FIRENZE - Dopo la recentissima apertura delle nuove sale dedicate al Seicento fiorentino, la Galleria degli Uffizi rafforza sempre più il suo status di museo della città di Firenze, e festeggia il Natale offrendo al suo pubblico due doni preziosi. La Sala delle Reali Poste ospita la consueta rassegna dei Mai Visti, mentre la ex chiesa di San Pier Scheraggio accoglie l’autoritratto video donato dall’artista americano Bill Viola, che andrà ad unirsi alla collezione del Corridoio Vasariano. Se da un lato si guarda all’arte dei secoli passati, con i capolavori dei depositi della Galleria, dall’altro si prosegue il dialogo con l’arte contemporanea, grazie alla video-opera di Viola, che l’artista ha espressamente dedicata alla città, da lui definita “speciale e accogliente”.
Un autoritratto inconsueto, Self Portrait, Submerged, che opta per la forma della videoarte, ma che non resta confinata nel mero esercizio di stile tecnologico, come troppo spesso accade per opere del genere. Filmandosi, per circa dieci minuti, completamente immobile sotto una cascata d’acqua, l’artista invita a riflettere sul significato del silenzio, della pace interiore, e sul rapporto con la natura circostante. Dimensioni che la società contemporanea sembra aver in gran parte smarrite, persa in un feticismo dei gadget tecnologici, e avulsa dalla sua dimensione spirituale di individui --- L’opera di Viola spiega come l’essenziale sia saper guardare dentro noi stessi; in altri termini, l’essenziale non è il mezzo tecnologico, ma l’intenzione con la quale lo si usa.
Il patrimonio artistico fiorentino arricchisce il dialogo con il contemporaneo, che, grazie alla collezione di autoritratti del Vasariano trova in città ampia stratificazione. Donato dall’artista all’ Associazione Amici degli Uffizi, Self Portrait, Submerged è stato da questa consegnato alla Galleria. Fiorentini e turisti potranno ammirare gratuitamente l’opera fino al 22 dicembre. Dall’arte contemporanea a quella dei secoli passati, non sembra poi correre troppa distanza, come afferma lo stesso Viola, Nella Sala delle Reali Poste è di scena DIETROFRONT.
Il lato nascosto delle collezioni, una mostra organizzata dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Giovanna Giusti, che ha voluto indagare quegli affascinanti segreti che si celano sul retro di tanti capolavori, insospettati scrigni per dipinti, prove, poesie, riferite al soggetto del verso, al committente, a episodi biografici dell’artista o del soggetto. In un’epoca televisiva che ha sdoganato il concetto di mistero come un bene di consumo, questa edizione dei Mai Visti intende riportarlo all’idea di meraviglia, di autentica scoperta mediata soltanto dai propri sensi. Attraverso un’attenta scelta di dipinti, maioliche, antichi fregi marmorei, e persino un altare e uno stipo, il visitatore si addentra nella dietrologia dell’arte, dietrologia intensa in senso fisico e non intellettuale; il retro di tante opere cela molto spesso un’altra opera, alla prima più o meno relazionata.
Accade così che l’opera d’arte si sdoppi, e richieda un’attenzione lontana dai ritmi cui la vita contemporanea ci ha abituati. Entrare nell’anima di un’opera d’arte significa anche dimenticare il fattore tempo, per lasciarsi guidare dall’emozione. La mostra è idealmente aperta dal Nano Morgante del Bronzino, che però è visibile nella sala a lui dedicata, in ossequio a una politica che riduce al minimo gli spostamenti delle opere. Si tratta di uno fra i primissimi casi di utilizzo del recto della tela a fini pittorici, relegandolo allo stesso rango del verso. Nella Sala delle Reali Poste, sfilano quasi due millenni di storia dell’arte, racchiusi fra un rilievo romano del I Secolo d.C., e il doppio autoritratto di Silvano Campeggi, il cui verso è stato realizzato quest’anno.
In mezzo, tavole a soggetto religioso di scuola fiorentina del primo quarto del Quattrocento, e Il Grande Calvario disegnato da Albrecht Dürer nel 1505, che reca al recto L’arrivo di Cristo a Gerusalemme, olio su tavola del 1604 di Jan Brüghel il Vecchio. Respiro letterario nel Ritratto di Vittorio Alfieri eseguito da Fabre, il cui recto conserva un sonetto dell’inquieto poeta. Altrettanto inquieti furono i suoi amori, non ultimo quello con la Contessa d’Albany, da lui frequentata a Firenze, e ritratta anch’ella da Fabre.
Analogamente, un sonetto dell’amante si cela nel recto, a sancire un ideale legame intellettuale a fianco di quello più carnale. Pier Leone Ghezzi, qualche decennio prima, aveva corredato il proprio autoritratto con un ironico componimento poetico. Delle opere sul recto, può accadere restino soltanto le affascinanti tracce, come è il caso do un Bambino Gesù disegnato a matita rossa dal Puligo, che reca al verso una dolcissima Madonna del Latte. Più bizzarri gli accostamenti scelti da Russolo e Sciltian: mentre il primo effigia un gatto e un topo al recto dell’autoritratto, il secondo vi abbina un sensuale nudo femminile.
Una mostra che apre a nuovi significati le opere delle collezioni custodite nei musei cittadini, ribadendo la loro presenza quali corpi vivi della cultura fiorentina, forieri di spunti per riflessioni, interrogativi, e meraviglia. La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile dal martedì alla domenica fino al febbraio 2014. Entrambi glie eventi, cadono nel ventennale dell’Associazione Amici degli Uffizi, importante presenza a fianco della Galleria, il cui sostegno si è concretizzato, fra l’altro, anche nei numerosi restauri di opere della collezione.
Per aiutare l’associazione è possibile versare un contributo durante le visite guidate offerte dall’Associazione Mercurio, nei giorni 27, 28, 29 dicembre, e 3-6 gennaio. Niccolò Lucarelli