Anpi, Alba e Arci hanno consegnato oggi al vicesindaco di Firenze Stefania Saccardi le firme raccolte per chiedere la chiusura di Casa Pound. “Non è che un inizio” dichiara Gigi Remaschi, vicepresidente ANPI Firenze. “All'antifascismo blando e rituale delle celebrazioni ufficiali intendiamo sostituire l'azione attiva, popolare, partecipata in cui si affiancano soggetti diversi, uniti dalla comune volontà di non tollerare la riorganizzazione "sotto ogni forma" di fascismo, nazismo, xenofobia”. Secondo Remaschi “ il nostro Paese non può non essere antifascista: lo ha sancito la storia, lo pretende la nostra Costituzione, il fascismo è vietato le leggi”. Anpi chiede dunque alle istituzioni di vigilare ed intervenire per quanto nelle loro facoltà, rispetto al riaffermarsi di culture istanze e pratiche neo-fasciste. “Le istituzioni democratiche, il cui genoma risiede nella Lotta di Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, e gli organi della Pubblica Amministrazione sono chiamati ad osservare, salvaguardare, promuovere e sviluppare il carattere fondativo della Repubblica -sottolinea Remaschi- Ciò richiede una costante, rigorosa e forte attività di contrasto e repressione delle varie presenze organizzate di un fascismo arrogante e violento, che agiscono impunite nell'indifferenza e nell'aporia etica e deontologica degli Uffici che sono tenuti ad operare. Manifestazione del Movimento di lotta per la casa, De Zordo: "Inedito e irresponsabile vietare un corteo che voleva essere pura manifestazione del dissenso sancita dalla Costituzione" Erano molti anni che a Firenze non si vietavano le strade del centro a una manifestazione di cui era stato dato regolare preavviso alla Questura .
Vietare il corteo organizzato per sabato pomeriggio dal Movimento di lotta per la casa (ribattezzato non si sa bene perché 'Gli antagonisti'), è stato un gesto irresponsabile che ha provocato reazioni finite poi in cariche da parte delle forze dell'ordine. Il corteo era finalizzato a far emergere che, a fianco delle strade del lusso, esiste anche a Firenze una realtà sempre più numerosa di persone che soffrono la mancanza di casa e di lavoro; una parte di popolazione che non può essere ignorata e che chiede risposte perché sta pagando un prezzo troppo alto per scelte che altri hanno fatto. Un corteo a cui volevano partecipare tranquillamente donne e bambini e che si è trasformato in luogo di tensione a causa di un divieto la cui conseguenze erano fin troppo immaginabili; dov'è finito il diritto a manifestare sancito dall'art.
17 della nostra Costituzione? Solidarietà quindi va espressa non solo alle persone che sono state caricate dalle forze dell'ordine, e di cui nessuno ha parlato, ma a tutti coloro che hanno generosamente dedicato il loro tempo e energia a sostenere i diritti e i bisogni di tutte e tutti coloro che, sempre più numerosi, si trovano a portare il peso spesso insopportabile di una crisi che colpisce molti, ma non tutti: gli unici settori in crescita sono quello del lusso e i discount alimentari, segno tangibile di una crescente voragine sociale che divide i pochi detentori di ricchezza da una maggioranza sempre più impoverita. Pensare di nascondere queste contraddizioni esplosive vietando un corteo è miope, inutile e irresponsabile.