia giusto investire su di esso. Crediamo che sia giunto il momento di ritornare a coltivare il bosco e usare il legno per invertire la dipendenza da fonti energetiche fossili, per l'utilizzo del legname in edilizia, per garantire lavoro alle imprese e ai professionisti del settore e per mantenere il presidio del territorio nelle zone collinari e montane.
Tutto questo vuol dire non solo valorizzare una grande risorsa della Toscana (presto contiamo di avere anche una certificazione "legno di Toscana") ma anche prevenire il dissesto idrogeologico e lavorare perchè non si ripetano gli eventi alluvionali e franosi che stanno disastrando la Toscana. Su questo la Regione è impegnata e su questo abbiamo impostato varie azioni del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020." "L'obiettivo prioritario – ha detto Campigli - è la diffusione di un sistema tecnologico innovativo per realizzare edifici con struttura portante in legno e con prestazioni energetico ambientali particolarmente elevate.
Come, ad esempio, l'intervento realizzato a Montaione da Publicasa S.p.A., che ha consumi di 23 Kwh/mq anno, corrispondenti ad un decimo dei consumi ordinari. L'esperienza di tutti i soggetti che fanno e faranno parte della Rete consentirà di individuare con esattezza le difficoltà informative, culturali, scientifiche, procedurali e legislative che hanno ritardato la diffusione dell'edilizia sostenibile toscana". Della 'Rete' attualmente fanno parte 11 aziende toscane: Arredoline Costruzioni srl, Bgreen srl, BBA-Architetti & Partners srl, Campigli legnami Sas, Consorzio ARCALE, Cooperativa TERMAS, Frangerini Impresa srl, HS ingegneria srl, I+ srl, Legnopiù srl, Epsus Musa srl. Gli obiettivi principali che si propone la 'Rete' sono: valorizzazione delle risorse boschive toscane, rafforzamento della filiera toscana 'legno-edilizia-energia', sviluppo di attività comuni di ricerca e sviluppo, formazione degli addetti al settore, sostegno legale e normativo, realizzazione di costruzioni ecoefficienti chiavi in mano, definizione di linee comuni di marketing e accesso al mercato in forma associata, riduzione dei costi dei servizi di assistenza e servizio post-vendita alla clientela. La Regione sarà chiamata ad una serie di azioni: creazione di una borsa regionale del legno (simile a quella in vigore in Provincia di Trento), sostegno alla ricerca applicata a prodotti e processi basati sul legno toscano, creazione di una chiara linea guida per la redazione di bandi di appalto finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche (con premialità per l'uso di materie prime da filiera corta), adozione di un sistema regionale di certificazione di sostenibilità dell'edilizia pubblica e privata, informazione al cittadino, alle imprese e agli enti pubblici (attraverso uno sportello informativo e campagne di comunicazione), sostegno alla formazione per gli operatori del settore, alla certificazione della gestione forestale sostenibile (attraverso lo schema della Foresta Modello e i protocolli PEFC e FSC) e alle imprese agricole, di trasformazione e di produzione. Edilizia sostenibile: il legno fa risparmiare, è rinnovabile e riciclabile Qualche dato in favore dell'edilizia sostenibile.
Il settore edilizio italiano risulta essere tra i meno ecoefficienti d'Europa: consuma la fetta più consistente di energia, oltre il 45%, e rilascia nell'aria il 50% dell'inquinamento atmosferico. Studi specifici condotti dal CNR IVALSA di Sesto Fiorentino, evidenziano come l'utilizzo del legno per la parte strutturale degli edifici migliorerebbe in maniera rilevante le prestazioni energetiche riducendo direttamente ed indirettamente i consumi finali di energia, sia in fase di realizzazione che in fase di utilizzo e di demolizione e smaltimento. Altri punti a favore: la durabilità delle costruzioni, le caratteristiche bioclimatiche, l'ottimo comportamento delle strutture lignee nei confronti di eventi sismici e la resistenza al fuoco.
Rispetto ai materiali da costruzione tradizionale inoltre il legno è rinnovabile e riciclabile, consuma pochissima energia nelle fasi di produzione e posa in opera, non rilascia emissioni, polveri o fibre nocive durante l'impiego ed inoltre a fine utilizzo si smaltisce senza inquinare e può restituire l'energia accumulata se impiegato per la termovalorizzazione. In termini di consumo di energia primaria necessaria per la produzione, il legno lo abbatte fino al 75% rispetto a quello dei materiali tradizionali i quali, nei cicli produttivi, assorbono elevate quantità di combustibili fossili.
Senza contare poi che ogni metro cubo di legno impiegato in edilizia corrisponde a quasi 1 tonnellata di CO2 che viene stoccata per tutta la durata di vita dell'edificio con relativo minor impatto in termini ambientali. Sicurezza degli edifici, certezza dei tempi di realizzazione e dei costi sono gli elementi che giocano a favore nell'adozione del legno per la realizzazione di edifici ad uso pubblico o ad uso residenziale pubblico. La filiera del legno in Toscana: tutti i numeri di un enorme patrimonio da utilizzare La Toscana, è la regione con la maggiore copertura forestale; 1.086.016 ettari pari al 51 % della superficie agraria e forestale e al 47 % della superficie territoriale. Le aree boscate sono distribuite prevalentemente in montagna (54,8%) e in collina (43,5%) e solo in minima parte in pianura (1,7%).
Il 75,6% della superficie totale è data da bosco ceduo, solo il 18,8% la fustaia. La maggior parte dei boschi è di proprietà privata (85%). 130 mila ettari pari a circa il 15% sono pubblici, circa 110 mila ettari appartengono al demanio Regionale. La provvigione legnosa complessiva stimata è di circa 124 milioni di metri cubi, ed ha un tasso di accrescimento del 4% annuo, pari a circa 5 milioni di metri cubi; le utilizzazioni forestali interessano una quota non superiore al 40% dell'accrescimento (circa 2 milioni di metri cubi all'anno).
Solo una piccola percentuale riguarda il legno da opera di cui si stima una produttività potenziale annua di circa 260 mila metri cubi, per lo più pino, castagno e douglasia. Attualmente la maggior parte degli interventi forestali interessano i boschi cedui per la legna da ardere. Le imprese toscane di utilizzazione boschiva sono circa 1400 con 3400 addetti mentre quelle di trasformazione del legno sono circa 4200 con 19.000 addetti con una media di 4,5 addetti per impresa. Sono presenti in particolare nella provincia di Arezzo (in Casentino particolarmente attivo sia per l'utilizzazioni forestale chela trasformazione del legno) e Pisa.
Oltre a questa diffusa imprenditoria artigiana e industriale e ad una qualificata cooperazione forestale, è importante la presenza del mondo scientifico: l'Accademia Italiana di Scienze Forestali (Firenze), il CNR IVALSA (Sesto Fiorentino), il CRA Centro per la Selvicoltura (Arezzo), la Facoltà di Agraria che ha recentemente festeggiato il centenario del primo corso di laurea in Scienze forestali, rappresentano in Toscana un cluster d'eccellenza nell'ambito della ricerca e dell'innovazione per il settore forestale. Ricerca e innovazione assumono particolare importanza anche nel nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana nel quale saranno previste varie azioni finalizzate anche alla valorizzazione del settore forestale e della filiera del legno.
Cresce l'interesse per la gestione forestale sostenibile e la certificazione forestale; sono già 7000 gli ettari di foreste pubbliche certificati secondo gli standard PEFC e FSC (certificazione congiunta). L'obiettivo è quello di arrivare in tempi brevi a una certificazione di proveniennza: "legno di Toscana". Numerose le iniziative della Regione per la valorizzazione del legnotoscano: fabbricati agricoli in legno, barriere fonoassorbenti in legno, centro sociale a Rignano (FI) ecc, indagini di filiera e attività formativa e divulgativa volta a promuovere un più ampio e diversificato uso del legno sia da opera che da energia. A marzo verranno presentati i risultati di un progetto di ricerca affidato dalla Regione e coordinato dall'Università di Firenze (GESAAF) che fornirà un quadro dettagliato della filiera legno in Toscana.
La Regione inoltre collabora con l'Accademia di Scienze forestali all'organizzazione del prossimo IV Congresso nazionale di Selvicoltura che sarà organizzato nel 2014 qui a Firenze in cui saranno trattate queste tematiche