FIRENZE- La Galleria dell’Accademia si presenta al pubblico con il nuovo allestimento della Sala del Colosso, allestimento che si sviluppa tutt’attorno al gruppo in terra cruda scolpito dal Giambologna. Cambiamenti importanti che dimostrano l’attenzione del Museo verso la miglior fruizione per il pubblico delle opere esposte. Dopo la realizzazione della Gipsoteca, la quadreria della Tribuna, e le sale dedicate agli strumenti musicali, anche questa sala beneficia di quegli interventi di riorganizzazione che hanno considerevolmente migliorata l’accoglienza del Museo.
Le numerose tavole, e alcune tele, che vanno dal Tardo Gotico del primo Quattrocento alla maturità rinascimentale, sono state ricollocate ad altezze più accettabili, rispetto ai due metri dell’altezza media mantenuta sinora. Una collocazione in contrasto con le attuali norme di gestione museale, che ha appunto rese necessarie le modifiche. La sala ha vista la complessiva riorganizzazione dell’esposizione delle opere pittoriche, che vede adesso le tavole dei due profeti di Fra Bartolomeo esposte sulla parete d’ingresso della Galleria dei Prigioni, ai lati della porta.
Oltre alle pareti perimetrali, accolgono le opere due pannellature autoportanti, realizzate nello stesso colore delle prime, con al piede la riproduzione della pietra serena. Una struttura che si integra con l’antica sala, e permette al completa esposizione di un percorso artistico che inizia cronologicamente con la pala di Andrea di Giusto firmata e datata 1437 per la chiesa di Santa Margherita a Cortona - esempio aggraziato e pure aggiornato della tendenza tardogotica che si protende con piena naturalezza in epoca affatto rinascimentale -, e si conclude con quella di Domenico Ghirlandaio con Santo Stefano fra i santi Giacomo Maggiore e Pietro, databile al 1493, lontano preludio, solenne e monumentale, della maniera moderna. È stata inoltre parzialmente ricomposta la pala dipinta dal Perugino per l’abbazia benedettina di Vallombrosa, che raffigura l’Assunzione della Vergine con quattro Santi.
Fra gli altri interventi effettuati, la scultura in bronzo dipinto, intitolata Pace - Peace, è stata spostata nella sala che introduce al Dipartimento della collezione degli strumenti musicali, perché ritenuta in contrasto troppo stridente con i gessi neoclassici del Bartolini. Accanto ad essa sono esposte le due fotografie donate al museo nel 2010 dall’artista/fotografo Robert Mapplethorpe, raffiguranti due nudi maschili visti di spalle, intitolate rispettivamente Derrick Cross e Von Hackendahl.
Si tratta quindi di un primo ambiente dedicato all’arte contemporanea, entrata ormai stabilmente tra i campi d’interesse culturale di fondo della Galleria. Anche la zona dedicata al bookshop e al merchandising stato riqualificata e arricchito dall’arte contemporanea con due grandi fotografie donate, rispettivamente, nel 2004 da Thomas Struth (Audience 1), e da Candida Hofer nel 2009 (Accademia, Tribuna del David, veduta dal braccio sinistro). di Niccolò Lucarelli