L'ennesimo Patto per La Notte? Residenti non ci stanno e protestano in Consiglio comunale a Firenze. Appare ancora una volta complicato se non impossibile trovare una soluzione alla vita notturna della città. I residenti vogliono dormire e chiamano la Municipale contro gli schiamazzi. I locali vogliono restare aperti sino a tardi, ma non possono garantire per il comportamento degli avventori fuori dagli esercizi commerciali. Intanto i locali chiudono, le Ordinanze che limitano il consumo di bevande alcoliche si susseguono, ma il problema si ripresenta dopo il dissequestro del locale di turno. L'Assessore Sara Biagiotti propone un nuovo tavolo di discussione con il Prefetto e con le parti in causa.
Dai banchi dell'opposizione Ornella De Zordo interviene: "L'ennesimo Patto per la notte non può essere proposto visto che ci sono gli strumenti idonei che però non siete stati capaci di mettere in atto". "Dimissioni" urla il pubblico che espone cartelli ed interviene interrompendo ripetutamente il dibattito. Il pubblico insorge ed il presidente Eugenio Giani minaccia di sgomberare il Salone de' Dugento, cosa che avviene tra le grida: "Vergogna". Restano in aula i cartelli che chiedono silenzio per poter dormire sonni tranquilli. Questo l’intervento della consigliera Ornella De Zordo: “Possiamo tranquillamente dire che a Firenze questa amministrazione non è stata in grado di vincerla questa sfida, anzi ha mostrato chiaramente di aver fallito. Premetto che chi parla non ha affatto l’idea di una città che chiuda alle dieci di sera perché, anzi, credo che sia importante vivere in una città viva e vitale, che tra parentesi è anche una città sicura.
Ma deve essere una città che per le ore serali e anche notturne offre delle occasioni ludiche e culturali diversificate e non ridursi a consumo di alcol: che è certo la cosa più facile e redditizia per chi la gestisce. E invece a Firenze la carenza di questa amministrazione sul piano più complessivo di offerta di fruizione della città, ha fatto spostare l’attenzione su aspetti specifici, come l’orario di apertura dei locali, peraltro non sapendo dare neppure a questi una risposta adeguata.
Così ha creato una contrapposizione tra residenti del centro e gestori dei locali su cui è dovuta intervenire la Magistratura. Perché in realtà l’assessore Biagiotti ha perseverato nel non prendere posizione affidandosi a fantomatici patti che era chiaro non avrebbero funzionato. Quindi ora si deve davvero ‘cambiare verso’. E non è vero che il Comune ha ‘le mani legate’, come dice Biagiotti, semmai se ne lava le mani. Certo, se prendono provvedimenti sbagliati poi il Tar li invalida.
Come è successo per i minimarket. Ma se, come dicono giuristi e magistrati, si ricorre a strumenti legislativi idonei, i Comuni possono eccome regolamentare anche gli orari dei locali! Un sempio? L’art 54 del Testo Unico degli Enti Locali, che dà il potere di imporre chiusure anticipate dei locali, ove si ritenga necessario. Perché non si fa?”. "L'unica soluzione proposta è stata quella di chiudere i locali, di ridurre gli orari, di responsabilizzare gli esercenti. Da parte del Comune nessuna idea.
In oltre 4 anni l’amministrazione Renzi non è riuscita a produrre nessuna idea concreta per regolamentare e gestire la movida a Firenze, tre ‘patti’ sono lì a dimostrare il fallimento" così Marco Stella capogruppo di Forza Italia. "L’unica cosa che ha fatto l’assessore Biagiotti è stato chiedere ai gestori dei locali notturni ‘proposte per nuove modalità di divertimento, che non siano quelle di stare a consumare alcolici in strada’. Come abitudine di questa amministrazione si tende a scaricare tutte le responsabilità sulle attività, e questo è inaccettabile oltre che offensivo nei confronti di imprese e lavoratori.
Nel frattempo però le imprese sono in crisi e una ha addirittura chiuso. Se l’unica idea della Biagiotti è far chiudere prima le attività di via de’ Benci noi diciamo subito no, sarebbe un errore e anche concorrenza sleale, si cominci a far chiudere i minimarket che danno da bere ad ogni ora alcolici. A Firenze abbiamo un problema di controlli: non possono essere i gestori a fare servizio di ‘security’ fuori dai propri locali. Ciò che accade per strada, ad opera soprattutto di giovani che l’alcol lo acquistano non nei locali incriminati ma nei minimarket, deve essere monitorato in primis dalla Polizia Municipale, coordinandosi nei modi più efficaci con le Forze dell’Ordine”. La capogruppo di Noi con Matteo Renzi Bianca Maria Giocoli: “La premessa doverosa deve essere che non solo la politica ma anche Questore e Prefetto devono fare tutto il possibile affinché si trovi il giusto contemperamento dei diritti (non dei privilegi) dei residenti con i diritti delle attività commerciali e dei lavoratori (giovani e precari per lo più) ivi occupati.
Noi non vogliamo una città morta, una città in balia del degrado, e in questi giorni la stessa via de’ Benci lo è stata con in campo i venditori abusivi di alcol, visto che i locali erano chiusi. Voglio ricordare il cambio di rotta giurisprudenziale sulla assurdità della responsabilità oggettiva dei gestori dei locali. Il gestore deve ottemperare a tutti gli obblighi imposti dal volume alle porte ma perché vi sia responsabilità oggettiva per i comportamenti illeciti di chi staziona fuori occorre la colpa del gestore.
Deve cioè essere dimostrato che il gestore non ha chiamato le forze dell’ordine, che non ha messo in campo gli accorgimenti richiesti. Inoltre il giudice non deve basarsi solo sulle dichiarazioni di chi subisce il presunto disturbo (e qui si potrebbe aprire una parentesi sul fiocchino rosso degli sparuti residenti di via de’Benci). Valutazione oggettiva non soggettiva. Avvisi ai clienti, porte ad hoc anti rumore, buttafuori devono esentare i gestori dalla responsabilità oggettiva tout court.
D’altro canto il fornaio non è responsabile della contravvenzione per chi butta la carta in terra dopo aver mangiato la schiacciata né il gelataio per la coppetta né tantomeno il Cardinale per il reato dell’incontinente di capodanno”. Intervento del Consigliere Marco Semplici di Forza Italia: “Oggi era il giorno tanto atteso (due mesi!!) per la comunicazione dell’Assessore Biagiotti in merito all’annoso problema della movida. Oggi la responsabile con delega allo Sviluppo Economico né ha fatto mea culpa per i recenti fallimenti, né ha proposto una soluzione concreta e fattiva per il presente, come se nessuno stesse pagando dazio per l’oggettiva inerzia di chi ci amministra.
Ancora una volta la Magistratura ha colmato un gigantesco vuoto lasciato dalla politica cittadina ed, evidentemente, dovrà occuparsene nuovamente anche in futuro visto la continua assenza di prospettiva. Firenze non è New York, i centri di aggregazione in centro non sono più di tre o quattro e non riuscire a gestirli è sconcertante. In questi fallimentari anni di politica fiorentina, di patti per la notte e di patenti a punti per i locali è stato evidentemente perso di vista il punto d’arrivo auspicato.
In questi anni è stato chiesto tutto ai commercianti, è stato chiesto di assumere steward, di ridurre la musica e gli orari; addirittura è anche stato chiesto di sostituirsi alle Forze Dell’Ordine. Quest’ultimo aspetto è inaccettabile. La legge va rispettata sempre, sia di giorno che di notte, in centro ed in periferia. Per questa ragione chiedo attraverso un atto ufficiale che l’indirizzo politico sia nella direzione di creare presidi fissi di Polizia Municipale in Via de’Benci, Sant’Ambrogio e Santo Spirito.
Deresponsabilizzeremo gli esercenti e puniremo i trasgressori e faremo dormire i residenti”. Argomento dibattuto fino a che, venuto meno il numero legale dei consiglieri presenti in Aula, nel silenzio del Salone, la seduta viene conclusa da parte del presidente Giani senza la votazione di alcun atto.